CAPITOLO 46

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"Non è ancora l'alba, torna a riposare" disse Erestor quando vide il soldato aggirarsi per la stanza.

"Erestor..."

"Glorfindel ti prego! Domani mattina partirò anch'io, mi hai chiesto di riposare con te, non credevo che avessi intenzione di torturarmi!"

"Ti devo chiedere una cosa e ho bisogno che tu venga come me..."

"Glorfindel..."
"Devo scendere da Gildor. Ti prego ho bisogno di lasciarlo andare, ho bisogno che sia così ma da solo non riesco. Sono ottant'anni che non scendo la sotto, non sono mai riuscito a credere che lui fosse li. Mi capisci? Ho bisogno che tu venga con me. Non ce la farei da solo...ti prego"

"Glorfindel..." disse alzandosi in piedi posandogli una mano sotto al mento facendogli alzare il viso "Verrò con te se questo può farti star meglio..." Il soldato annuì diverse volte guardando a terra prima di alzare lo sguardo sui limpidi occhi di Erestor.

"Che c'è?"

"Perchè non me lo hai detto prima?" chiese Glorfindel.

"Oh ti prego, se ti dovessi raccontare ogni minimo anno di questi duemila potremmo impiegarci giorni, non te l'ho detto e basta. Avrei dovuto? Col senno di poi si, ho sbagliato? Non lo so, forse si, forse no...forse è stato semplicemente giusto così..." disse prendendo le mani fra le sue "So benissimo che non siamo ancora nulla insieme e solo il futuro potrà dirci se lo diventeremo o no...vuoi che ti accompagni ora?" chiese.

"Grazie..." sussurrò appena il soldato.

Erestor lo trascinò fino nei sotterranei di Imladris dove erano sepolti i valorosi elfi che erano caduti nel corso dei secoli.

"Scendi spesso qua giù?"

"Ogni volta che posso, sono quasi due settimane che però non ho un attimo per metterci piede se non per qualche minuto...scusa se vedi un po' di disordine" disse aprendo una grata di ferro battuto finemente decorata.

"Questo lo chiami disordine Erestor?" disse Glorfindel sgranando gli occhi di fronte alla perfezione di quel luogo. Ogni minimo raggio della luna era convogliato, per mezzo di specchi, a quel piano sotterraneo e il marmo bianco rischiarava l'ambiente.

"Elrond mi diede l'impegno di prendermi cura di questo posto quando non trovava la forza di scendere a visitare Gil Galad..."

"Voglio fermarmi anche da lui" disse Glorfindel.

"Vieni..." sorrise appena Erestor "E così me ne sono sempre presto cura da quel momento, spesso quando posso vengo qui a pensare" Glorfindel avvertì un velo di malinconia nelle sue parole quando l'elfo moro indico una panca di fronte alla statua raffigurante Gil-Galad.

"Sai credo che lui mi senta a volte..."

"Non può sentirti Erestor..."

"Credi a quello che vuoi miscredente, io mi sento meglio dopo avergli parlato e ho come l'impressione che lui sia qui in giro. Fra queste pareti, su queste scale..."

Glorfindel toccò la statua di Gil-Galad e fece un inchino.

"Mio signore..." sussurrò malinconico.

"Vuoi vedere Gildor?" Glorfindel annuì "Per di qua seguimi" disse "Sapevo che prima o poi l'avresti voluto vedere...trovo che questo sia un posto molto indicato per lui"

Glorfindel rimase a bocca aperta quando vide la statua raffigurante il suo compagno illuminata direttamente dalla luce della luna. Le sue spade incrociate sopra il sepolcro non mostravano un filo di polvere e le frecce facevano parte di una decorazione appesa sul muro di fianco a una larga lapide.

I will always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora