Capitolo 13

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Il piccolo strato di cipria che riesco a mettere sul mio viso, mi fa starnutire. "Odio questa cosa" Mormoro tra me e me.

Mi sono nascosta in bagno, dopo che Harry mi ha portata in un ristorante di lusso. Il problema? Mi sento una cretina, perché ho accettato a venire in questo posto con lui. Ho paura che qualcuno che lavora con me mi veda; mentre stringo la mano ad Harry e ci scambiamo qualche amabile risata.

Il mio vestito lungo e blu, con uno spacco che percorre tutta la mia gamba, non aiuta molto. La scollatura a cuore mi mette a disagio.

Non che io non mi senta a mio agio con il mio corpo, con questo vestito addosso, ma se Ed entrasse da quella porta- è sicuro che chiamerebbe la Gregon o peggio ancora le manderebbe una foto. Non dovevo accettare questo lavoro.

Esco dal bagno, guardandomi intorno per capire se qualcuno che mi conosce mi ha notata. Ma, quando mi sembra che non ci sia nessuno, cammino verso il tavolo che avevamo preso. Non saranno tutti a Dublino.

È leggermente in disparte dagli altri tavoli, ma è comunque sempre troppo esposto- per i miei gusti.

Quando sposto la mia sedia per sedermi, Harry alza lo sguardo verso di me. Non sembra molto convinto delle sue emozioni, come se fosse in lotta con se stesso.

"Va tutto bene?" Gli chiedo, cercando di non strappare il vestito mentre mi siedo.

"Sei bellissima.." Dice soltanto, regalandomi un sorriso luminoso. Arrossisco, sentendomi onorata di essere seduta a questo tavolo con lui.

Più di due settimane fa non pensavo che mi sarei seduta ad un tavolo di un bellissimo ristorante, in compagnia di un uomo altrettanto magnifico.

"Grazie" Dico timidamente, sistemandomi i capelli sulle spalle. Mi guardo intorno un'ultima volta, per poi concentrarmi sui suoi lineamenti perfetti. Porta le mani intrecciate sotto il mento, mentre guarda il menù.

Prima di guardare il piatto in sé, guardo il prezzo scritto affianco. Cento, centotrenta euro. Non posso permettermi nemmeno uno di questi piatti.

"Scarlett, hai scelto?" Mi chiede gentilmente Harry, facendomi distogliere lo sguardo dal foglio decorato. Penso che abbia capito il mio disagio, a giudicare dalla sua espressione. Non è normale che una ragazza fissi per cinque minuti interi un solo foglio- scritto da una sola parte.

"Sembrano tutti così buoni.." Mento. Si, sembrano tutti così buoni, ma anche così costosi.

"Prendi quello che vuoi" Sorride, avvicinandosi a me e posando una mano sulla mia. "È tutto offerto"

Guardo un attimo le nostre mani. La croce tatuata, che avevo già notato, sembra ancora più bella da vicino. Le sue mani sono curate, perfette e, soprattutto, morbide.

"Predo quello che prendi tu" Dico, alzando gli occhi dalle nostre mani per posarli nei suoi.

Lui annuisce, per poi chiamare un cameriere e dirgli le nostre ordinazioni. Che cosa cazzo ha preso? Aragosta?
Faccio finta di niente, guardandomi ancora attorno.

"Allora, come stai?" Mi chiede, lasciando andare il cameriere e concentrandosi su di me.

"Bene, credo" Sorrido, sentendo le mie labbra tirare leggermente a causa della matita secca. Oh signore, e adesso? "Tu, hai avuto più problemi con il tuo lavoro?"

"No, va tutto bene" Sorride. Non so ancora bene che cosa fa, ma so che è ricco- tanto ricco. Forse non fa niente, forse ha un lavoro prestigioso. Chi lo sa? Chi ha il coraggio di chiederglielo, senza ottenere una bugia come risposta? "Phoebe?" Mi chiede.

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