Oggi è venerdì diciassette, ciò nonostante è stata un'altra giornata positiva. Questa mattina è venuta qui Martina con il suo portatile nuovo. Quando l'ho vista mi sono sciolto, non ho capito più nulla. Aveva un incredibile luce nel viso, i suoi capelli mossi emanavano un profumo inebriante. Con la sua voce dolce mi ha spiegato quali erano i suoi problemi. Lunedì partirà per Londra, studierà fisica al King's, una delle più prestigiose università d'Inghilterra. Mi ha raccontato come ha fatto a superare gli esami di accesso e quante ore ha dovuto impiegare per perfezionare il suo inglese. È una ragazza determinata, una di quelle che sa cosa vuole dalla vita, a Londra si è organizzata subito, ha già trovato una stanza in un appartamento con altre studentesse inglesi. Poi mi ha mostrato il suo nuovo portatile, un Compaq grigio chiaro, non avevo ancora mai visto un computer di questo colore, sono tutti neri. Il suo problema era il nuovo Windows '98, per un problema di incompatibilità non le permetteva di istallare il software per la visualizzazione delle dispense informatiche della sua nuova università. Sono rimasto sorpreso anche di questo. La sua università era così evoluta da fornire agli studenti, non solo il materiale didattico evitando le solite fastidiose e costose fotocopie ma anche un applicativo per la corretta visualizzazione e navigazione nell'archivio dispense della facoltà. Non ho mai sentito parlare di nulla di simile. Ho avviato il portatile e fatto qualche tentativo di istallazione per capire che genere di messaggi di errore venivano fuori. Aveva ragione lei, il setup era concepito per Windows '95 e benché il '98 avesse mantenuto la compatibilità con i programmi della vecchia edizione, il file non si istallava. Così ho provato ad istallarlo dal prompt di MS DOS, esiste un modo per comunicare al sistema di comportarsi come un Win'95. Dopo una lunga attesa, ipnotizzati dalla clessidra, la finestra di istallazione si chiude inaspettatamente e appare la simpatica dicitura "errore irreversibile". Fantastico. Ho capito che non avevamo gli strumenti per far partire quel programma, così, dopo aver ordinato a mia mamma e i miei fratelli di non usare il telefono, ho avviato il modem è collegato il mio PC ad internet. Martina sosteneva che fosse inutile cercare su internet, ci aveva già provato, si trova solo questo file di setup nel sito dell'università. Io gli ho spiegato che ho altre risorse per le ricerche. Finalmente, dopo il rito di avvio e la fantastica sequenza di suoni per la connessione del modem, vado su Google.com, questo poco diffuso motore di ricerca inventato lo scorso anno che ancora in pochi utilizzano. Per me è fondamentale è rivoluzionario, è l'unico vero motore di ricerca che funziona. Mentre Altavista, Virgilio, Supereva o Yahoo si limitano a cercare i siti che contengono quella determinata parola chiave nelle loro pagine, Google fa di più, oltre a questo cataloga i risultati in base ai link di altri siti che conducono alle pagine individuate. In sostanza riesce a capire anche quali siti possono dare la risposta alla tua ricerca escludendo i siti inutili, quelli che magari sono abbandonati da tempo o meno aggiornati. Questo sistema di priorità si chiama page rank e Larry Page e Sergey Brin, gli inventori di Google, sono alcuni dei miei miti. La potenza di Google ha stupito anche Martina, alla ricerca "Electronic-book+King's+windows'98" come primo risultato è venuta fuori la pagina di un forum di studenti inglesi che chiedevano ad alcuni sviluppatori della facoltà di informatica di King's le istruzioni per l'installazione dell'applicazione su Windows '98. La risposta di un tale CrazyHorse78 che allegava il link del download di un file da sostituire all'interno della cartella contente l'installer. Bingo! Anche se è un caso molto strano, era davvero la soluzione. Martina mi guardava con ammirazione, era davvero sorpresa, più sentivo il suo sguardo puntato addosso mentre armeggiavo con la tastiera, più mi emozionavo e mi distraevo. Avrei voluto tanto stare ancora più a lungo con lei a chiacchierare, ho pure pensato di simulare qualche altro problema pur di trattenerla ancora con me. Ma tanto, sarebbe stato inutile. Lunedì sarà a Londra e io, se tutto andrà bene rimarrò a Catania a lavorare per un po' di tempo. So che la perderò di vista, magari la rivedrò in estate, quando verrà a trovare i suoi. Alla fine, prima di andare via mi ha salutato abbracciandomi, grata di averla aiutata. Sono diventato rosso come un pomodoro, ero rigidissimo.
Dopo un po', approfittando della connessione avviata sono andato a curiosare su un forum a leggere qualcosa su Java. L'ingegner Aloisi ne è un grande sostenitore e, se andrò a lavorare lì, ne vorrei sapere parlare. Sono sempre stato convinto che Java è solo una moda passeggera, uno di quei linguaggi alternativi che non sostituiranno mai il C è il C++. Oltretutto dal pomeriggio del dibattito di cui se ne è parlato anche troppo, confesso che mi faceva pure un po' antipatia.
Tuttavia, come spesso mi accade, mi sono dovuto ricredere su molti aspetti. È un linguaggio potente, un codice snello adatto anche a dispositivi con meno disponibilità di memoria e cpu. La cosa che più mi affascina è la sua storia. Dapprima si chiamava Oak (quercia) e venne pensato nei primi anni novanta da un tale James Gosling con lo scopo di utilizzarlo per il controllo di elettrodomestici e TV. Cambiarono il nome in Java, isola indonesiana famosa per il caffè di cui si dice che abusava Gosling durante le notti davanti al PC a lavorare. Da questo momento mi fa un estrema simpatia, mi ci rivedo in queste persone che dedicano la loro vita per un sogno, qualcosa che può cambiare le sorti dell'informatica. In realtà, in questo caso, Java non fu mai utilizzato per elettrodomestici e ultimamente si sta diffondendo per altri scopi. Peccato che non ho potuto leggere qualcosa in più perché mia sorella ha deciso di accanirsi con il telefono di casa, doveva prenotare il parrucchiere proprio in quel momento. Ho dovuto staccare la connessione. Dopo pranzo mi sono preparato il borsone e ho fatto tirar fuori a mia mamma tutto l'abbigliamento invernale da neve che avevo conservato nel ripostiglio. Domani si va sull'Etna con gli amici. Non vedo l'ora. Anzi, è proprio l'ora di andare a dormire, domani sveglia alle 6:00.
STAI LEGGENDO
Nei panni di una donna - il diario dimenticato
RomanceUn viaggio negli anni '90, attraverso il diario di Alberto, diciannovenne con un'attiva vita sociale, genio dell'informatica e cultore dei videogames, che per inseguire il suo sogno andrà a lavorare lontano da casa. Inizialmente elettrizzato dall'id...