Capitolo 37

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Scusatemi davvero tanto se per bene una settimana non ho aggiornato, ma ho avuto lo stage pomeridiano dopo la scuola. Adesso che è finito, i capitoli saranno pubblicati un giorno si ed uno no e vi posso assicurare che non salterò mai più nemmeno un giorno. Ho davvero troppe idee che devono essere liberate, quindi godetevi questo capitolo.

Baci.

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Harry's Pov

Suono per la millesima volta il clacson della macchina, sbattendo poi un pugno sul volante nero. "Sei scemo o cosa?" Mi rimprovera Iris, alzando la voce. Il traffico di Londra è insopportabile, dà alla nausea. Rimanere imbottigliati nelle strade londinesi è la tortura peggiore del mondo, quasi quanto la lobotomia.

E' tutta la mattina che Iris mi asfissia con le sue lamentele. Harry voglio questo, voglio quello, voglio farmi le unghie, i capelli, mi compri quell'anello? Solo perché mi sento dannatamente in colpa nei suoi confronti, non vuol dire che io debba subirla giorno e notte. Non mi ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta che ho visto la mia bellissima Scarlett- sembra essere passata un'eternità. "Smettila di farfugliare, è tutta la mattina che ti sopporto" Dico aggressivamente, sorpassando velocemente il camion rosso che sta ostacolando la mia meta.

"Sopportare?" Fa finta di essere offesa, mentre afferra una ciocca di capelli. Ha voluto schiarirli e piastrarli, facendomi sborsare quasi cento sterline dal miglior parrucchiere di Londra. Alza gli occhi verso di me, spegnendo la radio. "Vorresti dire che ti stai scocciando? Che uscire con me non è più divertente come una volta?"

Scuoto la testa velocemente, facendo del mio meglio per non mandarla a quel paese in diretta. "Sai, le cose sono cambiate dall'ultima volta. Noi siamo cambiati, le circostanze sono cambiate. Forse dovremo solo smetterla di prenderci in giro- anzi, io devo smetterla" Sbuffo, vedendo un parcheggio in lontananza.

Un sospiro di disaccordo lascia le labbra della ragazza seduta vicino a me, mentre io guido fino al parcheggio. "Vuoi farmi morire.. da sola?" Balbetta, scoccando una freccia dritta al mio cuore.

Che cosa devo dirle? Che non l'ho mai amata e che questa storia non sta nemmeno in cielo? "Tu devi essere felice, ed io sono l'opposto della tua felicità" Dico. Io lo penso davvero, penso sul serio che lei meriti qualcuno di meglio. Non deve costringermi ad amarla, perché sto facendo solo peggio. Non so come sia messa di salute, non mi dice mai niente- maledetto orgoglio. Ma a me, sinceramente, sembra normale. Non sembra spossata o depressa- quindi, mi domando, sono io che la faccio stare così bene? Anche solo con la mia presenza?

"Tu sei la mia felicità!" Urla, facendomi frenare di colpo in mezzo al parcheggio. Alzo lo sguardo verso di lei, notandola in un mare di lacrime. Le sue mani tremolanti cercano di raggiungere le mie, ma io le respingo. Non posso vederla di nuovo in queste condizioni, perché so che crollerò da un momento all'altro.

"No, non sono la tua felicità! Mettiti il cuore in pace, Iris. Smettila di credere che tutto questo sia vero, perché sai meglio di me che sono qui con te solamente perché mi sento in colpa" Le rinfaccio, uscendo velocemente dalla macchina. Mi dispiace, okay? Ma non posso continuare a coccolarla in questo modo assurdo, quando invece potrei coccolare qualcuno che merita il mio amore. O almeno, di cui io necessito di provare.

"Harry!" Urla lei, uscendo dalla macchina e sbattendo la portiera. Con il pulsante del telecomando delle mia macchina, la chiudo e cammino verso il centro. I tacchi dei suoi e dei miei stivaletti risuonano contro l'asfalto, facendo risuonare quell'eco mille volte nella mia testa.
"Fermati e parliamo!" Urla ancora una volta.

I miei piedi si incollano a terra, in due secondi.  Noto dei capelli rossicci in lontananza, un corpo snello e sinuoso, dei fianchi scoperti. I miei occhi non smettono di fissare i suoi jeans chiari, accuratamente arrotolati sulle caviglie per fare spazio alle scarpe bianche.

Iris blatera un paio di volte, dietro di me, ma io non do il permesso alle mie orecchie di ascoltarla. Voglio concentrare tutte le mie attenzioni ed i miei sensi verso quella ragazza, che mi ha respinto poco tempo fa. Ma, nonostante mi abbia chiesto di andarmene, io non riesco ad odiarla. Non riesco a provare rancore nei suoi confronti- anzi. Il mio amore cresce ogni giorno che passa, in una forma che mai avevo provato prima.

Le parole di Iris cessano in poco tempo, e sono quasi tentato di girarmi per capire come sia riuscita a chiudere quella bocca. Ma la sua voce squillante mi riporta alla realtà, che mi sembra fin troppo crudele.
"Niall!" Nascosto dietro di lei, con una sigaretta tra le labbra, il biondo ci scorge con lo sguardo. Sembra quasi compiaciuto della mia presenza, ma poco dopo diventa tutto veloce.

Una macchina sbanda, prendendo in pieno Scarlett. Non mi rendo nemmeno conto quando i miei piedi si muovono veloci sull'asfalto e le mie gambe cercano di raggiungere la ragazza il prima possibile.
Niall è riuscito a schivarla, anche se di poco. Il panico comincia a farmi fischiare le orecchie, il cuore in gola. I miei muscoli bruciano, anche se mancano solo dieci metri per raggiungerla.

Niall si alza malamente, portando una mano verso di me. Io continuo a correre, rallentando quando mi trovo a pochi passi dalla macchina grigia. La sua mano blocca il mio petto bruscamente, mentre con l'altra si pulisce il sangue che cola dal suo labbro. "No, non ti avvicinare" Biascica, bloccandomi con il suo corpo.

Lo fulmino con lo sguardo, spostandolo di peso. A causa del colpo appena subito, non ha molte forze per riuscire ad opporsi a me. Appena la mia strada si libera, il cuore smette si battere. Le gambe di Scarlett si trovano ancora sotto la macchina, per fortuna non sono sotto le ruote. Una ferita sulla tempia e sullo zigomo rovinano il suo viso angelico, facendomi risucchiare un respiro.

Mi accascio a terra, afferrandole la testa. La poggio delicatamente sulle mie cosce, cercando di non farle troppo male. I miei occhi scattano sulla portiera della macchina che viene aperta, facendo cadere un ragazzo. Il suo corpo finisce a terra, mentre biascica cose senza senso. La mia rabbia mi sta comandando di andare da lui e riempirlo di botte e di lasciarlo morire lentamente sul ciglio della strada. Ma non lo faccio, perché i miei occhi cadono sulla ragazza tra le mie braccia.

"Non devi toccarla, devi aspettare l'ambulanza"  Irrompe Iris, con tono arrogante. I miei occhi sono ancora fissi sulle sue lunghe ciglia, quando qualcosa le bagna il viso. Osservo meglio quella goccia, rendendomi conto che non sta piovendo fuori: sta piovendo dentro di me. I miei occhi bruciano a causa delle lacrime versate, mentre rilascio un urlo arrabbiato.

"Siamo stati investiti, ma lei non si sveglia" Mi giro di pochi centimetri, notando Niall con il telefono all'orecchio. Cammina avanti e indietro, zoppicando leggermente, mentre cerca di spiegare dove ci troviamo esattamente. Una piccola folla si crea intorno a noi, ma non ci faccio molto caso.

Un lamento sofferto richiama la mia attenzione, facendo abbassare il mio sguardo. Le sopracciglia di Scarlett si alzano, la sua bocca comincia a muoversi cercando di far uscire la voce. Poi, di scatto, i suoi bellissimi occhi si aprono. "Scarlett!" Esclamo, accarezzandole il viso. Non mi importa se della gente ci sta guardando, se Iris continua a sbuffare dietro di me, se Niall si accascia a terra in segno di disperazione. Adesso niente ha più importanza, tranne lei.

"H-Harry?" Balbetta, poggiando le mani sull'asfalto. Afferro delicatamente le sue spalle, aiutandola a mettersi seduta. Quando la sua schiena di appoggia sul mio petto, la stringo dolcemente contro il mio corpo.

"Stai bene?" Le lacrime non smettono di scendere, anche se la mia voce è completamente stabile.

Lei annuisce, toccando la sua tempia. Risucchia un respiro, scuotendo la testa. "Perché sei qui?" Mi chiede, quasi accusando la mia presenza.

"Ti ho vista da lontano" Confesso. "Non volevo avvicinarmi, dato come eravamo rimasti l'ultima volta.. Ma la macchina.. Tu.." Comincio a blaterare, senza trovare una via d'uscita alle mie parole confuse.

Lei si gira verso di me, poggiando la sua mano graffiata sulla mia bocca- per zittirmi. Dei rivoli di sangue percorrono il suo viso pallido, stanco. Si vede che non dorme da almeno due giorni, che non ha avito la forza di mettersi nemmeno un filo di trucco. Ma è bellissima comunque.

"Andiamocene"

Autostop • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora