Capitolo 8

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Era ormai trascorso un mese e nessun cambiamento nella vista di Haldir era accaduto, da giorni si sottoponeva ad esperimenti, magie e tentativi, più o meno dolorosi, dello stregone, ma non aveva avuto miglioramenti.

"Mi dispiace, Haldir..." aveva detto un giorno Gandalf.

"Non ti dispiacere. Non è colpa tua se sono così..." ribatté subito il guardiano "Puoi far tornare Thranduil? Ho bisogno di riposare" chiese sincero Haldir, abbattuto. Si era convenuto che il re di Bosco Atro trascorresse le ore, in cui Gandalf era con Haldir, fuori dalla stanza, non riuscendo a sopportare le urla del guardiano quando alcune prove diventavano troppo dure e interrompendo ripetutamente lo stregone.

Thranduil rientrò immediatamente salutando lo stregone e chiudendo la porta.

"Ti ha fatto male?" lo chiedeva ogni giorno, preoccupato. Haldir scosse la testa, ma l'espressione del suo visto diceva ben altro.

"Haldir, non mentirmi..." sussurrò il sovrano.

"Un po'..." ma sorrideva nel dirlo cercando di non far pesare quella sensazione. Thranduil l'abbracciò trascinandoselo fra le braccia e deponendolo sul letto, sapeva che dopo ogni seduta Haldir era stremato e aveva bisogno di riposare. Lo stese sul letto coprendolo da una spessa coperta e si stese poi al suo fianco trascinandolo contro di se stringendolo forte.

"Ieri ho spedito un messaggero a Imladris"

"Se avessi voluto avresti potuto parlargli con la mente..."

"Credimi, meglio di no"




Aragorn era uscito all'alba richiamato da alcuni messaggeri appena giunti a Gondor.

Riuscì a liberarsi solo un paio di ore dopo e colse l'occasione per rientrare nelle sue stanze andando a salutare Legolas che dormiva beato quando lo aveva lasciato. In realtà era preoccupato, da un mese a quella parte Legolas dormiva e anche spesso, cosa strana per un elfo che di solito non dormiva, gli bastava sedersi e riposare per qualche ora, spesso anche ad occhi aperti. Aprì la stanza, ma Legolas non c'era.

"Legolas!" lo chiamò non ricevendo risposta. Probabilmente era uscito, ma la porta della camera da letto era ancora chiusa.

"Las! Sei ancora a letto?" Si avvicinò aprendo delicatamente.

Legolas era a terra, svenuto, i capelli scompigliati attorno alla testa.

"Legolas!" si lanciò su di lui sorreggendogli il capo "Legolas, edro hin le!" ("Legolas,apri gli occhi!") disse accarezzandogli il viso. Pochi attimi dopo Legolas riaprì faticosamente gli occhi.

"Lle tyava quel?" ("Ti senti bene?") chiese agitato Aragorn stringendolo a se. Legolas non rispose, ancora stordito e riuscendo a stento a tenere aperti gli occhi.

"Devo chiamare qualcuno..."

"No!" fu l'unica cosa che riuscì a dire Legolas "Dartho na nin..." ("Resta con me...") sussurrò poco dopo. Aragorn lo strinse ancora di più a se, sedendosi a terra e trascinandoselo in grembo.

"Man mathach?" ("Cosa senti?") chiese Aragorn seppellendo il viso nei capelli del biondo.

"Uuma dela..." ("Non preoccuparti...") sussurrò l'elfo.

"Legolas..." lo scostò per vederlo in viso, ma l'elfo non si decideva ad alzare gli occhi che teneva fissi al suo petto.

"Esteliach nin Estel?" ("Ti fidi di me Estel?") chiese flebilmente. Aragorn lo guardò aggrottando le sopracciglia.

I will always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora