30 - 11 - 1999

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È mezzanotte, sono rientrato a casa proprio pochi minuti fa. Mi viene da ridere, in questa città mi sento come se fossi in un Truman Show o ancora peggio su scherzi a parte. Tutte le volte che cerco di fare qualcosa che esuli dalla routine casa-lavoro mi ritrovo nei pasticci o in situazioni paradossali e imbarazzanti. Come questa sera. Ma ricominciamo tutto da capo, voglio scrivere tutto sin dall'inizio.
Nando permettendo, mentre sto qua a scrivere sta facendo un casino nella stanza accanto gridando e cantando. Non si capisce più quando è sveglio o le volte che fa il nottambulo. Ieri durante la notte mi sono alzato per andare in bagno e l'ho trovato in cucina rivolto verso i fornelli che gridava <<passa la palla, dai! Passa la palla, sono libero>> e si agitava. Ho tentato di parlargli ma non mi vedeva neanche. Alla fine ho deciso di lasciarlo giocare, è completamente matto -

Ieri nella pausa pranzo sono rimasto a mangiare un panino davanti al computer, avevo voglia di chattare un po'. Ho visto che su #ancona2.0 c'erano un paio di ragazze, così ho provato a contattarle in privato. Una in particolare, angelina24 si è rivelata una piacevole compagnia per tutta la mia pausa. Era gentile, rispondeva sempre, era anche molto acuta nelle sue osservazioni. Abbiamo chiacchierato un po'. Solitamente in chat le ragazze scrivono a raffica, chattano con tre o quattro persone contemporaneamente, tendono ad offendersi facilmente e spesso dicono cose infantili. angelina24 no. Lei da questo punto di vista si è rivelata l'interlocutore perfetto. Quando ho dovuto riprendere a lavorare ci siamo dati appuntamento in chat la sera stessa, anche lei era felice di parlare con me <<finalmente una persona seria! che non dice parolacce o cose di cattivo gusto...>>.
Rallegrato da questa gradevole conversazione ho affrontato il pomeriggio al lavoro con maggiore leggerezza rispetto agli altri giorni. Lo sviluppo del videogame procede bene ma le pressioni psicologiche da parte di alcuni colleghi si fanno sentire sempre più. C'è una brutta aria e fin quando la mia parte di lavoro dipende solo da me tutto fila liscio ma quando per qualche motivo di "squadra" sono costretto a dipendere da altri, ecco che tutto va a rotoli. Si percepisce una tendenza a mettermi i bastoni tra le ruote per rallentarmi e trascinarmi nella loro macchina della lentezza. Fanno di tutto per non permettermi di raggiungere il mio risultato settimanale e io vado su tutte le furie. Le prime volte chiedevo con insistenza i files che mi servivano per continuare ma mantenevo sempre un certo garbo. Non manifestavo nervosismo. Negli ultimi giorni invece ho perso la pazienza. Daniele, che è l'unico di cui mi posso fidare, mi dice di andarmi a lamentare dal capo. Io, non lo faccio, per quel poco che l'ho conosciuto, Oliviero, ho capito che non ama questi problemi tra colleghi e se la prenderebbe anche con me, per non parlare della reazione degli altri nei miei confronti dopo il suo rimprovero. Creerei più problemi. Così ho cominciato ad essere più duro con loro. Gli do delle scadenze, li disturbo in continuazione, li presso, ma senza alcun risultato. Venerdì scorso mi hanno dato un file che mi serviva per finire alle nove di sera. Ho dovuto fare le ore piccole per finire e come se non bastasse Enrico Bosco, che è rimasto lì per controllare me lo ha fatto pesare, avvalorando la sua tesi per cui io farei gli straordinari cono lo scopo di mettere in cattiva luce i colleghi che non fanno in tempo a finire. Non li sopporto più. Giovedì ho parlato con Valerio, lui è in un altro team di progetto, non può aiutarmi in nessun modo ma mi ha consigliato di stare calmo e continuare così, prima o poi, se io non gli darò sazio la smetteranno. Su questo ha ragione mio padre, nel mondo del lavoro, ovunque andrò troverò dei problemi e mi lamenterò. I colleghi stronzi vengono sempre a galla.
In serata, quando ho finito di fare tutto quello che che avevo programmato ho riaperto la chat. Come concordato angelina24 era lì, ad aspettarmi. L'ho immaginata una ragazza seria, gradevole, molto educata e solitaria. Le ho chiesto se studia, ma a quanto pare sta a casa tutto il giorno, dice che si riposa. Evidentemente aiuterà i genitori con le faccende di casa. Ho parlato con lei tutta la sera, anche dei miei problemi al lavoro, ha compreso perfettamente il mio stato d'animo, mi ha dato buoni consigli, è molto intelligente. Alla fine si sono fatte le dieci ed ero ancora lì, avevo una fame da lupi, così le ho chiesto se ci saremmo sentiti l'indomani. Lei è stata molto disponibile e mi ha detto che una sera potremmo anche vederci. Così ho colto la palla al balzo e le ho dato appuntamento l'indomani sera, cioè oggi. Ero felicissimo, nonostante l'ultima terribile esperienza ero fiducioso, immaginavo che questa volta non sarebbe stata sicuramente una tossica. Al massimo non mi sarebbe piaciuta fisicamente ma ho pensato che almeno adesso avrei finalmente avuto un'amica ad Ancona.
Oggi appena tornato da lavoro sono andato direttamente in piazza della Repubblica, l'appuntamento era lì in un caffè. Sono arrivato con dieci minuti di anticipo. Mi sono guardato intorno ma c'era poca gente, solo una coppia seduta in un tavolo, una signora anziana che leggeva un romanzo e due ragazzini che giocavano vicino ai tavoli. Per ammazzare il tempo mi sono fatto una passeggiata verso il lungomare ma poi sono tornato subito al bar ho pensato che era meglio farmi trovare lì davanti, negli appuntamenti al buio ci sono delle ragazze che prima di avvicinarsi e farsi riconoscere vogliono prima vedere chi stanno per incontrare.
Ero appena arrivato davanti all'ingresso del caffê quando ho sentito pronunciare il mio nome, mi sono guardato intorno ma non ho visto nessuno. Poi la seconda volta. Ho avuto un attimo di smarrimento e appena ho realizzato sono rimasto interdetto per diversi secondi, non ci volevo credere, mi stava chiamando proprio la signora anziana seduta al tavolo da prima che arrivassi. La simpatica vecchietta rideva divertita dalla mia espressione <<siediti figliuolo, non te l'aspettavi eh?>>,
<<beh, a dire il vero no...>>,
<<non sempre tutto è come lo si può immaginare>>,
<<in che senso, non poteva dirmelo?>>, ho replicato infastidito,
<<cosa?>>,
<<la verità, che non era una ragazza di 24 anni...>>,
<<io non ho detto bugie, ho solo omesso di dire la mia età, tu non me l'hai chiesta>>,
<<si, ma nel suo nickname risulta 24 anni, per questo non ho chiesto, lo avevo dato per scontato>>,
<<risulta 24 perché sono nata nel 1924>>, la sua risata era coinvolgente, mi sentivo preso in giro però alla fine l'ho presa bene e mi sono messo a ridere anche io,
<<tu credi che se io scrivessi la mia età nel nickname qualcuno parlerebbe con me? Fidati figliolo, nessuno parla con te se hai più di cinquant'anni>>, in quel momento ho capito. Quella signora era nella mia stessa situazione, in chat, per essere considerati bisogna essere di sesso femminile e oltretutto giovani. Tutto sommato la signora Angelina ha fatto la stessa cosa che faccio io, ha modificato il nickname, poche lettere di differenza o un numero possono cambiare tutto.
<<dimmi un po', tu avresti continuato a chattare con me se ti fossi accorto che ho più di settant'anni?>>,
<<non lo so, ad essere sinceri no, più che altro perché cerco una ragazza>>,
<<quindi, come tutti, usi le chat solo per cercare ragazze?>>,
<<no no, io amo le chat per conoscere gente nuova e chiacchierare ma in questo periodo sento l'esigenza di incontrare una ragazza, non conosco nessuno qui ad Ancona>>, ho deciso di dirle la verità, alla fine cosa importava, era una situazione buffa ed imbarazzante ma la signora è simpatica e colta, dopo un po' mi sono sentito in vena di parlare sinceramente e sfogarmi. Le ho raccontato tutto, dal mio primo giorno ad Ancona a tutte le avventure e sventure in chat. Mi ascoltava con attenzione. È una signora elegante, doveva essere una bella donna da giovane. Mi ha raccontato molto di lei. Ha perso il marito una decina di anni fa e da quando i figli si sono trasferiti a Berlino per lavoro lei è rimasta sola ad Ancona. Ha una signora filippina in casa che l'aiuta e ha imparato da lei ad usare la chat per comunicare. Dopo un ora che chiacchieravamo mi sono reso conto che in fondo non è stata affatto una serata persa. Avevo bisogno di uscire e parlare con qualcuno. E poi è stata veramente una situazione divertente, abbiamo riso tanto e so di aver fatto anche una buona azione tenendo compagnia ad una signora sola. Non oso immaginare chi siano le altre ragazze con cui parlo in chat, dopo una tossica in overdose e una signora di quasi ottant'anni per completare l'opera mi mancano solo la suora e la psicopatica. Non me ne farò mancare nessuna, oramai sono in ballo e ci voglio provare fino alla fine.

Nei panni di una donna - il diario dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora