ALONE...

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P.O.V. Jade

Non riuscivo più a reggere il suo sguardo. Mi sembrava di rivedere quello dei miei genitori quando tornavo a casa ubriaca o puzzolente di fumo. Vedevo la stessa delusione nei suoi occhi. Odio quel sentimento. Delusione.

Ripenso a tutte le parole che mi ha urlato poco fa. È come se mille lame mi stessero trafiggendo contemporaneamente il corpo. È doloroso. Ho sognato il giorno di scappare e vivere insieme a lui, e ora per una mia stronzata eccomi qui.

Lui in ospedale da solo e io in un bar del cazzo a bere. C'era da aspettarselo tanto. Io sono quella che scappa. Io sono quella che ha sbagliato stavolta è che l'ha abbandonato. Lui non l'ha mai fatto però. C'è sempre stato anche quando io non lo sapevo.

L'ho anche accusato di avermi tradita...

So per certo che in pratica non l'ha mai fatto. Io lo avevo lasciato nel peggiori dei modi dopotutto. Ero talmente arrabbiata e ferita che ho cercato di ferirlo a mia volta tirando fuori quella vecchia storia.

Mi sento ancora più una merda.

Butto giù d'un sorso in quarto bicchiere e strizzo gli occhi per schiarire le immagini sfocate che mi si presentano davanti.

-U..un altro.- Biascico al barista. Posso vedere un sorriso pieno di pena e compassione.

-Sai che l'alcol non ti aiuterà?- Mi domanda fermo davanti a me oltre al bancone.

-Lo so, ma sono troppo stupida e ubriaca per smettere adesso.- Rispondo cercando di parlare in modo abbastanza comprensibile.

Butto giù anche questo bicchiere e ne chiedo un altro che non tarda ad arrivare.

Credo di essere abbastanza ubriaca, ma mi rendo conto che se dovessi tornare a casa in moto rischierei di ammazzarmi.

Bhè in effetti non sarebbe una cattiva idea.

Scaccio quel pensiero poco lucido e mi alzo per pagare.

-Quanto ti devo?- Alla cassa c'è il ragazzo di prima.

-Niente. Ma permettimi di riaccompagnarti a casa.- Mi sorride dolcemente che quasi vomito. Ma non ho molta scelta in fondo. Annuisco e aspetto sullo sgabello che si levi il grembiule.

Appena esce io tento invano di sembrare sobria. Infatti per poco cadevo dallo sgabello col culo per terra.

-Ti aiuto. Poggiati a me.- Non obbietto non essendo lucida per mandarlo a fanculo e mi dirige alla sua Chevrolet. Mi apre la portiera e mi aiuta e sedermi dentro senza farmi male. Lui fa il giro e sale anche lui.

-Comunque io sono Cameron.- Si presenta il biondo.

-Ok ciao.- Rispondo con nonchalance e fisso fuori dal finestrino. Non voglio parlare con lui, non è proprio giornata.

-Posso sapere il tuo nome?- Insiste.

-No e ora per favore portami a casa. Non sono in vene di fare conoscenza.- Ribatto acida sperando che esaudisca il mio desiderio.

-Okok calma ragazza. Lo sai che da ubriaca sei antipatica?- Sghignazza lui.

-Si me lo dicono in molti.-

Il resto del viaggio restiamo in silenzio tranne quando gli do le indicazioni, corrette spero, per raggiungere la villa.

Parcheggia davanti al cancello principale e io senza ringraziarlo o altro apro la portiera ed esco.

Sento il rumore dell'altra portiera fare lo stesso rumore. È sceso anche lui dalla macchina.

-Un grazie credo di meritarmelo non credi?- Mi urla alla spalle.

Decido di ignorarlo e sbattergli la porta in faccia.

-DOVE CAZZO SEI STATA?!-

"Perfetto! Ci mancava Evan a farmi la predica per migliorarmi la giornata" Pensai sarcastica.

-Ssh non urlare. Mi scoppia la testa.- Biascico buttandomi a peso morto sul divano. Non so che espressione abbia in faccia adesso. Ma sento il suo sguardo scuoiarmi viva.

-Ti sei ubriacata? Pensavo che questo stadio lo avessi dimenticato!- Continua a sgridarmi ad alta voce. Se sveglia gli altri lo ammazzo!

Affondo la testa nel cuscino cercando di tapparmi le orecchie. Ma qualcuno me lo strappa da sotto la faccia.

-GUARDAMI QUANDO TI PARO PORCA TROIA!- La testa mi scoppia e vorrei solo andare a dormire. Faccio quello che mi chiede, forse così mi lascerà libera prima.

-Guarda come ti sei ridotta. Hai solo bevuto vero?- Annuisco debolmente.

-Perché?...perchè di nuovo?! Stava andando tutto bene cazzo, tu stavi bene, tutti eravamo felici. Perché adesso no? Cosa ti ha detto?- Troppe domande. Troppe emozioni. Troppi ricordi.

Solo ora mi rendo conto di star singhiozzando come una bambina e che Evan mi sta stringendo a se.

-Sssh...basta piangere ora. Adesso andrà tutto bene, ora che siamo tutti qui non soffrirai più- Mi promette cose impossibili e ridicole per i miei gusti.

-no invece...andrà tutto male. Mi odia. È deluso da me. Ho sbagliato cazzo e ora mi lascerà sola come fanno tutti.- Riesco a dire fra un singhiozzo e l'altro.

Evan mi fa alzare la testa per guardarmi in faccia.

-No. Non è vero. So cosa hai fatto. Demon mi ha detto tutto e si, non posso mentirti e dire che non hai sbagliato. Ma lui ti ama e ti perdonerà. Lo farà sempre. Tu sei tutto per lui e dopo tutto quello che ha fatto per ritrovarti, non ti lascerà andare via da lui! Chiaro?-

Annuisco appena per confermare che almeno l'ho ascoltato. Mi asciuga le lacrime e mi bacia la fronte.

-Sei come una sorella per me, Jade. Ma voglio molto bene anche a lui e non sopporto di vedervi così distanti e infelici. Dovrete trovare un modo di chiarire in modo civile.-

Odio quando parla da ragazzo saggio, perché ha sempre, sempre, sempre ragione.

Mi prende in braccio a mo' di sposa e mi mette comoda sul mio letto. Mi fa bere un aspirina per il dopo sbronza e sprofondo in un lungo sonno tormentato da ombre e oscurità.


Il sapore della libertà (Secondo Volume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora