Capitolo 34

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«Hai preso tutto? Stai dimenticando qualcosa?». Mia madre è sempre la solita apprensiva, si preoccupa davvero troppo anche quando non dovrebbe.
La tranquillizzo in un attimo, mettendole la mano sulla spalla e regalandole un sorriso sincero.

«Mi mancherai».
«Mamma, starò via per quattro giorni, non è un addio», ridacchio e la prendo in giro, guadagnando in risposta uno schiaffo giocoso sulla nuca.
«Lo so, ma mi mancherai lo stesso».

Scuoto la testa divertito e finisco di sistemare nella valigia le mie magliette.

Sono elettrizzato all'idea di partire e di stare a Madrid insieme a Leonardo, non ero nemmeno mai stato fuori dall'Italia prima di adesso.

Chiudo il bagaglio velocemente, controllo per l'ennesima volta di aver attaccato l'etichetta che riporta il mio nome e tutti i miei altri dati personali, e poi guardo mia madre con gli occhi lucidi.

So che per lei pagare questa gita scolastica è stato difficile, ha fatto dei sacrifici per permettermi di partire e io per questo le sono riconoscente. Non voleva che, per il quarto anno consecutivo, io fossi uno degli unici a restare qui mentre tutti vanno in gita a divertirsi.

«Bene, sono pronto», mi guardo allo specchio, per la prima volta stranamente soddisfatto del riflesso che ho davanti agli occhi.

So che è un pensiero sciocco, ma io sono convinto che senza Alice questo non sarebbe stato possibile, malgrado tutto quello che è accaduto.

«Guardati, sei stupendo».
«Mamma, tu ti rendi conto che sto solo andando in gita, vero?».

Il suo sguardo mi fa capire che ha appreso perfettamente il discorso, ma questo non le interessa, le viene comunque da piangere.

«Dai, andiamo in macchina», si fa forza e tira su col naso. Questa sensibilità io non la capirò mai, ma va bene così, in fondo è molto dolce.

Usciamo di casa in perfetto orario: sono le quattro e mezza del mattino e fuori è ancora buio. L'autobus partirà da scuola tra mezz'ora, quindi abbiamo tutto il tempo del mondo dato che la scuola è qui accanto.

Appunto, il viaggio è estremamente breve. Ci è voluto più tempo a salire in auto che ad arrivare a destinazione.

Apro il bagagliaio sbadigliando molteplici volte, sto morendo di sonno.
Mia madre corre in mio aiuto, forse ha paura che io mi addormenti all'improvviso e chiuda il bagagliaio della macchina sulle mie mani. La capirei, una volta è successo veramente.

«Vale!», urla una voce nota.
Mi giro di scatto a guardare il mio migliore amico. Mi stringe in un abbraccio e mi tira una pacca giocosa sulla schiena, in segno di saluto.

«Buongiorno Paola», saluta mia madre con un sorriso smagliante. Quei due hanno sempre avuto un ottimo rapporto ed io ne sono davvero felice. Leo è il fratello che non ho mai avuto, è sempre stato presente nella mia vita e la mia famiglia lo ha sempre adorato.

«Ciao Leo, tutto bene a casa?».
«Sì sì, non mi lamento», risponde brevemente.

Mentre continuano a parlare di qualcosa che credo abbia a che fare con le tubature rotte del bagno, non ne sono certo perché non sto ascoltando, il mio sguardo viene catturato solo da lei.

Alice chiacchiera con due compagne di classe, è tranquilla e sorridente. Sembra la solita ragazza che sono abituato a guardare ogni giorno nei corridoi, senza però dirle niente.

Eppure le occhiaie sotto ai suoi occhi sono più evidenti del solito e i capelli fin troppo disordinati.
Provo a convincermi che dipenda dal fatto che è mattina prestissimo e forse non ha dormito molto. E poi, lei soffre d'insonnia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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