Da quando mia madre è tornata a casa, Lorenzo è diventato ancora più apprensivo rispetto a prima.
Si è sentito talmente in colpa quando non ha risposto alle mie chiamate, che adesso ha deciso di restare qui per qualche giorno, anche per dormire.
Non vuole lasciarla da sola, ha pura che possa accaderle qualcosa e lo comprendo.
Adesso mia madre è senza dubbio più tranquilla, visto che è passata già una settimana da quando è stata dimessa e i medici le hanno detto che non ha più niente di cui preoccuparsi.
In questo momento è seduta al tavolo della cucina, mentre il suo compagno le sta preparando il pranzo e, quando mi vedono entrare, mi salutano entrambi.
«Come è andata oggi a scuola?», chiede mia madre.
Le rispondo con un'alzata di spalle, mentre mi avvicino ai fornelli per controllare cosa sta cucinando Lorenzo.Poi esco dalla cucina e vado in camera per togliere le scarpe e per indossare dei vestiti più comodi, così posso mettere nella lavatrice i pantaloni che ho indossato oggi, per poterli usare anche stasera, quando andrò a cena a casa di Leonardo.
Stasera, infatti, c'è la partita della Roma e noi siamo soliti guardarla insieme, quando non sono a lavoro.
Prendiamo della pizza, indossiamo una maglia della nostra squadra e ci riuniamo sul divano per 90 minuti, ad imprecare contro i calciatori e ad esultare per ogni vittoria conquistata.
Solitamente ci sono anche altre persone con noi, ma stasera siamo solo noi due, come da tradizione.
E poi, ciò che mi rende più felice, è che adesso posso indossare la nuova maglia che mi hanno regalato mia madre e Lorenzo per Natale e non devo ricorrere sempre a quella vecchia che mio zio utilizzava quando era un adolescente.
Dopo aver mangiato insieme alla mia famiglia, mi rinchiudo nella mia camera dove finalmente posso prendere in braccio la mia chitarra e imparare qualche nuova melodia.
Me la sistemo e poi sfioro delicatamente una corda, da cui proviene un suono delicato.Vorrei essere più pratico, ma non posso permettermi nessun corso e devo imparare da autodidatta ed è ciò che faccio: da quando siamo tornati a casa, dopo la notte tremenda che abbiamo trascorso in ospedale, non c'è stato un giorno che non abbia dedicato alla musica, ai miei testi e ai miei accordi.
Voglio impegnarmi sul serio e, se questo significa che dovrò rinunciare ad uscire con gli altri per lavorare e ottenere abbastanza soldi per un corso, allora è quello che farò.
Riprendo in mano il foglio della scorsa settimana, quello su cui avevo sfogato tutti i miei sentimenti e lo rileggo. C'è qualche imprecisione, dovuta probabilmente al fatto che era notte fonda ed ero piuttosto stanco e sopraffatto dalla vista di Alice e Christian insieme.
Sussurro le parole e, delicatamente, pizzico ancora la stessa corda di prima, poi un'altra e ancora un'altra. Alzo leggermente il tono della voce.
«E se è così che devo vivere,
dimmi che senso ha».Mi lascio trasportare dalla melodia e dalle mie stesse parole, al punto da chiudere gli occhi e non pensare più a niente.
È questo ciò che amo della musica: quando suono e quando canto i problemi non esistono, è come se fossi da solo in una dimensione solo mia, dove posso finalmente essere chi voglio.
Questa settimana è stata complicata, ma è solo quando ho preso la chitarra in mano che ho smesso di pensare a tutto e ho finalmente cominciato a stare bene, stare bene sul serio.
Il pomeriggio vola, senza nemmeno rendermene conto. Il tempo scorre così velocemente quando sono chiuso in queste quattro mura confortevoli, che non mi rendo nemmeno conto del sole che tramonta e del buio che comincia a farsi strada.
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Primo dicembre
ChickLitValerio è insicuro: a causa del suo passato doloroso, ha la costante paura di essere abbandonato e di restare solo. Ogni giorno è costretto a fare i conti con le innumerevoli delusioni che ha ricevuto per tutta la vita, quelle che lo hanno portato a...