2. Una vendetta amara✔️

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Mi alzo velocemente in piedi abbassando la testa per evitare un contatto visivo con il ragazzo. Sono in tremendo imbarazzo.

«Scusami sono proprio sbadata» esclamo mortificata con voce bassa.

«Sbadata un corno! Tu lo hai fatto apposta e...» lo interrompo.

Non mi sono mai piaciuti i ragazzi che attaccano subito senza lasciare all'altra persona il tempo di spiegare.

«Non è vero! Non mi permetterei mai di fare una cosa del genere» rispondo a tono alzando di poco lo sguardo su di lui.

Incolpare qualcuno ingiustamente è una cosa da maleducati. Trovo ancora più maleducato incolpare ingiustamente o non accettare le scuse. Nel suo caso, entrambe.

Per aggiungere la ciliegina sulla torta al suo carattere posso dire che è pure strafottente e questo non mi piace. Questo ragazzo può essere anche il più bello della scuola ma non si reagisce così.

Per evitare di fare a mia volta una scenata adotto la tattica della gentilezza.

«Se vuoi, ti aiuto a pulirti» dico gentilmente.

Il ragazzo davanti a me a queste parole scoppia a ridere.

Mi ripeto mentalemente che è solo un grandissimo maleducato, cafone e strafottente e che non posso dargliela vinta.

Mentre lui ride mi soffermo ad osservare il danno che ho causato.

Per sbaglio, gli ho versato tutto il contenuto del vassoio sui pantaloni e la camici. La camicia essendo scura non evidenzia il danno ma al contrario i pantaloni sì. Il succo ai mirtilli è andato a finire proprio lì davanti.

Sento i suoi occhi su di me e avvampo imbarazzata dalla situazione. Oltre che averlo sporcato vengo anche beccata mentre gli osservo il cavallo dei pantaloni. Ottimo inizio!

«Una ragazza come te, che si veste peggio di mia nonna, non può fare niente per aiutarmi» esclama lui improvvisamente con tono cattivo e provocatorio.

Preferisco non rispondere subito ma riflettere sulle sue parole, che a quanto pare hanno creato un risolino tra i suoi compagni.

Quando realizzo il senso delle sue parole offensive perdo le staffe.

Lo guardo negli occhi dicendogli «Non giudicarmi e non dire nient'altro su di me! Tu non mi conosci. È vero, ammetto di avere sbagliato a non guardare dove andavo, ma potevi farlo anche tu. Non è colpa mia se tu al posto di guardare avanti pensi alla tua ragazza o qualunque altra. Adesso lascia che ti dica io una cosa: chi giudica una persona da come si veste, lo fa solo perché non sa cosa guardare di altro. Vero Cocco di papà?!» .

Sono letteralmente esplosa ma non mi sono mai piaciuti i ragazzi così presuntuosi. Cos'è che mi ha detto?! Che mi vesto come sua nonna? Mi verrebbe da dirgli che sua nonna ha decisamente tanto stile ma mi mordo la lingua per non peggiorare la situazione mentre nella mensa si alzano diversi corsi di "Ohhh".

Il suo sguardo blu mi fulmina. Prima che possa ribattere o insultarmi di nuovo lo precedo.

Con "gentilezza" esclamo «Te lo dico ancora. Scusa MI DISPIACE NON L'HO FATTO A POSTA. Ora scusami ma devo andare via non ho tempo da perdere con uno strafottente come te. Andiamo Dany?».

Prendo Dany per il braccio e la porto fuori dalla mensa.

Appena uscite Dany si ferma «Layla cosa hai fatto?» dice sbalordita.

Alzo le spalle «Scusami non volevo ma lui mi stava umiliando e provocando e le persone cos' non mi vanno a genio» cerco di giustificare le mie azioni.

Take my Heart with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora