Capitolo 40- Seconda Parte

5.6K 312 36
                                    

Che cosa significa che dobbiamo parlare? E' successo qualcosa di molto grave?
I miei pensieri non ottengono una risposta immediata, ma bensì un altro messaggio.

Da Harry, 10.24 p.m. :

Ti aspetto sul giardino del cottage. Non metterci troppo tempo, ti prego..

Si trova nel mio giardino? Perché mai dovrebbe rimanere fuori di casa? Deve dirmi qualcosa di talmente brutto che potrebbe farmi inveire contro di lui? Non ci metterei la mano sul fuoco, ad essere sinceri.

Mi alzo dal letto e scatto sull'attenti- il mio corpo è un mix di emozioni contrastanti. Dopo quello che ho scoperto, ovvero che mio padre è morto di overdose e mia madre incolpa le sue figlie di ciò, non so se sono pronta a sapere che cosa mi vuole dire Harry.

Afferro il pacchetto di sigarette di scorta, quello che si trova dentro il cassetto del comodino, e lo stringo tra le mani insieme al telefono. Raggiungo il bagno in pochi secondi, controllando lo stato disastroso del mio viso. Sono visibilmente stanca, le profonde occhiaie scure cercando di farsi spazio sotto il fondotinta steso ancora questa mattina. Passo una mano tra i capelli, sistemandoli alla meno peggio ed esco dal bagno- dirigendomi verso il giardino.

Quando apro la porta per uscire, sento dietro di me lo scatto della serratura e mi giro immediatamente. Harry entra in casa, con la testa bassa e concentrata sulle sue mani- intente a togliere le chiavi dalla toppa della porta blindata. Presa dall'agitazione, e senza pensarci molto, esco sul giardino e mi siedo sulla panchina bianca che si trova in mezzo alla distesa di erba verde- illuminata solo dalla luca della luna.
La serata è bellissima, come se fosse stata decorata dalle stelle appositamente per noi. Ma non so se quello che mi deve dire sia degno di queste stelle, o sia qualcosa che si addica di più ad un temporale burrascoso.

Sfilo una sigaretta dal pacchetto azzurro, tenendola ferma tra le mie labbra ed accendendola velocemente con l'accendino giallo. La carta brucia e, nel momento in cui faccio il primo tiro, Harry mi affianca sulla panchina.
Giro di poco la testa, giusto il necessario per riuscire a leggere la sua espressione. I capelli lunghi ed ondulati cadono sul suo viso, coprendolo quasi del tutto. Studio la sua posizione, e noto le sue braccia leggermente chiuse e le mani intrecciate tra di loro- in segno di difesa.

"Che cosa succede?" Chiedo immediatamente, non riuscendo a nascondere la paura che lui mi debba dire qualcosa di spiacevole.
Non mi ama più? Non prova più niente per me? Sono stato uno sbaglio enorme?

Uno sbuffo lascia le sue labbra e finalmente la sua testa decide di alzarsi di poco, facendo ricadere all'indietro i bellissimi capelli scuri. I suoi occhi sono gonfi a causa di.. un pianto? Le sue guance sono tinte di rosso e le sue sopracciglia sono corrucciate- in segno di disappunto. Prende un altro bel respiro e si decide a guardarmi, afferrando il labbro inferiore tra i suoi denti bianchi. "Mi dispiace così tanto, Scarlett" Mormora, avvicinandosi a me e rubandomi la sigaretta dalle dita.

Fa un lungo tiro, socchiudendo leggermente gli occhi e concentrandosi sulla piccola nuvoletta di fumo bianco che esce dalle sue labbra. Mi perdo ad osservare i suoi lineamenti concentrati, ma poco dopo scrollo via ogni mio pensiero e riprendo tra le mie dita la sigaretta bianca. "Per cosa ti dispiace, Harry?" Chiedo, con tono leggermente velenoso. E se mi ha tradita?

I suoi occhi gonfi si posano sui miei in pochi istanti, facendo bloccare la sigaretta accesa tra le mie labbra. "Ho sbagliato tutto quanto, non avrei mai dovuto darle ascolto. Ti ho fatto soffrire e per questo mi dispiace. Se potessi tornare indietro e cancellare il casino che ho fatto tanti anni fa, forse adesso non starei piangendo come un bambino" Sospira pesantemente, alzandosi bruscamente dalla panchina. "Cazzo!"

Mi alzo in piedi di scatto, gettando a terra la sigaretta. "Che cosa ti prende? Dimmelo! Non capisco quello che stai dicendo, non capisco perché dici che ti dispiace, non capisco perché stiamo parlando qui fuori..! Spiegamelo.." Non cerco nemmeno di nascondere la paura nel mio tono- perché la mia espressione dice tutt'altro.

"Che cosa mi prede? Mi prende che Iris non è stata mai ammalata! Non ha mai avuto mai niente! Voleva rendersi solo popolare a scuola usando me, voleva avere solamente qualcuno che l'ascoltasse, voleva solo trovare i soldi da qualcuno. E sai perché se n'è andata così facilmente quando le ho detto che non l'avevo mai amata e, dato che era guarita, il mio aiuto non serviva più? Perché aveva trovato qualcuno con cui fare sesso, dannazione! Sono arrabbiato.. perché ho perso davvero tanto tempo per lei.
Volevo rendermi utile, volevo fare la differenza nella vita di qualcuno che ne aveva bisogno. E che cosa ottengo? Solo bugie su bugie" Dice tutto d'un fiato, girandosi verso di me. Le sue labbra tremano ancora, come se volesse piangere un'altra volta. "E sai che cosa mi fa più soffrire?" Mi chiede.

Scuoto la testa, allibita da ciò che le sue labbra hanno appena detto. Si è inventata tutto? Ha perso tempo e denaro per.. niente? Che stronza.

"Che.. I-Io abbia avuto il coraggio di abbandonarti. Che io ti abbia voltato le spalle per stare dietro ad una ragazza che il mio aiuto non se lo meritava. Avrei dovuto dare tutte quelle energie a te, perché sei tu la ragazza che amo e che dovrei sempre aiutare" Sussurra verso la fine della frase, costringendomi ad avvicinarmi verso di lui per sentire le ultime sillabe. "Ho scelto di aiutare lei per placare i miei sensi di colpa"

Prendo un bel respiro. Solo adesso mi rendo conto che qualcosa di caldo comincia a scendere lungo le mie guance. Sto piangendo?
"Harry, va tutto bene. T-Tu hai fatto ciò che ti sembrava giusto, non hai nessuna colpa. Lei ne ha molte-"

"No, Scarlett. Io sono colpevole fino all'osso del collo. Dannazione, se quella macchina non ti avesse investita, forse io non avrei mai aperto gli occhi su chi abbia la priorità per me" Mormora, avvicinandosi ancora di più a me e poggiando le sue grandi mani sulle mie guance. Le sue dita asciugano accuratamente le mie lacrime ancora calde, forse in un tentativo disperato di calmarmi.

"L'importante è che tu sia qui. Io ti amo, non potrei mai vivere senza di te. Ho sopportato la presenza di Iris perché sembrava la cosa giusta, anche se alla fine si è dimostrato il contrario. Io sono sempre stata qui, ad aspettarti" Mormoro a mia volta, lasciandogli un bacio sulla punta del naso. "Sempre"

"Sempre"

Autostop • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora