Capitolo 38

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-"Che fai di bello oggi?" chiede mia mamma.

-"Sono le 17.00 e ho fame quindi mangerò poi non lo so." dico andando in sala.

-"Si tu stattene a casa, io, invece, vado in discoteca con James e Cameron." dice e io mi blocco e torno in cucina.

-"Aspetta, aspetta, aspetta...cos'è che fai tu?" chiedo allibita.

-"Oggi ero al Fresh con Claire a prendere un caffè e c'erano anche James e Cameron e loro mi hanno chiesto se volevo andare in discoteca con loro e io ho detto di sì."

-"Non ho parole, comunque parlando seriamente, oggi tu e papà fate qualcosa?"

-"Andiamo al ristorante e poi a ballare con gli altri e portiamo Jack dalla nonna." dice e io annuisco.

Credo che con 'gli altri' mia mamma intendesse i genitori di Tay, Amber, Cameron e Cat e gli zii di Cameron, ma non ne sono sicura dato che il linguaggio di mia mamma è complicato.

-"Io sto qui, non vado con Jack dai nonni." dico ed esco dalla cucina, dirigendomi in sala dove mi butto immediatamente sul divano.

Mi sono svegliata poco fa e sono ancora in pigiama, tutta spettinata e ho intenzione di non fare nulla per cambiare questa situazione.

Amo dormire fino a tardi, se qualcuno non mi svegliasse credo che potrei dormire anche per settimane. É bello dormire, non so spiegare com'è ma è fantastico.

La porta si apre e entra mio papà insieme a Jack che è pieno di fango da capo a piedi.

-"Jack ma cosa hai fatto?" esclamo.

Mia mamma esce dalla cucina e quando lo vede fulmina mio papà che sorride alzando le spalle.

-"No, signorino, tu a casa non ci entri così." dice mia mamma trascinandolo fuori mentre lui sbuffa.

Li guardo divertita finché mio papà non mi distrae.

-"È caduto con la bicicletta e dato che è un idiota di prima categoria voleva abbracciarmi per sporcare anche me." spiega riferito a Jack.

-"Almeno vi siete divertiti." commento e lui alza gli occhi al cielo.

Mi ricordo quando anche io da piccola uscivo con mio papà a fare i giri in bici. Non giocavo mai con le bambole o con le solite cose da bambina, mi piacevano le macchine e le moto e quando uscivo al parco iniziavo ad arrampicarmi e facevo certe acrobazie che mio papà credeva che mi sarei spaccata in due da un momento all'altro. Correvo sempre e di conseguenza cadevo e infatti avevo tutti i miei pantaloni bucati e tornavo a casa sporca come un maiale. Quando gli altri bambini mi facevano i dispetti iniziavo subito a picchiarli e mio papà non sapeva come fermarmi, avevo proprio il comportamento da maschio e infatti mia mamma cercava sempre di rendermi più graziosa mettendomi mollettine varie e sistemandomi sempre i capelli ma io appena lei non mi vedeva mi toglievo le mollette e mi spettinavo, dicevo di averle perse e lei faceva finta di crederci, già da piccola avevo il vizio di picchiare chi mi picchiava e mi offendeva e questo vizio mi è rimasto fino ad adesso. Ero un maschiaccio e lo sono tuttora, anche se ho acquisito un po' più di femminilità, fortunatamente.

Mio papà è quello che ha giocato più con me, facevamo la lotta, mi ricordo che una volta gli avevo sferrato un pugno talmente forte che gli era rimasto il livido sullo zigomo, andavamo in bici, mi portava al parco, ha sempre speso tantissimo tempo con me e lo sta facendo anche ora con Jack.

Mentre sono immersa nei miei pensieri mi vibra il telefono che si trova esattamente sotto al mio sedere.

*Cat: sta sera usciamo con gli altri, passo a prenderti.*

How deep is your love? || Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora