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Ero sopra quel letto, James era andato via, sopra quel letto della mia città, del posto che amavo, in cui mi sentivo amato. Ma adesso provavo ribrezzo le lenzuola erano segnate nella mia mente dal quel momento, le lenzuola che stringevo mentre lui si prendeva tutto del mio corpo, stavo ormai fissando il soffitto da mezz'ora. Mi alzai indossai una maglia nera, i primi pantaloni che trovai e chiamai i miei lavoratori di fiducia che si trattavano di arredamento e chiesi loro di portarsi via il letto, un'ora dopo il letto non c'era più.
Mi sdraiai dove prima vi era l'oggetto, il pavimento era freddo, e volevo alzarmi ma i miei muscoli non connettevano.

"Charl sono venuto per portarti alcune maglie che ti sei scordato da me" La voce di Pierre era nelle mie orecchie e suonava ovattata, entrò dato che solo a lui avevo dato le mie chiavi di casa e si fermò.
"Charl il letto dov'è finito? Perché sei a terra?" Mi venne in contro lasciando i vestiti sul tavolo del salotto. Mi fece appoggiare al muro cercando con le labbra di misurarmi la febbre.
"Perché non mi rispondi, Charl" Alzò il tono della voce. Lui mi aveva già trovato in situazioni simili quando non riuscivo a alzarmi dal letto, a mangiare a lavarmi, lui era sempre lì. L'unico che non se ne era mai andato alla prima difficoltà.
Lo abbracciai, forte come non lo avevo mai abbracciato, e le lacrime scesero rapidamente senza nemmeno chiedere il permesso.
"Charl...che è successo" Aveva la voce spezzata, aveva paura, forse sapeva che non ero cambiato, non stavo prendendo le medicine del medico, e gli avevo detto delle cazzate fino a quel momento.
"Pierre..." La mia voce usciva roca e spezzata dalle lacrime che sgorgavano dai miei occhi senza termine. "Dimmi tutto, parlami... ti prego" Le sue mani tenevano il mio viso accarezzandolo dolcemente, e mi decisi a parlare perché sapevo che lui mi avrebbe capito. "James... è venuto qui...e abbiamo fatto sesso...ma non volevo, io non volevo ma lui continuava sempre più forte e..." Sgranò gli occhi a ogni parola che usciva dalla mia bocca, "Io lo ammazzo...con le mie mani Charl" Scossi la testa, perché sapevo che se avesse voluto lo avrebbe fatto veramente.
"Il letto mi ricordava lui, e le sue mani, i morsi, il dolore, e l'ho fatto portare via" Mi abbracciò, così stretto che non riuscivo a respirare niente se non il suo odore, "Non la passerà liscia Charl, stai tranquillo" Mi portò sul divano, e mi stava preparando una tisana.
"Grazie" Bofonchiai, la mia voce era ancora bassa e roca per via del pianto, i miei occhi rossi.
"Charl sai che ci sarò sempre" Si girò mentre l'acqua era sul pentolino. Sorrisi dolcemente rivelando le mie fossette. "Lo spero" Sussurrai sperando che lui non mi avesse sentito anche se sapevo che l'avesse fatto dato il sorrisino che potevo intuire.
"Domani ti compro una crema, ti sono venute delle ferite sotto gli occhi per quanto te li sei strusciati"
Lo ringraziai con un cenno di testa, anche se impercettibile sapevo che Pierre sarebbe riuscito a capire, a capirmi.

Pierre era l'estensione della mia anima.

Mi porse la bevanda calda che accettai senza pensarci due volte, poi si voltò e prese il suo cappotto, mi guardò, "Charl domani ripasso, prendiamo assieme le medicine, vediamo di andare a vedere dei letti nei negozi, e mangiamo assieme, e il  pomeriggio ci vediamo agli allenamenti in pista, poi co rivedremo il mattino dopo chiaro? Voglio che tu stia bene e siamo pure alla tua home race non rovinartela. Sei speciale per me" Mi diede un bacio sulla fronte, era delicato e sincero come lui, era un angelo che a volte pensavo me lo avessero inviato papà e jules. Mi piaceva fantasticare.
"Grazie Pierre" Sorrisi di rimando ai suoi gesti.
"Ti invio qualcuno tra poco" Chiuse la porta dietro di se, qualcuno?
Bevvi la bevanda e pensai poco, pensare era l'ultima cosa che volevo fare, volevo riposarmi.
Chiusi gli occhi.

Qualcosa di ruvido toccava la mia spalla.
"Ei, Charlie" Mugolai, ma chi cazzo era??
Lo spinsi via con tutta la forza che avevo in quel momento e mi rigirai dall'altra parte del letto.
"Charlie, come siamo nervosi stasera" Aprii gli occhi e guardai la figura davanti a me era il più bell'angelo che qualcuno poteva mandarmi. I capelli arruffati e le labbra rosse e gonfie.
"Max, che ci fai" Sorrise e mi spostò un ciuffo che non mi permetteva la visuale.
"Pierre mi ha detto" Il tono era cambiato, era triste e roco, non volevo che provasse compassione per me, era l'ultima cosa che volevo. Abbassai lo sguardo dal suo viso per portarlo sul tessuto del divano che accarezzavo con la mano e risultava ruvido e ormai consumato. "Non dovevo andare via Charles, se solo io-" Lo sbloccai prendendogli il polso della mano sinistra, "Max, non puoi cambiare il passato ok? È andata così" Mi fissava mortificato ma alla fine la colpa non era sua, Se solo fosse rimasto Charles.
La mia coscienza non era d'accordo con me, ma scacciai la vocina che rimbomba nella mia testa.
"Ma posso cambiare il futuro; Io lo ammazzo" Sgranai gli occhi, mi ci mancava soltanto quella all'appello poi le avevo vissute di tutti i colori.
Come poteva passare in mente a un umano di uccidere un suo simile? Anche se aveva fatto qualcosa di sbagliato...Voleva solo dire diventare peggio di lui.
"No, non diventare peggio di lui, solo stammi vicino ok?" Feci per prendere anche l'altra mano, e si sdraio sul divano insieme a me, era piccolo ma a me bastava sentirlo lì con me.
"Nessuno ti farà più del male" Mi baciò e accarezzava i miei capelli.
Lo speravo ma di solito chi dice così sarà il primo a farlo.

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Ragazzi, ecco un altro capitolo, vi sta piacendo? Devo continuare?
Comunque volevo solo chiedervi un favore da una settimana conosco una ragazza qua su wattpad e sull'app si chiama solonatipaa ha iniziato a scrivere un'altra storia e dato che in tanti avete letto la mia mi chiedevo se vi andava di passare da lei.
Comunque grazie di tutto❤️

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