Quando la stessa infermiera di prima ci raggiunge, mi alzo forse un po' troppo veemente, perché Alice si sveglia di soprassalto. Le chiedo scusa e lei annuisce, sbadigliando e stiracchiandosi.
«Ci sono novità?», domando immediatamente.
«In effetti sì». Il sorriso che ha sulle labbra mi rassicura un po': spero sia perché si tratta di buone notizie e non perché sta provando a darmi conforto.«I medici sono riusciti ad intervenire in tempo, se fosse arrivata qui un minuto dopo sarebbe stato fatale».
Finalmente mi sento liberato da un peso, emetto un sospiro e permetto a un sorriso di incresparmi le labbra.
«E mia madre? Sta bene?».
«Si sta riprendendo. La vuole vedere?».
Ma certo che voglio vederla, che domande sono? Annuisco. Dico ad Alice di aspettarmi qui e lei acconsente.L'infermiera mi accompagna verso un lungo corridoio inquietante, mi stringo nel maglione e deglutisco.
Non mi piace questo posto, è triste e vuoto e non sopporto che mia madre sia stata sola qui in uno dei momenti più spaventosi della sua vita.
Quando la vedo, sorrido subito. Mi precipito da lei, con l'intento di abbracciarla più forte che posso, ma devo trattenermi perché non vorrei farle male. Ma sono davvero contento di vedere che si è ripresa.
«Mamma, tutto ok?».
Lei annuisce, continuando a sorridere ma senza dire niente. Ha trascorso una nottata tremenda e, ora che è mattina presto, si sta finalmente riprendendo.Vorrei che Lorenzo fosse qui, ma lui non si è ancora svegliato, altrimenti si sarebbe precipitato in ospedale.
Mi accomodo sulla sedia posta vicino al letto, accarezzo la testa di mia madre e sento finalmente che tutto è tornato al posto giusto.
Seguono dei minuti di silenzio, spezzati solo dai nostri respiri. È lei la prima a parlare: si schiarisce la voce e mi chiede flebilmente come ho fatto a raggiungerla.
«Ho chiamato un'amica e suo fratello ci ha accompagnati fino a qui, poco dopo che te ne sei andata», le dico senza mai smettere di sorridere, sia perché sono sollevato di vederla, ma anche perché adesso che sto meglio mi rendo conto di quanto Alice sia stata carina con me.
Anche prima mi ero accorto di quanto fosse insolita la situazione che si è creata stanotte, ma adesso che ho la mente lucida e posso ragionarci meglio, mi rendo conto di quanto effettivamente sia stata dolce a restare al mio fianco per tutte queste ore, di notte, senza ottenere nulla in cambio.
«E questa tua amica è rimasta con te per tutto questo tempo, senza mai chiederti niente?», domanda mia madre, come se mi avesse letto la mente. Le faccio un cenno con la testa per farle capire che quello che ha detto è giusto, ma mi vergogno ad ammetterlo ad alta voce.
«Per caso è la stessa ragazza con cui hai parlato tutta la notte, un po' di tempo fa?», insiste con le domande e con le sue occhiate che non fanno altro che mettermi a disagio.
Infatti, ancora una volta, non riesco a rispondere e percepisco le mie guance tingersi di un leggero rosso.
In questo momento vorrei sparire. Non so perché parlare di questi argomenti con mia madre è così imbarazzante, so che non dovrebbe andare in questo modo, soprattutto perché so che con lei non mi devo mai vergognare di nulla.
«Questa tua amica è speciale?».
Questo è ciò che sto cercando di capire anche io, visto che ultimamente ho pensato spesso a lei e ai suoi morbidi capelli castani. Ho pensato ai suoi sguardi e alle sue parole in cui ancora adesso, quando mi sento giù di morale, riesco a trovare un po' di conforto.
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Primo dicembre
ChickLitValerio è insicuro: a causa del suo passato doloroso, ha la costante paura di essere abbandonato e di restare solo. Ogni giorno è costretto a fare i conti con le innumerevoli delusioni che ha ricevuto per tutta la vita, quelle che lo hanno portato a...