Capitolo 29

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Harry's Pov

A volte non vorrei essere mai nato. Le cose che faccio e le persone che conosco sembrano pura finzione. Mi sento come se fossi dentro un film, solo che il mio film non finira' bene. Non mi ritrovero' tra le braccia della donna di cui sono attratto tra un paio d'anni, perche' il destino mi odia.

Non ho mai creduto al karma o altre cose, ma ci sto credendo proprio ora. Perche' scomparire per cosi' tanto tempo, per poi ritornare indietro e chiedere aiuto?

Iris mi ha chiamato e naturalmente ho fatto rispondere ad Henry. Non la smette di chiamarmi, ed io non voglio assolutamente parlarle. Adesso ho altro a cui pensare, ho un'altra a cui stare dietro.

Se non la smette lei, la faccio smettere io.

**

Il tempo grigio di Londra mi e' sempre piaciuto. Non ho mai amato alla follia il caldo ed il sole cocente- ho sempre preferito la pioggia leggera delle sette di mattina e le nuvole gragiastre che coprono il cielo.

Non ho nessun problema da risolvere, a lavoro, perche' io e Scarlett abbiamo risolto le ultime questioni. Devo dire che e' davvero brava a fare questo lavoro; e sono sicuro che fosse bravissima anche come commercialista. Ogni giorno che passa, i miei sentimenti per lei crescono. Non lo so, non ho mai voluto una storia seria, ma sento che lei non e' solo un bel corpo con cui passare la notte- e' molto di piu'.

Non si fa problemi a dirmi le cose come stanno ed usa un linguaggio.. particolare. Non e' perfettina, come tutte le altre donne che ho conosciuto cercavano di essere, ma ha il suo perche'. Quando sono vicino a lei, le mani cominciano a sudarmi, ed ogni giorno che passa diventa sempre piu' bella.

Entro nell'hotel con un sorriso stampato in faccia, sapendo di trovare la ragazza con i capelli rossicci dietro il banco della reception. Ma quando non la vedo, le mie labbra cadono in un orribile broncio. Mi affretto verso Henry, che occupa la sedia della mia ragazza. "Dov'e' Scarlett?"

L'uomo alza gli occhi su di me, sorprendendosi quasi, e fa spallucce. "Buongiorno Signor Styles. Scarlett non si sentiva tanto bene, quindi e' andata in bagno. Posso esserle d'aiuto?" Chiede cordialmente, sistemandosi i capelli dietro l'orecchio.

Annuisco preoccupato, aprendomi il cappotto. "Le devo parlare urgentemente. Puoi dirle di raggiungermi appena torna?" Chiedo frettolosamente, cercando il telefono nella tasca dei miei pantaloni.

Lui annuisce, rivolgendomi un sorriso. Faccio un cenno del capo, incamminandomi verso il mio ufficio e sbattendo la porta dietro di me. Perche' sta male? Che cosa le e' successo?

Canto vittoriosamente quando riesco a sfilare il mio telefono dalla tasca, sbloccandolo e digitando il suo numero. Dopo due squilli, la chiamata si interrompe- segno che lei mi ha messo giu'. E se fosse scappata via? Se non mi volesse piu'?

Il telefono vibra nelle mie mani, segnalandomi l'arrivo di un messaggio.

da Scarlett, 9.01 a.m. :

Sono in bagno, arrivo subito

Lascio che un mezzo sospiro di sollievo lasci le mie labbra, e decido di liberarmi del mio cappotto e di abbandonarmi sulla sedia della mia scrivania. Non passano molti minuti, che la porta del mio ufficio viene aperta lentamente ed io apro gli occhi di scatto.

I capelli le ricadono sul viso, ed i suoi piedi arrancano dentro la stanza. Chiude la porta dietro di se', dandomi le spalle ed appoggiandoci la testa contro. Mi alzo dalla sedia cautamente, raggiungendola alla porta. Poggio una mano sulla sua spalla, non ricevendo alcun segnale di vita da parte sua. "Che cosa sta succedendo?" Chiedo preoccupato, girandola verso di me.

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