10 - 11 - 1999

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In questi giorni mi stanno accadendo una serie di cose strane. Forse comincio a capire che per sopravvivere alla solitudine devo impegnarmi di più e guardare le cose da un'angolazione diversa. Sto un po' forzando le cose. Ieri, ad esempio, appena tornato da lavoro avevo voglia di uscire, ho bussato alla porta di tutti i miei coinquilini. Gli ho chiesto se a qualcuno andava di uscire in centro. Ovviamente avevano tutti da fare. L'unico che sembrava propenso era Nando, il romano. Mi guardava perplesso. Gli ho chiesto <<ma ne conosci gente qui ad Ancona?>>,
<<no>>,
<<ok, ma neanche qualche ragazza? Da quanto tempo sei qui? Non hai colleghe all'università?>>,
<<no, io non ce vojo andà a lezione>>,
<<allora usciamo adesso, vediamo di conoscere gente, che cavolo ci facciamo a casa?>>.
Così si è convinto. Purtroppo, però, non è stata affatto una serata interessante, ci siamo fatti un giro per i locali, lui non ha preso nulla da bere, non sembrava interessato a socializzare con nessuno e osservava le ragazze con aria da maniaco. Dopo un po' ho iniziato ad annoiarmi e siamo rientrati a casa.
Non sarà stata una serata fantastica ma ad ogni modo è stato un passo in avanti, ho capito che devo forzare le cose se voglio cambiarle.
Sabato sono andato a Pescara, Valerio mi ha fatto girare un po' la città che ho trovato molto carina e accogliente. In centro c'è un lungo viale pedonale che conduce al porto fluviale. Ha un bel lungomare. Molto diversa da Ancona. La sento più familiare e ci vivrei volentieri. Valerio mi ha poi mostrato tutti i suoi computer. A casa ha anche diversi Apple computer dei primi anni novanta. Sembra di essere in un museo dell'informatica. Ha dei monitor grandissimi. Poi mi ha mostrato parecchi lavori fatti da lui. È un tipo molto serio. Sempre composto, educato nei modi. Non si scompone mai, neanche per scherzare. Abbiamo mangiato in un locale vicino la casa museo di Gabriele D'Annunzio. Nel pomeriggio ci siamo fatti un altro giro e poi ho preso il treno di ritorno. Anche durante il viaggio ho cercato di socializzare a tutti i costi. Adesso sono più sfacciato e diretto. Non mi importa di apparire per quello che in realtà non sono. C'erano delle ragazze che viaggiavano nello scomparto accanto. Mi sono spostato per sedermi con loro. Non erano belle. Ma non mi importava. Ho bisogno di parlare con la gente, sono fatto così. Poi, ovviamente, mi avranno preso per pazzo, si guardavano tra loro e ridacchiavano. Forse per via del mio accento siciliano o forse apparivo con un corteggiatore folle, non so, ma in ogni caso l'ho fatto ed ero appagato.
Oggi al lavoro, a fine giornata, dopo aver finito tutto quello che dovevo fare ho parlato dieci minuti con Daniele Candiero, anche in quel caso, non avevo molto da dirgli ma mentre si preparava ad andare gli ho fatto un milione di domande. Ho cercato a tutti i costi di estorcergli informazioni personali per capire se fosse di Ancona. Se uscisse la sera. Ho scoperto che convive, in un quartiere di periferia, con una ragazza di Milano, hanno pure una bambina piccola. Così giovane era già papà. Poi, alle nove di sera è andato via. E io sono rimasto solo, come sempre. Nessuna intenzione di andare a casa. Con rassegnazione ho aperto Mirc, sono entrato nel canale #ancona2.0 e con grande tristezza ho constatato che c'erano solo tre persone, tra cui Nicola. Ho parlato con lui dieci minuti. Poi quando stavo per chiudere, rassegnato all'idea di dover rientrare a casa mi sono bloccato un attimo. Ho fissato lo schermo ipnotizzato per qualche minuto, ero stato attraversato da una malsana e bizzarra idea. E se per passarmi il tempo cambiassi di nuovo il mio nick inserendo un nome femminile? A quel punto vorrebbero tutti parlare con me. Una ragazza di vent'anni sarebbe molto ambita in chat. Cosa importa? Otterrei quello che voglio e non mi sentirei più così frustrato. Così ho deciso di farlo. Spinto dalla curiosità mi sono disconnesso per accedere con il nuovo nick veronica19, suona bene, risultava appetitoso anche a me. Appena sono entrato nei canali più diffusi e affollati di irc è stato subito un successo. Più di venti finestrelle mi si sono aperte contemporaneamente sullo schermo. Ero felice. Potevo scegliere io con chi parlare ed ero al centro dell'attenzione. Rispondevo in serie a tutti. Soprattutto le prime battute della chat sono sempre uguali, <<da dove digiti?, come ti chiami?, Età?, cosa cerchi?>>, tutto molto prevedibile. Poi, in una seconda fase diventa più complesso. In sintesi Ho riscontrato tre tipologie di persone. Quelli che dopo una breve conversazione di circostanza vanno subito al sodo e chiedono il numero per Incontrarci. Quelli che cercano di fare forzatamente i simpatici per attirare l'attenzione ed infine quelli più seri, che hanno veramente voglia di chattare e approfondire la conoscenza. Alla fine sono uscito da tutte le room per non essere più contattato con quella frequenza poi ho scartato tutti tranne quelli di quest'ultima categoria. Ho continuato a parlare con tre sole persone ed è stato veramente piacevole. Certo, dovevo stare molto attento a parlare in prima persona al femminile, altrimenti mi avrebbero scoperto in fretta. Sono tutti ragazzi di Ancona più o meno della mia età. Mi hanno raccontato tante cose sui locali della città. I posti più frequentati, le discoteche, i pub. Ma anche le loro avventure. Era come parlare con i miei amici. Tutto molto naturale e piacevole, a volte dimenticavo il fatto che loro fossero convinti di parlare con una ragazza. Il tempo è volato e io mi sentivo bene. Anche questa volta ho dovuto forzare un po' le cose ma alla fine ho ottenuto quello che volevo.

Nei panni di una donna - il diario dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora