CAPITOLO 43

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"Non credi che Glorfindel avesse qualcosa di strano?" chiese Legolas.

"Definisci strano..."

"Estel! Aveva qualcosa ne sono certo!"

"Las, Glorfindel ha sempre qualcosa, non credo di averlo mai visto un solo giorno tranquillo. Se era tranquillo probabilmente stava tramando qualcosa e se non stava tramando qualcosa non stava bene, per quando possa non star bene un elfo in perfette condizioni di salute"

"Non lo so Estel, aveva un velo di...tristezza che lo avvolgeva..."

"Non pensarci ora..." disse posandogli le mani sulle spalle mentre camminavano verso il campo di tiro.

Giunti in prossimità del campo notarono il piccolo Indil lasciar cadere l'arco e piegarsi a coprire interamente il braccio sinistro, Thranduil s'inginocchiò subito al suo fianco seguito dalla nipotina. Legolas corse subito da loro.

"Che succede?" chiese.

"Nulla..." disse il padre passando una mano sul braccio del piccolo che nel frattempo era diventato di un vivido colore violaceo. Legolas sorrise appena inginocchiandosi al fianco del piccolo che singhiozzava, ma per lo spavento più che per il dolore.

"Non fa male vero?" chiese a Indil.

Il piccolo scosse la testa spaventato, il livido era impressionante, ma Legolas conosceva bene quel tipo di lesioni e non facevano male.

"Brucia..." disse flebile.

"Fra pochi minuti non lo sentirai più, hai lasciato male la corda...non piangere, è successo anche a me quando ho iniziato a tirare con l'arco" gli disse il principe asciugandogli le lacrime e avvicinandolo a se per confortarlo.

"Può ancora muovere il braccio?" chiese Aranel.

"Certo..." sorrise Legolas alla figlia.

"Forse dovremmo mettergli del ghiaccio..." disse Thranduil alzandosi.

"No...Aranel...puoi curarlo?" chiese Legolas.

La figlia sorrise prendendo la mano dell'elfing nella sua, pochi attimi dopo il livido sparì fra lo stupore del bambino che sgranò gli occhi.

"Non lo dire a nessuno, però..." disse la piccola. Indil scosse la testa e sorrise ad Aranel.

"Ti va di tirare ancora?" chiese la principessina.

"Si!" sorrise Indil.

"Attento alla corda quando sganci, braccio sinistro leggermente piegato..." gli disse Thranduil con una luminosità negli occhi che Legolas non credeva di avergli mai visto.

"Va bene!" disse deciso il piccolo e il sovrano gli accarezzò la testa togliendogli alcune ciocche di capelli che erano ricadute sul visino. Fino a pochi anni prima il sovrano non si sarebbe mai abbassato ad insegnare ad un bambino, oltretutto non imparentato con lui, a tirare con l'arco, né l'avrebbe degnato di uno sguardo. Per Legolas era ancora strano, dopo quasi tremila anni, vederlo giocare con la nipote, parlargli e scherzare con lei.

"Si è spaventato..." sorrise Legolas.

"Quel livido fa paura ad un adulto, per un bambino è terrificante..."

"Mi ricordo quando successe a me la prima volta come se fosse ora...non si dimentica facilmente..."

"Non si dimentica e basta..." sorrise Thranduil.

Aragorn si era tenuto a qualche metro di distanza da Legolas, quando Thranduil era con lui e i due stavano parlando preferiva lasciargli il loro spazio, sapeva quanto avessero bisogno di stare assieme dopo tutti gli anni che avevano finto di non aver bisogno l'uno dell'altro e odiava intromettersi come se stesse rovinando un perfetto quadro dipinto da mani esperte.

I will always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora