29 -9 - 1999

28 4 0
                                    

Da oggi ho ripreso nuovamente il lavoro. La pausa di tre giorni mi ha fatto tornare alla Sanisoft più sereno e sicuro di me. L'impatto iniziale era stato troppo deludente ed ero destabilizzato. Ora invece, mi muovevo tra gli uffici con più naturalezza. Sono arrivato di buon mattino, c'era solo Anna, la segretaria. Ho preso un caffè con lei. Le ho accennato di Claudio e del suo atteggiamento di chiusura di giovedì scorso. Inizialmente non mi ha detto molto ma, alcune sue espressioni mi hanno fatto intendere che Claudio non piace neanche a lei. Io non ho insistito sull'argomento per delicatezza. Ma dopo un po', mi ha raccontato un paio di voci di corridoio su di lui. A quanto pare è stato il primo programmatore della Sanisoft e Aloisio lo stava per inserire tra i soci dell'azienda. Poi, quando sono entrati nuovi dipendenti sotto il suo coordinamento si è messo nei guai provandoci pesantemente con una tirocinante. La ragazza si è molto infastidita e non ha più voluto proseguire il tirocinio. Per sua sfortuna la tirocinante era la nipote raccomandata dell'assessore regionale alla sanità a cui Aloisio teneva tanto (chissà perché). A causa di questo spiacevole episodio Aloisio non lo ha più tenuti in considerazione come socio e non gli rivolge la parola da anni. Tuttavia è ancor oggi il programmatore più valido dell'azienda e nessuno ha avuto interesse a licenziarlo. Aziende di questa tipologia in sicilia non ce ne sono così Claudio, nonostante tutto, è ancora qui.
Mi è tutto chiaro adesso. Claudio si comporta così con me perché ha paura che io possa un domani sostituirlo e fargli perdere il lavoro.
Si spiega anche la risatina sul volto di Aloisio quando mi ha detto di affiancare Claudio. Probabilmente cerca in tutti i modi di trovare un sostituto per fargliela pagare.
È una brutta storia e a me non interessa certo rubare il posto di Claudio, voglio andare via al più presto da lì. Ho subito architettato una strategia di dialogo. Adesso conoscevo il mio nemico, ero in una posizione di vantaggio.
Appena Claudio è arrivato mi sono fatto trovare accanto alla sua scrivania, l'ho salutato con un sorriso e mi sono scusato per la volta scorsa, "mi devo ancora ambientare, per me è il primo impatto con il lavoro. Non ne capisco molto di questo genere di software e ti confesso che non mi piacciono. Sono qui solo per un breve periodo. Io amo i videogame e presto andrò via da Catania". Ho sottolineato più volte il fatto che non ho alcuna intenzione di rimanere a lungo in quell'azienda. Così facendo ho scongiurato le sue paure. Claudio in un primo momento non ha detto nulla ma si capiva che stava riflettendo sulle mie parole. Poi ho atteso, senza fare domande, le sue operazioni di avvio e preparazione del lavoro da svolgere. È molto metodico. Poi quando ha iniziato a lavorare mi ha chiesto timidamente e a bassa voce "che genere di videogames progetti". Iì ho capito che ero sulla strada giusta. Ha dato il primo segno di apertura. Così ho risposto in maniera molto sintetica, non volevo annoiarlo "adoro ogni tipo di videogame, in particolare gli Arcade, quelli di sport e i manageriali..." Sulla parola manageriali si è voltato a guardarmi per un attimo, ha accennato un sorriso e mi ha detto che anche lui è un appassionato di videogames. Non riuscivo a credere alle mie orecchie. L'abbrutito programmatore che avevo tanto odiato ha delle passioni in comune con me. Così gli ho parlato del mio F1M, di tutte le difficoltà che ho dovuto superare per completarlo. Lui ascoltava attento. Mi ha parlato di un gioco manageriale di tennis sviluppato da lui qualche anno fa per il Commodore Amiga. Mi sono incuriosito e gli ho chiesto di farmi avere il dischetto per provarlo.
Dopo questo breve dialogo siamo andati a prendere il caffè insieme, era visibilmente più rilassato in viso, quando siamo passati davanti al desk della segreteria, Anna ci osservava incredula. Ha capito che mi ero dato da fare per conquistare la fiducia di Claudio.
Abbiamo lavorato tutto il giorno, mi ha pure spiegato qualche trucchetto che usa per scrivere codici più brevi e mi ha confessato di non condividere le scelte aziendali di Aloisio. Ha parlato di come la Sanisoft abbia abbandonato da tempo i primi software integralmente programmati dal suo staff. Dedicandosi invece allo sviluppo e l'implementazione di programmi acquistati da altre software house spagnole. In sostanza si limitavano a tradurre e riadattare l'interfaccia per gli utenti italiani. Poi in base alle richieste e le segnalazioni aggiustavano il tiro migliorando qualcosa. Lui raccontava e io lo ascoltavo scandalizzato. Ai miei occhi Aloisi, adesso mi sembra solo un cialtrone.
A fine giornata, prima di salutarci, abbiamo continuato a parlare di videogames. Mi ha suggerito di andare via dall'Italia, le software house del nostro paese sono ancora molto indietro rispetto agli Stati Uniti, al Giappone e alla Spagna. Lui ad un certo punto della sua vita era sul punto di andare via ma poi si è sposato e con i figli da mantenere non ha avuto il coraggio di fare una scelta simile. Ho chiesto se conoscesse delle aziende a cui inviare il curriculum. Mi ha parlato di un suo amico che da poco è diventato game designer per la Rockstar Games nella sede di New York. Magari potessi andare lì. Ma sarebbe complesso. Gli ho chiesto comunque l'email del suo amico.
Tornando a casa ho riflettuto un po' su Claudio. In fondo non era una cattiva persona, è solo deluso dalla vita. Non ha più stimoli e in fondo non è neanche poi così grande di età. Le sue prospettive lo deludono di giorno in giorno e con i bambini non ha alternative. Sicuramente è anche pentito per aver fatto quegli errori che gli hanno impedito di fare carriera all'interno della Sanisoft. Non poteva sapere che quella ragazza era la nipote dell'assessore e magari non è detto che abbia fatto nulla di così esagerato, le voci di corridoio sono sempre alimentate dalle malelingue.
In sintesi oggi la giornata è volata e mi sento pure pieno di energie. Prima di rientrare a casa sono passato dall'internet point per chattare un po' prima della chiusura. Ho cercato Valerio e altri amici sviluppatori, se alla Ubivision non mi chiamano devo trovare alternative valide. Ma il tempo è volato e non ho trovato niente. Quando il gestore del negozio ha iniziato a spegnere gli altri computer sono andato via. Bisognerà avere molta pazienza.

Nei panni di una donna - il diario dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora