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Ma che cazzo ci faceva lì? Non aveva paura di venire scoperto? No infondo non c'era veramente nessuno.
"Max ti hanno insegnato cosa è la privacy?" Mi alzai con il busto, mi toccai un attimo i capelli perché si dovevo dargli probabilmente spiegazioni di perché ero sparito per 4 giorni.
"Non ti permetto di dirmi queste cose" Iniziò schiarendo la voce e avvicinandosi di qualche passo ma restando sempre davanti a me in piedi.
"Sei sparito per 4 cazzo di giorni si abbiamo litigato ok ma non hai risposto ai messaggi al telefono ma non solo a me a tutti i tuoi amici Charles.." Stava riprendendo fiato e io feci per parlare ma in realtà non avevo niente sa dire, non volevo parlare di James e del letto, non volevo rientrare nell'appartamento e quindi non volevo ritornare a casa mia. Non serviva che io dicessi qualcosa perché lui aveva già riniziato a parlare o meglio a gridare.

"Non hai risposto neanche a Pierre per il letto che è corso da te non trovandoti in casa gli stava per venire un cazzo di infarto Charles, e poi non parli non guardi nessuno in pista sei come un cazzo di fantasma pure con il tuo team.
E ciò che è peggio ti metti a mandare frecciatine in sala con i giornalisti perché? Perché sei geloso ma non puoi venire da me a chiedere spiegazioni no... Lo fai in pubblico. E se saresti venuto ti avrei detto che tornato a casa mia dopo il litigio mio padre mi ha stroncato di botte obbligandomi a vedermi con Kelly e a fare apparizioni in pubblico"

Non sapevo che dire sapevo che suo padre lo picchiava, insomma non era insolito era come un qualcosa di pubblico, suo padre era un pazzo. Max non poteva permettersi un 2 posto doveva sempre avere il meglio sennò Joe gli avrebbe dato il resto a casa.
Un po' tutti sapevano che Joe picchiava Max, anche dopo la scoperta di ciò che gli faceva da bambino tutti hanno iniziato a guardarlo diversamente ma senza ovviamente poter intervenire.
Non avevo scuse ma avrei detto la verità.

"Max lo so che sei deluso e mi dispiace, ma non voglio un nuovo letto io ogni notte sogno quella scena e ritornare in quell'appartamento non voglio. Fammi vedere cosa ti ha fatto..." Dissi le ultime parole sotto voce alzandomi in piedi.
Lui si tolse la maglia, era pieno di ematomi.
"Alcuni ho provato a toglierli con il fondotinta"
Sfiorai la pelle delicatamente e lui si ritrasse per un secondo.
Una lacrima mi scese e poi altre molte altre, mi stavo dando la colpa anche di quello.
"Charlie, non è colpa tua" Mi accarezzò il viso, si rimise la maglia.
"Lo so.." Abbassai lo sguardo ma lui con due dita mi alzò il mento obbligando a guardarlo.
"Sei bellissimo" Sorrisi ricambiando le parole e lo baciai, un bacio non casto, un bacio che conteneva tutto l'amore del mondo se è quello che provavamo.
"Ci vediamo oggi pomeriggio"
"Maxie non andare.." Si girò facendo uscire dalle labbra un sorriso. "Mio padre mi aspetta con Kelly" Abbassò lo sguardo e apri la porta uscendo definitivamente dalla stanza.
Perché mi sentivo vuoto?
Forse perché l'unico che è sempre rimasto, il tuo migliore amico, lo stai ignorando.
Dovevo trovarlo.
Uscii dal paddock per correre in quello dell'Alpine, lui era lì affianco alla sua autovettura, iniziai a correre e lo abbracciai.
Non mi rifiutò perché Pierre mi amava e io amavo lui.
"Cazzo Charles, pensavo fossi morto" Disse spostando i capelli dagli occhi.
"Scusa, io sono un coglione non avrei dovuto e.."
Mi poggiò una mano sulla spalla sorridendo come solo lui sapeva fare.
"L'importante è che adesso siamo insieme"

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