«Dai professore, la prego! Le convinca lei!», dice Federica, una compagna di classe di Alice, con tono civettuolo.
Sono trenta minuti che siamo nel ristorante dell'hotel, stiamo finendo di mangiare la cena. Credevo che non avremmo mangiato niente di buono, ma mi sono dovuto ricredere.
O magari, sono solo io che amo mangiare qualsiasi cosa, indipendentemente da cosa sia.Mi sono preoccupato di controllare se Alice mangiasse qualcosa e ho notato con piacere che non è rimasta a digiuno e ha messo nello stomaco più cibo di quanto mi aspettassi.
Adesso lei e tutte le sue compagne circondano il loro professore di storia dell'arte, il professor Romano. Tra tutti gli insegnanti che ci hanno accompagnato, lui è decisamente il migliore e mi dispiace non averlo conosciuto.
È solare, simpatico e divertente.
Riesce a smorzare sempre la tensione e a riportare la calma quando gli animi sono agitati. Inoltre, è l'unico che davvero va incontro alle esigenze degli alunni ed è per questo che adesso è così combattuto.Si passa una mano sulla testa calva e con l'altra nasconde un sorriso divertito.
Ieri sera ha convinto le altre prof a portarci in un bar molto carino, ma oggi le ragazze vogliono andare in un locale. vaRomano vorrebbe aiutarci, glielo si legge in faccia, ma sa benissimo quanto sia rischioso sfidare l'ira delle sue tre colleghe.
«Ragazze, non vi posso aiutare, lo sapete», spiega per la quarta volta.
«Ma no, certo che può aiutarci, la prego!», insiste Federica.
Le sue amiche corrono in suo aiuto: in particolare le dà manforte una ragazza di cui non conosco il nome, che insiste allo stesso modo.Il professore guarda il tavolo per qualche secondo, mordendosi l'interno della guancia e fingendo di pensarci su per qualche secondo.
Poi esordisce con una frase che ha riempito di gioia il cuore di ognuno di noi: «E va bene, vi accompagno. A una condizione».Nessuno osa esultare, anche se tutti noi vorremmo farlo. Non possiamo farci notare dalle altre prof.
«Il coprifuoco dovrebbe essere alle 22:30, voi ritiratevi nelle stanze qualche minuto prima e vi preparate alla velocità della luce. Quando siete pronti scrivetemi e scendiamo senza emettere nessun rumore», spiega il suo piano d'attacco. Gli occhi luccicano dall'emozione e il sorriso smagliante non abbandona mai le sue labbra.
Che grande uomo.Alice e le sue compagne, a bassa voce, lo ringraziano un milione di volte. Tutti noi altri, invece, ci limitiamo a sorridere profondamente grati.
«Non saremo di certo noi professori ad impedirvi di vivere le vostre esperienze».
Fa un occhiolino nella direzione delle sue alunne, poi torna a guardare il suo piatto come se nulla fosse per non destare nessun sospetto.Leo, accanto a me esulta silenziosamente, Martino e Simone si danno il cinque ed io rivolgo la mia attenzione solo a Christian: la sua espressione non promette nulla di buono.
Ha guardato Alice un po' troppo a lungo durante la cena, ma lei non se ne è nemmeno accorta, troppo presa a chiacchierare con la sua amica.
Lei potrà non essersene accorta, ma io sì, eccome. Più volte ho dovuto tenere a bada la rabbia, per evitare di urlargli contro qualsiasi insulto.
«Già andate via?».
La voce della professoressa Leoni mi distoglie dai miei pensieri.
Mi guardo intorno: quasi tutti i presenti si sono alzati nello stesso momento con l'intenzione di andarsene dal ristorante per "andare a dormire".
Sono tutti molto discreti, devo dire.La Leoni inarca un sopracciglio e lo stesso fa la
Bruno, accigliata.
Romano resta in silenzio, assumendo un'espressione così buffa che temo di scoppiare a ridere senza ritegno.
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Primo dicembre
ChickLitValerio è insicuro: a causa del suo passato doloroso, ha la costante paura di essere abbandonato e di restare solo. Ogni giorno è costretto a fare i conti con le innumerevoli delusioni che ha ricevuto per tutta la vita, quelle che lo hanno portato a...