È domenica mattina e sono le 12:35. Ieri sera ho fatto tardissimo, con Lorenzo e Giuseppe siamo andati ad una festa a casa di un suo collega di corso. Non ho neanche capito bene chi era dei tanti. È stata veramente una serata pazzesca. Casualmente e fortunatamente c'era anche Melissa con delle sue amiche. Tra queste c'era una ragazza veramente carina, Alessia. Frequenta il primo anno di architettura e ha stile nel vestirsi. Una tipa veramente particolare, non molto alta, capelli corti, occhi verdi e un sorriso disarmante. Lo ammetto, ieri l'ho proprio puntata, come fa un cacciatore con la sua preda. Quando Melissa me l'ha presentata, insieme a tutte le sue altre amiche, mi sono mostrato lieto di conoscerle ma poi mi sono subito defilato, non volevo manifestare troppo interesse. Sono stato un po' con Giuseppe e Lorenzo e facevo finta che non esistesse. Poi, quando ho visto che stava terminando il suo cocktail mi sono spostato vicino alle bibite che erano disposte su un tavolo basso in fondo al salone. La tenevo d'occhio con discrezione. Mi piaceva come si muoveva quando parlava con le sue amiche. Dopo qualche minuto, come previsto, si è avvicinata al tavolo dei drink, tempestivamente ho riempito il mio bicchiere di sangria, poi con la brocca in mano mi sono voltato nella sua direzione proprio quando arrivava. Mi ha sorriso, io ho ricambiato e ho chiesto cosa volesse da bere. Poi le ho consigliato "prova la sangria è ottima!". In realtà non l'avevo neanche ancora assaggiata ma era il modo migliore per stordirla un po'. Fin ora aveva bevuto solo vodka lemon, ora, facendole bere la sangria, che ha una gradazione alcolica più bassa, sarebbe subito diventata brilla. Insomma, volevo solo stordirla un po', giusto per facilitare il primo approccio. Lo so che è diabolica questa tattica ma sono strategie che la vita mi ha insegnato. Di solito piaccio alle ragazze ma non ho certo il fascino di Tom Cruise, qualche altra arma devo inventarmela.
Le ho chiesto informazioni in merito al suo corso di laurea, fingendomi più interessato ad architettura che a lei. Dopo qualche minuto di conversazione ho iniziato a scherzare un po' e lei rideva divertita. Così mi sono sciolto un po'. Quando si sono riavvicinate le sue amiche, con una scusa mi sono nuovamente defilato. Non volevo sembrare appiccicoso. Non ho smesso di tenerla d'occhio e nel momento in cui mi sono accorto che era stanca e non chiacchierava più tanto con le amiche, sono tornato all'attacco. Passando da dietro l'ho urtata leggermente con la spalla, ho chiesto scusa e ho fatto finta che fosse stato un caso. Così, tradendo un attimo di imbarazzo, le ho chiesto "come procede la serata? Ti senti bene?", li è caduta nella trappola esclamando "bene, a parte il caldo, forse ho esagerato con l'alcol". A quel punto è stato facile per me, "...dai, usciamo un po' fuori, così prendi una boccata d'aria, vedrai che ti sentirai meglio" mentre lo dicevo mi stavo già spostando nella direzione della veranda esterna, non le dovevo dare il tempo di riflettere o pensare alle sue amiche. Mi ha seguito, abbiamo fatto una passeggiata fuori, li mi sono mostrato più interessato a lei, alle sue passioni, i suoi sogni. Ho parlato di me. Siamo stati bene, era bello chiacchierare. Poi sono passato all'attacco finale, le ho rivolto qualche complimento, lei è arrossita. Quando ho capito di averla in pugno le ho chiesto se ci potevamo sedere in una panchina in fondo al giardino, da lì non ci poteva vedere nessuno e nel giro di dieci minuti ci stavamo già baciando appassionatamente. Scacco matto! Che soddisfazione quando le mie strategie si rivelano vincenti. È stata un emozione quando le mie labbra si sono unite alle sue. Erano caldissime e morbide. Siamo rimasti in quella panchina fino alle 3:00 del mattino, quando una sua amica è venuta a cercarla per andare via. Ci siamo rimescolati nella confusione, Melissa che aveva osservato tutto mi guardava sorridente ma allo stesso tempo aveva un aria un po' severa. Come a dirmi, sei sempre il solito. Ma che posso farci, mi piace Alessia, è molto attraente. A fine serata ci siamo scambiati i numeri, lei mi ha scritto quello del suo Alcatel portatile e io le ho dettato quello di casa. Comincio a vergognarmi un po' di non avere un telefono portatile. Anche per lei è stata una sorpresa ed era dispiaciuta di non poter inviare SMS. Proprio i messaggi ritengo che siano una delle più interessanti invenzioni degli ultimi anni,. una sorta di chat sempre attiva che non richiede l'utilizzo del computer.
Sono tornato a casa alle 4:30, ho dovuto aspettare Lorenzo che si era messo a parlare con delle ragazze Erasmus spagnole. Sono rimasto con loro fino alla fine.
Finalmente ho dormito senza orari e mio padre non mi ha svegliato. Adesso che non sono più un nullafacente il sabato e la domenica mattina mi lasceranno dormire.
Ho una voglia irrefrenabile di fare mille cose. Voglio giocare, programmare e poi uscire per vedere Alessia.
Da quando ho parlato con Valerio sono stranamente euforico, mi piace farmi attraversare continuamente dalla piacevole idea di andare a lavorare ad Ancona per la Ubivision, avere una stanza in affitto, conoscere migliaia di nuovi amici e sopratutto, seguendo le orme di Jon Hare, potrei creare un gruppo di lavoro per qualche progetto autonomo. Che pensiero appagante. Sono certo che non è così facile come penso. Ma adesso ho voglia di sognare ad occhi aperti.
Il computer mi ha sempre aiutato e mi aiuterà anche questa volta. Trovare un lavoro via chat non è una cosa che ho mai sentito dire in giro. Ma io e il PC abbiamo un rapporto unico.
Il momento di piacere sta svanendo, sento odore di broccoli, mia mamma mi costringerà ad assaggiali. Non li voglio.
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Nei panni di una donna - il diario dimenticato
RomanceUn viaggio negli anni '90, attraverso il diario di Alberto, diciannovenne con un'attiva vita sociale, genio dell'informatica e cultore dei videogames, che per inseguire il suo sogno andrà a lavorare lontano da casa. Inizialmente elettrizzato dall'id...