Capitolo 38

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"Andiamocene"

Quella affermazione sembrava scontata, se fosse stata detta dalle sue labbra. Sarebbe stata scontata se mi avesse supplicata di prenderla in braccio e di portarla fino a casa e mi avesse chiesto di rimanere per chiarire- per tornare insieme.

Ma quel comando non viene detto dalle sue labbra, dolci e rosee, ma da un paio di labbra più pallide, sporcate da qualche filo di barbetta bionda. "Andiamo, Scarlett. Andiamo via da qui" Ripete Niall, con tono sprezzante.

Scarlett, ancora tra le mie braccia, si lamenta leggermente e si guarda intorno- facendo notare anche a me che la piccola folla creatasi poco fa di sta dileguando. "Vattene via tu, Niall" Sputo.
Perché, poi, erano insieme? Pensavo di averlo lasciato a Dublino, credo e se, per caso è stato qui poco fa, io non me ne sono nemmeno reso conto. L'ho cancellato dalla mia vita, dalla mia mente. E non deve assolutamente avvicinarsi al tesoro più grande che possiedo. Lei.

"Harry.." Mi richiama con tono sofferto lei, asciugando con l'indice una mia lacrima. Intanto, anche lei spettatrice, Iris comincia a sbattere furiosamente contro l'asfalto quel maledettissimo tacchetto. Non dovevo comprarle quelle scarpe, lo sapevo.

"Avanti, Scarlett. L'ambulanza non verrà, stiamo solo perdendo tempo" Ringhia leggermente il biondo, facendo alterare il mio stato di rabbia.

La mia attenzione viene richiamata dal ragazzo ancora accasciato a terra, che si aggrappa alla portiera della macchina per alzarsi. Sposto leggermente Scarlett, alzandomi per raggiungere il ragazzo.
La sua disgustosa cresta verde, spalmata in alto con del gel, sembra avere qualsiasi tipo di polvere tra i fili di quel sudiciume. I suoi piercing, al centro del labbro e delle sopracciglia, non rendono la sua visione decisamente migliore.

Mi sorride debolmente, allungandosi verso il sedile della macchina. Rimango con i pugni lungo i fianchi, leggermente a distanza. Mi guardo per un attimo dietro le spalle, notando lo sguardo di tutti e tre su di me. Voglio incontrare solo quegli occhi scuri, però, che mi implorano di non alzare le mani.
"Ehi tu" Faccio un cenno del capo verso il ragazzo, facendolo scattare verso di me. Tiene in mani delle cartine e dei filtri bianchi, mentre cerca la sua schifosa erba da girare.

"Amico.." Biascica, portando una mano verso di me per battere il cinque. Ma, non ricevendo alcun segno di consenso da parte mia, riporta il suo braccio indietro e lo appoggia sulla portiera della macchina.

"Sei fatto?" Gli chiedo molto gentilmente, cercando di non inveire nei suoi confronti come un pazzo scatenato. Lui sorride in modo sbilenco, portando esattamente davanti ai miei occhi una bustina con dell'erba.
Corri ragazzino, corri dice il mio subconscio. Corri perché ti sto per ammazzare.
"Lo sai che hai investito questi due?" Cerco di mantenere la calma, sfregando furiosamente i denti delle due arcate contro di loro.

Lui alza una mano verso il biondo, alzando un saluto. "Scusate" Canticchia, portando poi gli occhi su Scarlett. Gli sorride con più enfasi, prendendo in mano una cartina e mettendosi un filtrino in mezzo alle labbra.
Quando strizza l'occhiolino nella direzione di Scarlett, la mia rabbia non viene repressa in alcun modo. Afferro quel che resta di quella maglia straccia che indossa, sbattendo il ragazzo con la cresta verde contro la sua macchina.
"Ascoltami bene. Adesso ti faccio una bella denuncia per guida in stato di ebrezza, okay?" Lo minaccio, sbattendolo contro la macchina rudemente.

"Harry" Mi richiama Scarlett, cercando di alzarsi da terra. I suoi lamenti di dolore mi stanno inducendo di correre da lei, ma poco dopo si arrende e decide di rimanere a terra.

"Cos'hai, principessina? Pensi di fermarlo? Non credo proprio, lui fa tutto quello che vuole" Interviene Iris, con tono sfacciato ed arrogante. Guardo un attimo verso Scarlett, notando le sue sopracciglia abbassarsi.
So che non vuole vedere Iris; che è stata costretta da me a mettere fine a qualsiasi contatto con Iris- quando alla fine mi sono trovato a stare proprio con lei.

Lascio il colletto del ragazzo, puntandogli il dito contro. "Solo questa volta, ragazzo" Lo minaccio furiosamente.
Non voglio dare spettacolo qui, perché accontenterei Niall ed Iris e farei allontanare Scarlett. Non posso perderla più di quanto non l'abbia già persa.

I due ragazzi mi guardano senza parole, mentre il ragazzo con la cresta sale in auto e fa retromarcia- sfrecciando via. Non avrebbe senso denunciarlo: siamo nel centro di Londra, la polizia non ti degna nemmeno di uno sguardo fino a quando non ti puntano un coltello alla gola. Bisogna difendersi da soli, ormai, e bisogna farsi una propria giustizia.

Mi affretto verso Scarlett, aiutandola ad alzarsi. Il biondo mi guarda mentre lo faccio, ma cerco di scacciare via il desiderio di prenderlo per il colletto e sbatterlo a terra più volte. 
Lei mi ringrazia silenziosamente, sorridendomi appena. I rivoli di sangue, delle ferite piccole, si sono ormai seccati e bisogna disinfettarli immediatamente- prima che facciano infezione.

"Posso accompagnarti a casa?" Le domando all'orecchio, così da non attirare gli altri due. Lei annuisce a fatica, stanca di tutta questa situazione.

Annuisco anche io a mia volta, forse per rendermi conto che finalmente posso stare qualche istante in più con lei. Le afferro il braccio, per aiutarla a camminare- sempre sotto lo sguardo curioso dei due.

"Scarlett" Richiama Niall, facendo scattare immediatamente il mio sguardo verso di lui. Ci sono alcuni secondi di silenzio, per poi far scomparire dalla scena Iris. Cammina furiosamente verso il centro della città, pestando i piedi con cattiveria. Io e Scarlett ci guardiamo un attimo confusi, ma la lasciamo a dare. Chi la vuole fermare?
La mia attenzione torna subito a Niall, che ora tiene le braccia strette intorno al suo busto. "Hai sofferto anche abbastanza per lui. Non credi che sia meglio lasciarlo andare?"
Sono qui?   L'indifferenza nella sua voce mi fa capire che mi sta volontariamente ignorando, ma d'altro canto lo sto facendo anche io.

"Basta Niall" Sputa Scarlett, visibilmente irritata. Il biondo ammorbidisce il suo sguardo, alzando le mani in segno di resa e spostandosi dalla nostra meta.
La rossiccia ci rimane male, forse per il tono aggressivo che ha usato contro di lui, ma adesso poco importa.

Importa solo quello che succederà.

**

Un altro lamento silenzioso lascia le labbra di Scarlett. Il disinfettante verde le brucia sulla pelle, graffiata dall'asfalto.

Non abbiamo parlato molto, a dire il vero, mentre eravamo in macchina. La radio riempiva l'abitacolo e credo che il silenzio sia stata la miglior conversazione che potessimo mai fare.

Ho capito che non posso lasciarla ancora per cercare di ripulire la mia coscienza dal passato. Mi dispiace per Iris, okay? Ma non posso condannarmi a passare giorni, mesi e forse anni a starle dietro.
Quando sarà veramente in difficoltà, l'aiuterò con tutto me stesso. Ma lei adesso sta bene, la mia presenza è quasi ingombrante e soprattutto inutile.

"Scusa" Mormoro, buttando il batuffolo di cotone nel cestino del bagno. Lei scuote la testa, girandosi verso lo specchio per analizzare i tagli sul suo viso angelico


"Non è colpa tua" Mormora lei, girandosi poi subito verso di me.
I suoi occhi mi guardano curiosi, ma allo stesso tempo chiedono sonno. Una bella dormita, a giudicare dal leggero arrossamento.

"Devi dormire" Affermo, chiudendo il medicinale e riponendolo nell'armadietto. Mi lavo velocemente le mani, asciugandole e cercando di non far cadere gli anelli dalle mie dita nel lavandino.

"No" Sussurra, fermandomi il polso con delicatezza. "Dobbiamo parlare"
Una piccola fessura si apre nel mio cuore, come se un buco fosse stato fatto per farmi riprendere a vivere.

"Di che cosa?" Chiedo, appoggiandomi contro il lavandino. Lo stringo tra le mani, sentendo la pelle sulle nocche tirarsi all'estremo.

"Del fatto che tu mi ami" Balbetta, avvicinandosi a me. Un altro piccolo foro, un piccolo sbuffo di vita. "Del fatto che anche io ti amo"

Autostop • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora