22 - 12 - 1999

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Eccomi in volo, sono finalmente sull'areo. Subito dopo il decollo mi sono sentito più leggero. È come se avessi lasciato a terra tutte le mie frustrazioni. Sono volato via nel vero senso della parola. Ultimamente ho immaginato tanto questo giorno, ho pensato alla mia Catania che spesso criticavo ma che adesso è Pandora dei miei pensieri. Non vedo l'ora di atterrare è rivedere tutti.
Gli ultimi giorni al lavoro sono stati durissimi, tutta la squadra doveva finire la demo prima di andare in vacanza. Oliviero ci ha voluto fare terminare il livello del gioco prima delle ferie. Così tutti quanti possiamo andare in vacanza con il CD-ROM del gioco e fare da beta tester per trovare eventuali bug. Gennaio ci servirà per sistemare tutto e renderlo perfetto. Già il livello ha preso forma. Ieri ho provato a giocarci anche io. Durante l'esperienza di gioco si percepisce un'inquietudine, un'ansia dovuta alla tensione. In qualsiasi istante può arrivare chiunque da dietro e spararmi. Bisogna guardarsi sempre attorno e non c'è mai un luogo sicuro. Le variabili sono così tante che neanche noi che lo abbiamo creato riusciamo a prevedere i movimenti dei nemici. Questo lo rende molto più interessante. Chi ci giocherà tutti i giorni non sarà mai sicuro di poter superare con semplicità il livello. Oliviero ha lavorato tanto su quest'aspetto, era l'argomento principale di ogni riunione. I risultati si vedono e questa per me è una soddisfazione.
Ho anche chattato molto questa settimana. Tutte le volte che ero in attesa dei miei colleghi per completare qualcosa entravo su Mirc. La noia mi ha portato ad esplorare nuovi canali. Mi sono ritrovato a chattare con transessuali, travestiti, gay, bisessuali e persone di ogni tipo. Mi sentivo uno psicologo che indaga sulle diversità. Improvvisamente mi è venuta voglia di scoprire altro. Volevo capire cosa passa per la testa a queste persone così diverse da me. Invece, parlandoci mi sono reso conto di una cosa. Non sono molto diverse da me, molti hanno solo dei gusti sessuali differenti. Ma se l'argomento non è il sesso non cambia nulla. Lo so, magari è scontato quello che sto pensando ma per me non lo era. Ci facciamo tutti un'idea delle persone senza conoscerle e c'è le teniamo come pregiudizio. Ero convinto che un transessuale fosse una persona con gravi disturbi mentali tali da portarlo a prendere delle decisioni eccessive, come quella di trasformarsi in donna. Invece non è vero nulla. Ho parlato una mattina intera con Fosca. Lui o lei, è una persona molto profonda e sensibile. Ha capito subito che non la contattavo con secondi fini e che avevo solo voglia di parlare. Così abbiamo chiacchierato tanto. Dopo un po' ero a mio agio, è stato piacevole parlare e non pensavo più di stare conversando con una persona fuori di testa o un pervertito. Questa forse è anche la forza delle chat. Ti mettono di fronte all'anima dell'altra persona. Si annullano l'aspetto fisico, il suono della voce, le cadenze, gli accenti dei vari luoghi di provenienza, i modi di fare, gli odori, il modo di vestire, insomma, tutto. Resta solo il pensiero dell'altra persona. Le affinità nascono così. Questo l'ho potuto notare anche con Angelina, quella signora settantenne che poi ho anche incontrato. Fin quando parlavo in chat con lei c'era affinità, ho deciso di uscirci. Poi l'ho vista e mi sono reso conto che nella vita reale non avrei mai chiesto di uscire ad una signora di una certa età e non ci avrei fatto neanche quelle lunghe discussioni su Mirc. Con una signora non parlerei liberamente come se fosse un'amica. Anche il caso della ragazza tossica, in strada l'avrei scansata, nel senso che non l'avrei mai frequentata, invece ho chattato a lungo anche con lei. La chat mi sta dando tante esperienze ma al tempo stesso mi sta regalando delle lezioni di vita. Mi permette di capire qualcosa in più sulle persone ed è la mia zona di fuga dalla vita reale che per il momento non mi soddisfa appieno. In generale, resta il fatto che non sto attraversando un periodo di pace con me stesso.
Questa pausa natalizia mi servirà per ricaricarmi e staccare un po' il cervello. Devo assolutamente ritrovare un equilibrio che ho lasciato a Catania per portarlo con me ad Ancona. Non sarà facile ma sento che ancora non sono sereno. Se penso che è questo stesso il mio futuro mi viene da piangere, sento che il meglio deve ancora venire. Anche se il mio sogno è sempre stato di fare questo lavoro, non è esattamente così che lo immaginavo il mio futuro. Mancano gli amici, una ragazza e la serenità che forse adesso solo la mia famiglia mi può dare. Quando sento parlare i miei colleghi che la sera prendono un treno e in mezz'ora sono a casa dalla loro famiglia, li invidio un po'. Mi è mancato il calore di una famiglia. Poi, andare ad abitare in quella casa maledetta, fredda e inutile è stato il colpo di grazia. Non aiuta affatto. I miei coinquilini sono asociali, uno è dissociato, l'altro è fuori di testa e l'altro ancora mi odia. Dalla mia finestra si vede solo un muro, sotto non c'è mai nessuno e la mia stanza è praticamente vuota. Sembra una punizione. Ora però devo smetterla di pensarci, sono in volo e per il momento è tutto finito, tra poco sarò al sicuro nel nido. Non vedo l'ora e sento che solo cose buone stanno per attendermi. In fondo, credo di meritarmelo.

Nei panni di una donna - il diario dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora