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Il giorno e la luce erano arrivati ormai da un po' e io stavo ormai correndo da almeno un ora con Pierre,
la maglia termica era ormai impregnata di sudore e fatica, domani sarebbe stato il giorno delle prove libere e mi ero convinto che per vincere dovevo iniziare tutto il weekend con un buon passo. Monaco non voleva mai farmi vincere come una tradizione, più volevo alzare quel trofeo per papà e per Jules e più facevo schifo.
Ci sarebbe stata tutta la mia famiglia a vedermi e loro mi facevano già sentire con uno sguardo sul gradino più alto del podio anche se magari ero al posto più basso della griglia.
"Oggj pomeriggio andiamo a comprare il letto ok?" Mi fermai, bloccandomi senza una vera motivazione come se il mio corpo alla parola e al pensiero di un letto si fosse rivoltato creandomi un dolore allo stomaco. "Si va bene, grazie" Sorrisi cacciando il dolore noncurante e continuammo a correre. Arrivavamo vicino alla mia abitazione, "Ci vediamo" affermai entrando intento pian piano. Avevo lasciato quella mattina Max da solo con un biglietto sul frigo. Apri la porta principale e lui dormiva ancora sul divano. Mi feci un bagno caldo e rigenerante e indossai intorno al bacino un asciugamano bianco. Poi mi sedetti sul divano con massima delicatezza, ma quanto dormiva! Mi avvicinai al suo orecchio, "Maxie" Provai a richiamarlo la prima volta, ma ancora niente soltanto una piccola smorfia. Mi poggiai sul suo petto facendo attenzione all' asciugamano sulla vita, "Maxie" Lo scossi un poco, le sue mani si posizionarono sui miei fianchi, i suoi occhi azzurri risplendevano, e sorrise nel sentire la pelle nuda del mii corpo.
"Questo si che è un buon risveglio" Ammise dandomi due baci sulle labbra molto delicatamente, io sorrisi ricambiando i baci, "Devi svegliarti dai" Mi alzai
pian piano andando a cercare dei boxer da mettermi.
"Oggi compri il letto?" Mi ero appena fatto la doccia ed ero nudo con solo l'intimo eppure sentivo di aver cominciato a sudare freddo, mi girai di scatto verso la sua posizione come se avesse detto una parola proibita. "Emh..penso di si" Mi sbrigai a dire correndo quasi verso la cucina per prendere un bicchiere di acqua fresca. Max mi guardo socchiudendo gli occhi sospettoso di qualcosa, "Charlie, lo sai che se non va qualcosa puoi parlarmi" Io annuii, certo che lo sapevo ma non potevo certo dirgli che non volevo ancora prendere il letto per quel trauma e che veniva nominata quella parola il voltastomaco mi colpiva. Era da deboli, quale io ero.
"Dai mettiti una maglia" Me la lanciò dal salotto, lo guardai confuso, si avvicinò toccandomi il petto nudo e sfiorando il mio lobo "Se qualcuno viene non voglio che  veda ciò che è mio, soltanto mio" Mi strinse i fianchi baciandomi il collo, lo feci avvicinare a me era bellissimo la mascella serrata i capelli non nelle migliori condizioni è quegli occhi. Avrei potuto  perdermici da un momento all'altro, da una parola all'altra e da un gesto all'altro.
Infatti eravamo già sdraiati sul divano, sorrisi, "Dai, Maxie basta" cercai di spostarlo, continuava a sorridere dolcemente e baciarmi altrettanto dolcemente, "Max, dai" Lo spintonai più forte e lui mi accarezzava ancora, l'immagine di James mi piombò davanti, Max aveva assunto la sua corporatura, la sua faccia. Iniziai a scalciare più forte che mai e a spintonarlo come quando vuoi uscire dalla tua autovettura che sta prendendo fuoco ma non trovi via di uscita, e lo morsi.
Si alzò di scatto cadendo per terra, mi guardò, tornai alla realtà la sua faccia era quella dolce di sempre che adesso aveva la mascella irrigidita e uno sguardo tagliente più di mille lame.
"Ma che cazzo ti prende?" Disse alzandosi dal pavimento in maniera brusca sistemandosi poi i capelli. "Io, pensavo che, avevo visto-"
Non terminai la frase la sua voce sovrastò sulla mia che era più flevola, ma come potevo aver paragonato Max a James? Forse stavo impazzendo e quello era uno dei tanti segni, il problema ero probabilmente io.
"Io non sono James, e cazzo sto provando in tutti i modo a non farti pensare a lui ma forse tu vuoi farlo, bene, ma non con me" Usci dalla porta prendendo prima tutte le cose velocemente, più velocemente della sua autovettura da paura, era uscito senza uno sguardo e un saluto. Eravamo punto da capo, non saremmo arrivati mai a niente perché provarci allora? Potevo lasciar andare via tutto e rinunciare seguendo solo la mia passione perché l'amore non porta mai a niente.
Presi il telefono e vidi un messaggio di Pierre.

Pierre:
Vengo tra poco e andiamo a prendere il letto

No, no no.
Non volevo nessun letto. Presi un borsone, misi tutte le mie cose all'interno, tute maglie, intimo telefono, ecc.. e pure le cose utili per la settimana di Gp che sarebbe iniziata domani e uscii dal mio appartamento. Accesi la macchina e mi dirisi verso la strada che sapevo più di tutte, la mia strada più importante che sapevo di Monaco. La casa della mia infanzia.

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Ve lo avevo promesso ed eccolo qua, forse ne uscirà un altro ma non prometto niente, intanto ditemi veramente se vi sta piacendo la storia e cosa vi aspettate

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