L'ignoto...

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Siamo in sala d'attesa ad aspettare che il dottore mi chiami. È stato inutile persuadere Hunter a non venire. Sembra più agitato di me, si sta torturando le pellicine alla dita e guarda un punto fisso davanti a se da una buona mezz'ora.

Gli prendo una mano e gliela stringo per tranquillizzarlo, quando in realtà dovrebbe essere tutto il contrario ma vabbè.

-Ho paura...- Ammette lui.

-Anche io amore ma andrà tutto bene, me lo sento.- Gli sorrido amaramente anche se so di non aver detto una bugia. Mi sento che non è nulla di grave ma lui è comunque nervoso.

-Signorina Anderson?- La voce dell'assistente del dottor White mi distrae da Hunter.

Mi alzo seguita da lui che mi si incolla addosso ed entro nell'ufficio dove mi attende il verdetto finale...spero.

-Buongiorno signorina Anderson e lui è?- Domanda lui amorevole.

-Giorno a lei. Lui è Hunter il mio ragazzo.- Si stringono la mano e ci sediamo sulle sedie di fronte a lui.

-Allora, direi di cominciare subito la visita data la scarsa conoscenza su quello che ti sta succedendo. L'ultima volta che ti sei sentita male?-

-Stamattina...e dopo pranzo.- Hunter finge di tossire e capisco subito cosa vuole che dica.

-E anche prima di venire qui- Mi correggo sotto lo sguardo vigile e severo del mio ragazzo.

-Okay okay siediti sul lettino e cominciamo. Il tuo ragazzo può aspettare qui.- Esordisce il dottore.

Obbedisco e mi distendo sul lettino. Hunter ha osservato tutta la visita da seduto mentre il medico mi faceva solo una visita generale.

-Qui è tutto nella norma. Che ne dici se fissiamo una visita come si deve dove ti fanno controlli specifici. Perché c'è di sicuro qualcosa che non va ma non rientra nelle mie competenze di medico di famiglia-

Hunter sbuffa scocciato dalla sedia facendosi sentire da entrambi. Anche io sono delusa, mi aspettavo mi dicesse cosa avevo. Ma in realtà aveva ragione. Dovevo farmi dei controlli specifici tipo il prelievo del sangue o cazzate varie.

Contrariati e afflitti usciamo dallo studio e torniamo verso casa dove avrei subito chiamato l'ospedale per prenotare i controlli. Spero solo che il tempo di attesa non sia lungo come loro solito.

Il viaggio è stato silenzioso. Hunter stringeva talmente forte il manubrio che le nocche erano sbiancate. Non parlai però, non voglio far nascere una discussione proprio ora che ho bisogno di lui.

Una volta vicino casa notai che Hunter non aveva imboccato il vialetto della nostra villa.

Dove cazzo mi sta portando?

-Hunter dove stiamo andando?-

-Ti porto in ospedale o li obbligherò a farti quei cazzo di esami oggi stesso! Non ne posso più di non sapere! Voglio capire che cazzo ti sta prendendo porca puttana!- Mentre urlava sbatteva violentemente le mani sul volante dell'auto.

-Non puoi fiondarti in un ospedale e minacciare i dottori!-

-Non me ne frega un cazzo! Ora stai zitta fino a quando non arriviamo in quel posto di merda!-

Sono sbalordita! Mi ha appena detto di stare zitta!!! E io lo ascolto anche. Mi ha ammutolita, sono senza parole...

Non mi ha mai trattata così.

Lo guardai per un attimo scioccata dalla sua risposta, lo mandai a fanculo mentalmente e mi fissai fuori dal finestrino. Cazzi suoi se lo cacceranno dall'ospedale per problemi mentali.

Il sapore della libertà (Secondo Volume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora