Eccomi ad Ancona, infreddolito e rintanato in un bar, con una tazza di cappuccino fumante accanto nell'attesa dell'ora X. Come previsto sono arrivato con un buon anticipo, tra un ora e dieci minuti dovrò presentarmi alla Ubivison. Ho già trovato la sede, ci sono passato davanti, ma era troppo presto per salire. Si trova nell'ammezzato di un grande edificio residenziale. Ho chiesto alla portinaia e mi ha dato conferma di essere nel posto giusto. Il primissimo Impatto con Ancona è stato strano. Appena uscito dalla stazione mi sono ritrovato in una piazza piena di alberghi. La temperatura è molto più bassa di quella che c'è in questi giorni a Catania, dovuto subito indossare un impermeabile rosso che mi sono portato in caso di pioggia. Non avevo previsto questo freddo e non ho con me un giubbotto.
Non ci sono molte indicazioni in città, fortuna che mi sono portato dietro la stampa di una cartina trovata su internet. Ho imboccato una larghissima strada a doppia corsia in salita verso il centro della città. Il vento gelido mi fendeva il viso il viso. Forse solo sull'Etna ho sentito un simile freddo gelido. Ho camminato con passo spedito, non tanto per la fretta di arrivare a destinazione ma principalmente per cercare di riscaldarmi. Nell'aria di Ancona si sente uno strano odore che non saprei descrivere. Forse di olio fritto quando si raffredda e rimane per ore in padella. Ci saranno diverse industrie, chissà cosa si produce qui. La cosa che però mi ha affascinato molto è il rapporto della città con il mare. Ci sono dei momenti in cui non si nota differenza tra un palazzo e una nave ormeggiata sulla banchina dietro. La città è costruita intorno al porto e non ci sono recinzioni, il lungomare è vicinissimo agli edifici in centro. Sono arrivato in piazza della Repubblica. Questo luogo mi ha messo subito a mio agio. È una parte di città più turistica, ci sono bar, autobus, si vede il campanile della chiesa e un lungo porticato sul lato sinistro. Ho imboccato una strada curva più stretta costeggiata da palazzi antichi, dopo qualche centinaio di metri mi sono ritrovato davanti all'ingresso della Ubivision. Nessuna insegna o targa in prossimità del portone d'accesso. Solo la simpatica portinaia. Sono tornato in piazza della Repubblica e sono entrato in questo bar. Nei due tavolini di fianco a me ci sono alcuni turisti tedeschi e al bancone un gruppo di persone del luogo, sono sicuramente degli operai del porto, hanno una sigla ricamata sulla divisa da lavoro.
Non ho ancora avvisato i miei, avrei già dovuto chiamarli dalla stazione, qui non vedo cabine telefoniche e non ho né soldi spicci né scheda telefonica. Saranno sicuramente preoccupati.
Ho un po' paura di affrontare questo colloquio, mi hanno detto tutti che si tratterà di una chiacchierata per capire che tipo sono e qual'è la mia preparazione generale. Mi rendo conto però, di non essere proprio in forma. Non ho chiuso occhio tutta la notte in autobus. Ho dormito solo un paio d'ore sull'Intercity Roma - Ancona. Non ho dubbi, sui treni si viaggia meglio. Posso distendere meglio le gambe e alzarmi all'occorrenza. Nel mio stesso scomparto c'erano sedute tre signore cinesi che si sono praticamente coricate mettendo ognuna i piedi sul sedile opposto. Organizzazione perfetta. Noto che la gente abituata a viaggiare riesce a dormire ovunque. Io ci provo ma è molto difficile. Ho provato a giocare un po' a Tetris, è il gioco che solitamente mi rilassa prima di dormire ma in questo caso è stato inutile. Durante la notte ho pensato e ripensato i miei ultimi e burrascosi mesi a Catania, la storia con Laura, la Sanisoft, il fine settimana sull'Etna con gli amici, le liti con i miei...è successo di tutto. Avevo trascorso diciotto anni della mia vita senza particolari colpi di scena e poi, improvvisamente, a diciannove anni sono diventato maggiorenne, è finita la scuola ed è cambiato tutto. Mi chiedo se è solo l'inizio di una vita costellata di problematiche oppure è solo un breve periodo di transizione? Sono convinto che il bello dovrà ancora venire. Se solo andasse bene oggi, sarebbe perfetto. Mi farei una vita qui, nuovi amici, ragazze, collaborazioni con Game designer per sviluppare nuovi giochi e soprattutto potrò fondare una software house tutta mia.
Valerio mi ha detto che il capo della Ubisoft si chiama Oliviero Ascari ed è un grande appassionato di programmazione. È lui che ha creato da solo i primi videogames della Ubivision. Sarà un vero genio dell'informatica. Ho scaricato tutti i giochi fatti da lui e ho cercato di comprenderne le logiche che stanno dietro il loro sviluppo. Voglio essere pronto ad ogni domanda. Avrei tutte le carte in regola per fare una buona figura e non vedo l'ora di togliermi il pensiero.
Da quel poco che ho visto di Ancona, penso che ci potrei vivere serenamente. Appare tranquilla, il centro è carino e poi ha il mare, elemento fondamentale per me. Mi rende più tranquillo. Dovrò trovare una stanza dove abitare,cmagari con altri lavoratori del settore. Uscire tutte le sere, aperitivi con gli amici, parlare di videogames, giocare con una Playstation. È così che ho sempre immaginato il mio futuro. Ma adesso forse sto correndo un po'. Sto sognando ad occhi aperti. È un po' presto per tutto ciò. Ia mia immaginazione è come un cavallo imbizzarrito, non riesco più a controllarla. Anche la mia mano, adesso, scrive all'impazzata e la signora alla cassa è già da un po' che mi fissa. Sembrerò un tipo strano, già hanno capito che ero siciliano quando ho ordinato il cornetto che loro chiamano brioche. Il barman mi ha chiesto <<sei siciliano?>>, ho cercato di proseguire il dialogo <<sì, vengo da Catania e sono qui per un colloquio di lavoro>> ma neanche il tempo di farmi finire la frase e stava già parlando con una cliente che era appena entrata. Vorrei capire bene che tipi sono gli Anconetani. È allettante andare a vivere in un posto nuovo, conoscere persone, esplorare luoghi, assaporare cibi e specialità del luogo, scoprire i loro modi dire, di vestire. Speriamo bene. Adesso andrò in cerca di una cabina telefonica, prima che mia madre mandi i Carabinieri a cercarmi con i cani.
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Nei panni di una donna - il diario dimenticato
Storie d'amoreUn viaggio negli anni '90, attraverso il diario di Alberto, diciannovenne con un'attiva vita sociale, genio dell'informatica e cultore dei videogames, che per inseguire il suo sogno andrà a lavorare lontano da casa. Inizialmente elettrizzato dall'id...