26 - 9 - 1999

29 4 3
                                    

Ciao quaderno, la giornata di oggi la posso raccontare solo a te. Questa mattina appena ho sentito la sveglia, ho aperto gli occhi e sono rimasto per dieci minuti a fissare il soffitto. Non sentivo fluire le energie mentali indispensabili per affrontare un'altra giornata alla Sanisoft.
Mi sono detto, è venerdì, domani non si lavora! Invece dopo alcuni minuti mi è venuta in mente una malsana idea. Mi sono alzato, ho fatto colazione e mi sono preparato come se nulla fosse. Una volta sceso, ho preso l'auto di mio papà e sono andato in un bar di via Etnea a comprare una scheda telefonica da mille lire. Dalla cabina interna al bar ho chiamato la segreteria della Sanisoft per comunicare che avevo preso l'influenza. A quel punto ero totalmente libero e avevo la Lancia Thema di mio padre. Mi sentivo felice, per un giorno intero potevo assaporare la libertà.
La prima cosa che ho fatto è stata entrare in un internet point in un quartiere alla periferia di Catania. Non potevo rischiare che mi vedesse qualcuno della Sanisoft o mio padre.
Nel computer ho istallato Mirc, un chat client che mi permette di accedere ai canali dei server Irc che preferisco. Questi ambienti sono sempre stati un punto di riferimento per me. Ci sono un paio di chat room in cui si possono scambiare informazioni con hacker, game designer e sviluppatori di ogni genere. È grazie a questi canali e ad alcuni forum stranieri che ho imparato a programmare videogiochi. L'istituto tecnico industriale ma in particolare modo il prof. Verdi, mi hanno dato tanto ma sempre a livello di nozioni di base e rudimenti sulla programmazione. Se oggi sono in grado di sviluppare un videogame da zero è grazie al mio computer e alla connessione internet di casa.
Oggi ho pensato che mettendomi in contatto con altri appassionati presenti nelle chat room avrei ottenuto delle informazioni su software house italiane a cui potrei inviare il curriculum. Così, ho aperto vari canali sul server EFnet, tra cui #gamedev, #gamedevelopment, #gamedevitalia. Sono stranieri ma frequentati da parecchi utenti italiani. A quell'ora del mattino i canali non erano affatto pieni e ho faticato per trovare user on line che fossero realmente davanti al loro PC. Per fortuna i veri appassionati di informatica stanno tutto il giorno davanti al monitor. Ho iniziato diverse conversazioni contemporaneamente. Non amo attendere le risposte e inizio sempre a chattare con almeno sei persone nello stesso momento.
Per un ora intera, ho chiacchierato di tutto e di più e scambiato alcune informazioni video ludiche. Poi ad ognuno di loro ho chiesto di che città fossero e se avrebbero potuto menzionarmi delle valide software house italiane specializzate nello sviluppo di videogame. Ho scoperto che molti di loro in realtà si occupano di altro nella vita. Fanno altri lavori non inerenti al settore e poi per passione si occupano di programmazione. L'unico che mi abbia dato delle informazioni valide è gamemaker77, il suo vero nome è Valerio. Lavora come game designer presso una software house di Ancona chiamata Ubivision. Quel Nome non mi era affatto nuovo. Infatti quando Valerio mi ha detto che si tratta della casa di produzione di Super Tuubs, mi sono subito ricordato. È un gioco nato per Amiga ma poi convertito anche per altre piattaforme. Io non l'ho mai amato. Bisognava incastrare dei tubi con forme differenti all'interno dello spazio di gioco. Manca mano che si riempiva lo schermo era sempre più difficile incastrare i pezzi che comparivano di volta in volta. Per vincere, bisognava riempire integralmente lo schermo con i pezzi di tubo. A pensarci bene ricorda vagamente Tetris, con la differenza che i pezzi non cadono dall'alto per la forza di gravità e soprattutto non si eliminano le righe piene lasciando spazio per altri blocchi.
Adesso la Ubivision a quanto pare si stava occupando di un gioco tridimensionale di motociclismo su pista. Valerio mi ha detto che in questo momento non hanno bisogno di altri sviluppatori ma presto avrebbero dovuto ampliare lo staff in vista di altri progetti. Probabilmente cercheranno persone di esperienza o ingegneri informatici. Ma lui mi consigliava di tentare e che avrebbe parlato bene di me ai soci dell'azienda. È in gamba Valerio, in passato abbiamo collaborato scambiandoci informazioni ma anche files ed elementi grafici da utilizzare per lo sviluppo dei miei videogame. Mi sono preso il suo numero, ha un telefono portatile e si stupiva del fatto che io ancora non ne avessi uno. Mi hanno fatto sempre un po' di antipatia tutte le persone che sfoggiano questo telefono con l'antenna, magari messo nella cintura dei pantaloni con un fodero in pelle, come se fosse una pistola.
Valerio non è il primo che che si stupisce, anche la segretaria della Sanisoft me lo chiese il primo giorno di lavoro. Mia mamma ha tentato di regalarmelo innumerevoli volte, io ho sempre detto che lo avrei lasciato a casa. Io lo so perché ci tengono tanto i miei genitori a regalarmene uno, così potrebbero rintracciarmi in qualsiasi momento. Ne farò a meno finché potrò.
Alla fine ho trascorso tutta la mattinata all'internet point. Per alcuni momenti la sala era vuota e rimaneva solo il proprietario che armeggiava con i computer infettati da virus. Gli ho pure dato dei consigli. Quando sono andato via verso le 13:00 per gratitudine mi ha fatto pagare solo cinquemila lire.
Dopo essermi mangiato un panino acquistato in salumeria, sono andato a cercare Melissa a casa sua. Ma sua mamma mi ha detto che era ancora all'università. Così dopo aver fatto qualche giro sono entrato alla Gameworld, la sala giochi vicino la mia vecchia scuola. Una seconda casa per me. Ho rivissuto le stesse sensazioni di quando non entravo a scuola e passavo intere mattinate a giocare con Street Fighter II, Virtua Tennis o International Superstar Soccer.
Le sale giochi mi hanno sempre affascinato, scoprivo le novità del momento, vedevo videogame che a casa non potevo avere. E poi mi era proibito dai miei genitori frequentare le sale o i bar più scalcinati che avevano i videogame. I divieti alimentano sempre il desiderio. Negli ultimi due anni entro raramente, oramai nei computer di casa e le console hanno tecnicamente raggiunto la qualità dei giochi Coin Op. Il fascino della sala, però, non lo possono trasmettere nessun computer o console.
Ho scambiato tremila lire in gettoni e ho fatto un paio di partite a Mortal Combact e Fatal Fury. Amo giocare con i picchiaduro ma da soli non c'è gusto.
Alle 17:00 sono rientrato a casa, ho detto ai miei che il coordinatore ci aveva lasciato uscire prima del dovuto. Mi sono messo davanti al mio computer e ho iniziato un nuovo progetto. Oggi ho avuto gli stimoli giusti per farlo e non mi sento sfinito come gli altri giorni. Lavorare alla Sanisoft mi annulla gli stimoli. Devo prendere una decisione e lasciar perdere quella azienda di cialtroni. Anzi, non devo dimenticare di inviare l'email con il curriculum e F1M a Valerio. Vado subito. Domani è sabato e potrò stare sveglio fino a tardi con il mio amato P.C.

Nei panni di una donna - il diario dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora