Non credo che mai nessuno, nella mia misera vita, mi abbia mai detto ' ti amo '. Sono parole impegnative, che forse- al giorno d'oggi- vengono dette con troppa facilità. Nemmeno io ho mai detto quel ' ti amo ' a nessuno. Ho sempre e solo cercato di innamorarmi disperatamente di qualcuno, ma non è mai successo.
Da piccola, a differenza di tutte le altre ragazze, non ho mai desiderato l'amore. Certo, a parte il mio principe azzurro, ma per il semplice fatto che voglio ed ho sempre voluto stabilità. Odiavo vedere il rapporto malato dei miei genitori, e mi sono sempre ripetuta che mai al mondo sarei stata come loro- e mi sarei assicurata che Phoebe non facesse lo stesso loro errore.
Io sto provando un sentimento, dentro di me, che cresce sempre di più. Nei confronti di Harry, la mia ammirazione cresce ogni giorno che passa; ogni suo tocco sembra sempre il primo; la sua voce mi sembra di non averla mai sentita. Non so se si possa chiamare amore, anche se a ventun anni dovrei sapere che cosa si tratta.
Così, quando le sue parole mi arrivano dritte in faccia, la mia lingua si prosciuga di qualsiasi parola. "Perché ti amo" La mia mente ripete le sue parole. Forse non ho capito bene, forse la mia delusione nei suoi confronti sta otturando i miei sensi.
Le lacrime smettono per un attimo di scendere, mentre le mie braccia cadono senza vita lungo i miei fianchi. "Vattene" Bisbiglio, abbassando lo sguardo al pavimento e lasciandomi cadere a terra. La collisione delle mie ginocchia sul pavimento non è gradevole, ma sempre meglio di quel dolore straziante che sto provando.
"Ti amo" Ripete lui, convinto delle sue parole.
Scuoto la testa, in disaccordo. "Basta, non mi dire più le bugie!" Urlo, tappandomi le orecchie e portandomi le ginocchia al petto. Harry ha fatto fallire la mia vita con quei maledetti soldi. E penso anche che lui mi abbia dato così tante possibilità perché si sentiva tremendamente in colpa. Non voleva dirmi 'Ascolta, ho fatto fallire l'azienda in cui lavoravi ed i soldi che guadagnavi lì, per pagare il college a tua sorella, non ci saranno più. Ti va di trasferirti in una mia casa, lavorare in un mio hotel?'. Nessuno sarebbe mai stato gentile con me, nemmeno tra cento anni. Ho gettato nel cesso il mio carattere forte, solo perché mi sono invaghita di un uomo che mi ha messo alle strette. Dovrei essergli riconoscente per avermi salvato il culo, ma non posso fare a meno di rimproverargli quando sia stato stronzo. Poteva dirmelo benissimo, poteva dirmi quello che stava succedendo, poteva evitare di offrirmi un passaggio fino a Dublino.
"Non lo accetto. Non puoi dirmi che i miei sentimenti per te sono una bugia!" Urla esasperato, girandosi e colpendo la porta con la mano. Alzo leggermente la testa, ormai diventata pesante, e noto il suo corpo poggiato contro il muro. Un buco è evidente sulla porta, mentre le sue nocche sono arrossate a causa del colpo. "So quello che provo e so perché l'ho fatto. Non sai niente.." Borbotta, affievolendo la voce sempre di più.
"Forse è questo: non so niente. Forse dovevo informarmi di più sul tuo conto" Sputo, lasciando che le mie braccia stringano forte le mie gambe al petto. Non può essere serio, non può essere innamorato di me.
Prende un bel respiro, continuando a darmi le spalle. "Come l'hai saputo?" Chiede. Forse non avrei dovuto cliccare quel tasto verde, ma non ho resistito.
"Iris" Dico solamente, facendolo scattare sul posto. Si gira verso di me, con una faccia assai sconvolta. So che cosa si sta domandando: cosa diavolo ci stavo facendo con lei?
"C-Cosa?" Balbetta, stringendo i pugni lungo i fianchi. Mi sposto verso il letto, poggiando la schiena contro il materasso. Non mi interessa di che cosa penserà quando gli dirò che ho risposto al suo telefono perché, ovviamente, prima o poi sarei venuta a scoprirlo- in un modo o nell'altro.
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Autostop • H.S.
Fanfiction"Da che cosa stai scappando?" "Dalla mia vita" ** Un viaggio programmato, un evento inaspettato. Questa e' la storia di Scarlett Hill, e del suo viaggio verso Dublino. Chi l'accompagnera' verso quest'avventura? [Completata]