Capitolo 8

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"Qui abbiamo la tanto ambita libreria. Tutta costruita in legno, è una delle biblioteche più antiche del mondo. Ci sono più di cinque milioni di testi, qui dentro. Quindi, se un sabato sera siete a casa ad annoiarvi, potete sempre venire qui: ci sono libri per tutti" Scherza la guida, camminando lungo il corridoio.

Smetto di ascoltarla per un secondo, per poi perdermi nella magnificenza della biblioteca. Chissà quanti anni ci saranno voluti per collezionare tutti quei libri.

"Bene, ragazzi, la mia guida finisce qui. Potete rimanere qua ancora un po', mentre io devo assolutamente scappare. Spero che le mie spiegazioni siano state utili e, soprattutto, non noiose" Ci informa la donna, sventolando la mano verso il nostro gruppetto.

Penso di essere l'unica non over cinquanta, ma non importa. Ho sempre desiderato perdermi in questa biblioteca, da quando sono stata a Dublino per la prima volta.

Dopo qualche giro, mi dirigo verso l'uscita. Subito l'aria fresca mi invade, mentre il sole splende alto.

Cammino per il magnifico giardino, notando che nessuno è nei paraggi. Le lezioni dovrebbero finire a momenti, quindi decido di affrettarmi verso l'uscita definitiva.

Passato il grande cancello, la mia pancia comincia a brontolare. Dannazione, non ho pranzato. Avendo fatto, dalle sette di mattina, il giro di tutta Dublino senza mai fermarmi- ho fame.

Guardo l'orologio e noto che sono già le quattro. Sospiro pesantemente, camminando con i piedi doloranti verso un Subway che avevo incrociato prima.

Dopo nemmeno cinque minuti, arrivo nel posto. Non è molto grande: i posti a sedere potranno tenere al massimo otto persone. Ma, dato che sono le fottute quattro, nessuno mangia a quest'ora.

Entro dentro, sperando con tutta me stessa che il signore alla cassa possa farmi un panino. "Buongiorno" Esclamo.

"Buongiorno signorina, che cosa le posso portare?" Mi chiede lui, lasciando la cassa e venendo verso di me.

"Un panino numero.." Analizzo i vari panini, cercando quello più farcito. "Sei" Sorrido, tirando già fuori i soldi. "Ed una Coca, grazie"

"Mangia qui o passeggia per la strada?" Mi chiede, prendendo i soldi giusti e passandomi un bottiglietta di Coca.

"Vorrei dire la seconda, ma ho un male tremendo ai piedi" Confesso, sedendomi sul primo tavolino che mi si presenta davanti.

"Con Dublino è così: bisogna camminare" Sorride lui, voltandosi per fare il mio panino.

Io ne approfitto per guardare il telefono, sperando che mia sorella mi risponda.

Phoebe, tutto bene? Non ti ho più sentita da ieri.

Questo è il messaggio che le ho mandato questa mattina, ma non ha ancora risposto.
Ha dato fuoco alle tende? O forse no, alla casa? Forse quel Greg non era affidabile quanto lei voleva farmi credere?

Sto per digitare qualcos'altro, quando il telefono vibra. Le mie speranze che sia mia sorella a scrivermi svaniscono nel momento in cui leggo il messaggio.

Scarlett, tutto bene? Non ti ho più sentito da quella sera, ed ho pensato di farmi vivo per sapere se stai bene e se ti serve un passaggio.
H.

Non posso fare a meno di sorridere al messaggio. Sono passati tre giorni da quando ho deciso di non farmi più viva con Harry. Ormai sono partita da una settimana, e tra una devo tornare a lavorare. In questi giorni mi sono dedicata al riposo, allo shopping compulsivo, alla visita di ogni angolo della città.

"Ecco a lei" Interrompe il signore del locale, passandomi un panino enorme.

"Grazie" Sorrido, prendendo il panino in mano ed addentandolo. Ho una fame..

Autostop • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora