Capitolo 10

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Passò un mese in cui i due futuri sposi vennero sballottati in ogni singolo angolo del palazzo per decidere ogni particolare del matrimonio di cui Thranduil si era offerto di supervisionare lasciando spesso riposare il figlio. Arrivò così la mattina del matrimonio, la sera precedente il sovrano elfico aveva cercato di separare i due futuri sposi, ma senza avere successo riuscendo a scucire ad Aragorn la promessa che la mattina all'alba avrebbe lasciato le sue camere e che avrebbe rivisto suo figlio solo alla cerimonia. Aragorn, controvoglia, accettò non potendo fare altro.

Un flebile chiarore iniziò ad illuminare la stanza quando Legolas si alzò a sedere sul bordo del letto tenendosi le tempie fra le mani. Aragorn si svegliò non sentendo più il peso della testa dell'elfo sul suo torace.

"Las..." lo chiamò ancora con gli occhi chiusi per poi spostare un braccio dalla sua parte trovandola vuota. Solo in quel momento aprì gli occhi cercandolo. Legolas, le mani fra i lunghi capelli, gli occhi chiusi, respirava a fatica.

"Che c'è?" chiese preoccupato Aragorn avvicinandosi a lui, passandogli poi una mano sulla schiena, delicatamente, massaggiandogliela.

"Nulla..." sorrise leggermente l'elfo per quanto gli era possibile.

"Non stai bene" constatò Aragorn.

"Ora mi passa. E' solo un po' di nausea, è da alcune mattine che mi perseguita..." sorrise ancora respirando lentamente.

"Las, perchè mi rispondi sempre "nulla"?"

"Abitudine, non sono mai stato abituato a pesare su qualcuno"

Aragorn gli scompigliò i lunghi capelli facendolo sorridere.

"Da ora in avanti voglio che tu mi dica tutto, non accetterò più un "nulla", intesi?"

Legolas annuì.

"Va meglio?"

"Passami quel sacchetto..." disse quasi sottovoce.

Aragorn si sporse oltre il letto, verso un piccolo tavolinetto e prese il piccolo involucro che passò all'elfo. All'interno un pezzo di pane che l'elfo fece a piccoli pezzetti e masticò piano.

Aragorn lo guardava non capendo la connessione.

"La fa calmare" sorrise l'elfo inghiottendo un piccolissimo boccone.

"Se non te la senti potressiamo rimandare..."

"No. Sta passando e poi non credo che nei prossimi giorni andrà meglio e comunque non potremmo aspettare oltre..." disse cercando il suo sguardo "E mio padre potrebbe seriamente tentare di ucciderci questa volta se mai gli dicessimo una cosa simile" sorrise Legolas.

Thranduil aveva seguito ogni preparativo ed essendo abituato a gestire un popolo d'elfi si era trovato spaesato e spesso sul limite di perdere la pazienza con i poverini umani a cui era stato affidato il compito di allestire e addobbare ogni cosa.

Aragorn sorrise ripensando ai giorni precedenti in cui diversi uomini per poco non erano stati decapitati dal sovrano elfico.

"Sicuro di star bene?" chiese apprensivo Aragorn.

"Si. Vai prima che mio padre ti venga a cacciare..."

"Sono le mie camere!" sorrise Aragorn.

"Non ho dubbi, ma questo a lui non interessa" sorrise Legolas.

"Un bacio?"

"No..."

"Come no?"

"No, perchè diventerebbe qualcosa di più e tu devi andare" sorrise mangiando ancora un pezzetto di pane chiudendo poi il sacchetto ormai vuoto.

I will always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora