Capitolo 16

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Thranduil aveva rivisto una speranza nei teneri occhi delle piccola Aranel, gli dispiaceva trascorrere il suo tempo con la nipote cercando di farle sviluppare il suo dono invece di giocare con lei o fare delle semplici passeggiate, ma sapeva che una volta che Haldir avesse riavuto la vista sarebbe tornato tutto come prima.

Legolas e Aragorn stavano rientrando a palazzo dopo una passeggiata a cui il sovrano di Gondor era stato obbligato dall'elfo non riuscendo più a stare fermo dopo un riposo di diverse ore imposto da lord Elrond. Trovarono Thranduil nella deserta sala dei ricevimenti, ormai finiti da un pezzo per quel giorno, con Aranel seduta di fronte a lui.

"Guardate..." disse tagliandosi la mano sinistra con una sottile lama.

"No!" urlò Legolas preso alla sprovvista.

"Va tutto bene..." disse rivolto al figlio "Aranel sai cosa fare..." sorrise ritornando a guardare la piccola che strinse la mano sana tra le sue. Lentamente la ferita si rimarginò e poi scomparì del tutto lasciando solo una sottile rivolo di sangue fresco che il sovrano pulì con una pezza umida ormai completamente rossa di sangue.

"Quante volte avete già rifatto questa cosa?" chiese Legolas preoccupato.

"Quanto basta..." disse il padre "Ogni volta la guarigione è sempre più rapida" sorrise scompigliando i capelli della piccola che cercò di scostarsi con una risata.

Elrond aveva assistito alla scena dalla soglia della porta, sapeva, prima dell'arrivo di Legolas ed Aragorn, cosa il sovrano stava architettando. Non era propenso a quella forzatura verso il dono della piccola, convinto che sarebbe cresciuto naturalmente, ma poteva in un certo senso capire l'ansia che il re provava per Haldir e non si era opposto.

"Aranel non ha ancora abbastanza potere da poter curare Haldir, ma per piccole ferite avete visto il risultato..." disse Elrond entrando della sala a braccia conserte.

"Mi preoccupa cosa farete dopo di questo? Vi pugnalerete per vedere in quanto tempo e se riesce a curarvi?" disse arrabbiato Legolas.

"Las, calmati" disse Aragorn posando la sua mano sulla spalla dell'elfo.

"Calmarmi?" disse allontanandosi da Aragorn "Estel come posso calmarmi?" chiese rivolgendo il suo sguardo all'uomo.

"Legolas!" tuonò il padre ottenendo subito la calma del figlio che si immobilizzò guardando a terra "Aranel non subirà forzature e tutto sarà un gioco per lei, ma se posso alleviare le sofferenze di Haldir, anche solo di qualche mese, lo farò ad ogni costo. Penso che abbia già sofferto abbastanza. Tu cosa faresti se fossi al mio posto?" chiese risoluto il padre.

Legolas scosse la testa facendo ondulare i lunghi capelli biondi, stava per ribattere quando all'improvviso la forza gli mancò, la stanza iniziò a girare su se stessa e le ginocchia si piegarono. Sentì delle mani afferrarlo prima che toccasse terra e poi il buio.




"E' il bambino Aragorn, non credo che sopravviverà..." disse atono Elrond.

"Ci deve pur essere qualcosa da fare!" disse sull'orlo dell'esasperazione Aragorn.

"Per ora solo aspettare..." disse il signore di Imladris uscendo dalla stanza.

Aragorn sospirò andando a sedersi sul bordo del letto prendendo una mano dell'elfo nelle sue.

Legolas era sveglio da alcuni minuti, aveva sentito la conversazione con Elrond, ma ancora non si era mosso, aveva perfino paura ad aprire gli occhi. Poco dopo strinse la mano di Aragorn.

I will always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora