Il diciassette ottobre si avvicina sempre di più, il mio incubo maggiore è non riuscire ad arrivare in tempo alla sede di Ubivision per il colloquio. Sono stato più organizzato e meticoloso del solito per organizzare questo viaggio. Ho già acquistato il biglietto dell'autobus per Roma e tramite un'agenzia viaggi ho fatto quello del treno Roma Tiburtina - Ancona. Tutto con largo anticipo. L'appuntamento è fissato per le 11:00 e io sarò ad Ancona già alle 9:50. Quando ho impegni importanti preferisco aspettare piuttosto che rischiare di arrivare in ritardo.
Poi ho studiato un ritorno strategico. Se riuscirò a prendere il treno da Ancona entro le 16:00 ritornerò a Roma Tiburtina in tempo per l'autobus delle 20:00 per Catania ed eviterò di pernottare ad Ancona. In pratica dormirò sull'autobus per due giorni consecutivi. Sono sacrifici che sono disposto a fare per inseguire i miei sogni. Magari arriverò davanti al capo della Ubivision con la faccia stravolta e puzzerò come un clochard ma non m'importa. Nessuno dovrà ostacolarmi. Domani sera alle 19:00 sarò già seduto sull'autobus con il mio ormai logoro zainetto Invicta, il Game Boy e due pacchi di batterie stilo di riserva.
Ai miei genitori lo dirà mia sorella quando sarò già in viaggio. Subirà le ire di mio padre e le grida scandalizzate di mia madre. Se la prenderanno a morte con lei. Emilia è sempre stata la figlia modello, mai un rimprovero, una carriera scolastica esemplare. Adesso si accinge a rompere quest'aura di perfezione rischiando di pagarne amare conseguenza. Mi scende una lacrima al solo pensiero del grande sacrificio che si è offerta spontaneamente di fare pur di rendermi felice. È un tesoro, io non so se avrei fatto lo stesso per lei. Riesce sempre a stupirmi. Vado ad abbracciarla ogni volta che la vedo. Dopo diciannove anni di stupidi litigi per il telefono, il computer o altre stupidaggini, adesso sono emersi in superficie i veri sentimenti che dovrebbero legare un fratello e una sorella. Lei è l'unica che mi capisce e la sola che può farlo. Non dimenticherò mai questi gesti. Mi ha incoraggiato, mi ha dato i soldi, mi ha suggerito le modalità di viaggio e adesso affronterà pure le conseguenze. Amo mia sorella.
In questi giorni non sono andato alla Sanisoft, oramai avevo raccontato la frottola che mi sarei dovuto ricoverare per una operazione ai calcoli. E visto che non ho trovstoun lavoro per recuperare i soldi del viaggio, mi sono ritrovato ogni mattina a girare come un folle per la città. Mi sono reso conto che in città non esiste un luogo dove trascorrere il tempo. A parte sale giochi o internet point non ci sono luoghi di incontro. Ho scoperto la biblioteca della facoltà di ingegneria. È piena di libri e tesi di informatica. In realtà per prenderli sarebbe necessario il libretto universitario. Per fortuna che lunedì ho incontrato Luigi, un amico che studia ingegneria, quando è in aula a seguire le lezioni mi lascia il suo libretto così posso stare in biblioteca tutto il tempo che voglio. Ho potuto leggere un bel po' di cose. Mi incuriosisce il mondo degli hacker, ci sono diverse tesi universitarie sull'argomento e io le divoro con passione. Mi perdo nel tempo e nello spazio, non so più che ore sono quando leggo qualcosa che spieghi le imprese degli hacker. A scuola qualcuno mi definiva scherzosamente "hacker". In realtà non ho nulla a che fare con questi geni dell'informatica. Loro non si limitano, come me, ad utilizzare al massimo i sistemi ma si addentrano nei meandri della rete per intervenire e lasciare il segno. Sono l'incubo di tutti i sistemi di sicurezza. Mi ha sorpreso molto scoprire come uno dei primi hacker della storia non aveva a che fare con i computer. John Draper, conosciuto anche come "Cap'n Crunch", nome di una marca di cereali all'interno dei quali trovò un fischietto giocattolo. Negli anni 60 scoprì che il fischietto serviva anche per ottenere telefonate gratuite, bastava emettere un certo tono al momento giusto. Draper cominciò a sfruttarlo. Aveva capito che quei fischietti potevano generare un tono a 2600 MHz, la frequenza usata per segnalare una linea attiva, riuscendo così ad "ingannare" le compagnie telefoniche. Divenne un pioniere di questa tecnica, conosciuta come "phreaking". Purtroppo nel 1972 fu arrestato a causa di indagini a seguito di segnalazioni della compagnia telefonica. L'impresa di Draper diede il via ad un intero movimento, incentrato sul phreaking. Nacque un gruppo chiamato "2600", in molti cercarono il modo di non pagare le chiamate telefoniche. Tra questi Steve Wozniak e Steve Jobs i fondatori della Apple. Loro perfezionarono la tecnica di Draper, dando vita alla "Blue Box". Un dispositivo capace di produrre suoni alle frequenze necessarie per ingannare i sistemi telefonici. I due amici continuarono ad usare la Blue box per le chiamate e non contenti cominciarono a venderla. La semplicità e il prezzo contenuto ne fecero velocemente un oggetto popolare nell'ambiente degli appassionati.
Il telefono era il primo sistema preso di mira dagli hacker. È molto affascinante anche la storia di Kevin Mitnik l'uomo che seminò il panico riuscendo a deviare chiamate telefoniche e accedendo a dati personali di centinaia di utenti telefonici. Nel 1983 Mitnick mise a segno il suo colpo più eclatante, un hack davvero impressionante. All'epoca era uno studente dell'Università della Carolina del Sud. Tramite uno dei computers della facoltà, riuscì ad accedere ad ARPANet, l'antenato di Internet, che all'epoca era riservato all'esercito, alle grosse compagnie e alle università. Mitnick raggiunse i computer del Pentagono e diede sfogo alla sua curiosità. Un amministratore rilevò delle anomalie, l'hacker fu scoperto e arrestato nel campus dell'università. Successivamente fu processato e condannato per accesso illegale a sistemi informatici di stato. Successivamente fece altri attacchi ben più difficili da rintracciare ma fu scoperto e nuovamente arrestato.
Tutte queste storie mi fanno impazzire. Trovo produttivo questo periodo di libertà assoluta. Con la macchina di mio padre posso andare in giro indisturbato per la città a fare quello che mi pare, mentre tutti pensano che sono al lavoro. Passerei la vita così.
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Nei panni di una donna - il diario dimenticato
RomanceUn viaggio negli anni '90, attraverso il diario di Alberto, diciannovenne con un'attiva vita sociale, genio dell'informatica e cultore dei videogames, che per inseguire il suo sogno andrà a lavorare lontano da casa. Inizialmente elettrizzato dall'id...