11 - 9 - 1999

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È dall'ora di pranzo che penso a questo momento. Non vedevo l'ora di raccontare alcuni episodi di oggi. La giornata è iniziata male, mia madre mi ha tirato giù dal letto alle otto in punto. Ancora non ho capito con precisione il motivo ma è da quando mi sono diplomato che si ripete lo stesso copione. I miei hanno paura che, finita la scuola, mi abitui ai ritmi da scansafatiche e poi non riesca più ad uscire da questo letargo. Così sono costretto ad alzarmi con rassegnazione. Questo è uno di quei motivi che mi spingono a non veder l'ora di andare via di casa. Sarei libero di fare quello che voglio.  Spinto da questo desiderio sempre più forte mi sono fatto aiutare da mia sorella Emilia a scrivere un curriculum. Bene! Nel giro di pochi minuti si è rivelata una pessima idea. È stato uno stillicidio. Io e mia sorella abbiamo due caratteri molto diversi. Lei tende alla riflessione, si approccia con pragmatismo alle cose, io sono sbrigativo, miro alla soluzione immediata. Non riuscivo a sopportare le sue infinite ricerche sul web per capire cosa potesse scrivere un neo diplomato tra le proprie esperienze. Io immaginavo una cosa del genere
"Esperienze scolastiche:
Nel 1992 ottiene con successo la licenza media;
dal 1993 al 1998 partecipa attivamente alle lezioni di informatica del professore Attilio Verdi con ottimi risultati;
Nel 1998 si diploma con il massimo dei voti;
Esperienze lavorative:
Risoluzione di problemi software ad amici, parenti e professori"
Non sarebbe stato perfetto? Non riuscirei adesso a descrivere l'espressione di disgusto sul volto di mia sorella. Le mie soluzioni spicciole causano sempre lunghi battibecchi ed infinite polemiche. Poi arriva puntuale mia mamma che come un generale dell'esercito, in poche battute ristabilisce l'ordine. Così tutta la mattinata è volata via per correggere la formattazione, l'interlinea, le parole in grassetto e rivedere le date esatte dell'inizio e la fine di ogni anno accademico. Chissà a quale azienda potrà interessare sapere qual'è stato il primo giorno di scuola del terzo anno di un candidato qualunque. Insomma, un'esperienza da dimenticare. Mi ritengo soddisfatto però, adesso ho un curriculum. Mi sento un vero uomo pronto ad affrontare il mondo del lavoro. Anche se dalla mia non ho le esperienze lavorative, potrò contare sulle referenze del professor Verdi, lui sì che è un informatico di prestigio. Sono sicuro che saprà trovarmi qualche opportunità. Sono certo che è questo il mio futuro. Ogni giorno ho la conferma che il computer è la mia salvezza. Nel pomeriggio, infatti, sono riuscito a recuperare dei dati dall'hard disk danneggiato del papà di Laura, la mia ragazza. Il signor Biro, un omone sovrappeso, un metro e novanta di altezza per un metro di larghezza è stato ultimamente uno dei miei incubi più frequenti. Da quando mi ha sorpreso in casa sua con la figlia nella sua stanzetta, mi odia a tal punto da farmi sgridate che neanche i miei genitori se mi vedessero dar fuoco alla casa.
Oggi Mentre pranzavo Laura mi ha chiamato allarmata, implorandomi di correre a casa sua perché suo padre doveva parlarmi. Senza conoscere il motivo, ho pensato volesse sfogarsi con me per qualche suo problema personale. Non nascondo che ho pensato di darle buca simulando forti mal di testa e complicazioni varie. Poi però, preso di coraggio, mi sono presentato davanti al portone di casa sua. Ad accogliermi proprio il signor Biro che con il suo sguardo torvo mi guardava dall'alto verso il basso con aria infuriata. Per fortuna Laura ha accompagnato nello studio del padre dove c'era un potentissimo computer di ultima generazione. Non ne avevo ancora visto uno così evoluto. Mi misi subito al lavoro, il danno non era poi così grave. Nel giro di una ventina di minuti sono riuscito a recuperare una parte dei dati e per fortuna tra questi c'erano gli importantissimi documenti del padre avvocato. Laura era felice e mi ha abbracciato con entusiasmo. Il padre incredulo ha tramutato improvvisamente il suo atteggiamento. Adesso mi sorrideva, dopo un po' ha iniziato ad intrattenermi con battute scherzose, imitazioni, barzellette e aneddoti divertenti sui suoi colleghi e le loro disavventure con i computer. Mi ha persino offerto da bere ripetendomi che sarei potuto andare a trovare Laura in qualsiasi momento. Sulla strada di ritorno verso casa ero incredulo e senza parole. Da quest'esperienza traggo solo un insegnamento -Come ieri, anche oggi un computer mi ha salvato la vita-.

Nei panni di una donna - il diario dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora