Capitolo 39

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Scarlett's Pov

Il silenzio che regna nel bagno del cottage è quasi assordante. La sua faccia mi sta facendo capire che non se lo aspettava, come d'altronde nemmeno io me l'aspettavo. Non pensavo davvero di dirgli, proprio adesso in questo bagno, i miei sentimenti. Pensavo che si sarebbero voluti altri mesi, che avrei dovuto perdonarlo completamente. Ma so che il mio cuore l'ha già perdonato- l'ha fatto nell'istante in cui mi ha detto di amarmi. Poteva essere una scusa per non farmi scappare da lui, ma invece mi ha indotto a non lasciarlo più. Che fregatura.

La sua bocca semiaperta si chiude per un istante, i suoi occhi si distolgono dai miei ed un'espressione confusa gli si dipinge in volto. E se non mi amasse più?
Le sue dita passano in rassegna ogni riccio, aprendolo e lasciandolo. I suoi capelli sono cresciuti, ancora e ancora, e non si può dire che non stia bene. Una leggera peluria gli contorna il viso, ma è davvero superficiale, che solo osservandolo con attenzione si nota.
La distanza che ci ha separato per qualche giorno l'ha fatto diventare più bello- oppure i miei occhi non si sono ancora abituati alla sua bellezza..

"F-Forse i tuoi sentimenti per me sono cambiati, quando ti ho praticamente cacciato da casa.. tua. Ma- vedi- io sento questa sensazione nel petto che mi esplode anche quando ti penso solamente. Non esistono più leggi della fisica, della chimica o della gravità. Tutto prende una piega diversa, tutto cambia intorno a me. E tutto questo solo grazie a te.. Non immaginavo di confessare i miei primi sentimenti veri in un bagno.. Ma è successo, anche se la cosa non è romantica" Parlo come una macchinetta, facendo parlare soprattutto il mio cuore- che per troppo tempo è rimasto a guardare. "Lo so che sono stata stronza, ma ho avuto paura. Mi hai tenuto nascosta questa cosa del processo, della Gregon, del mio lavoro. Mi sono sentita in qualche modo tradita, avevo bisogno di rielaborare le informazioni che mi avevi dato. Ma adesso ho finito, ho capito che quello che provo per te, Harry, è forte. E mi dispiace, ti prego perdonami se ti amo. Ma non posso negare a me stessa il piacere di vivere" Lascio cadere il mio corpo stremato dall'amore, dall'incidente e dalle mie emozioni contro il lavandino, aspettando una sua risposta.

I suoi occhi color giada si tingono di una nota di verde più acceso, mentre un sorriso dolce spunta sulle sue labbra. Ecco che cosa volevo: essere ricambiata.
Le sue braccia stringono i miei fianchi, mentre mi avvolge in un abbraccio sincero e dolce. Il suo profumo.. mi mancava davvero tanto. Qualche traccia lasciata sul mio cuscino non bastava per rimpiazzare la sua presenza. Niente e nessuno poteva farlo, e mai potrà farlo in futuro.

"Quando quella macchina ti ha colpita.. il mio mondo si è fermato" Sussurra al mio orecchio, facendo scattare i miei occhi verso i suoi. Il suo sguardo si fa leggermente più serio, ma comunque luminoso. "Volevo davvero che tu fossi felice, come adesso voglio che tu lo sia. Non ti ho smesso di amare nemmeno per un secondo. Non credevo che dei sentimenti così forti potessero nascere così in fretta" La sua voce si abbassa sempre di più verso la fine della frase. I nostri corpi sono ancora allacciati, e questa volta sento che non si staccheranno facilmente. Ci siamo confessati i nostri sentimenti, adesso il nostro viaggio sarà solo in discesa. Abbiamo affrontato lo scoglio più grande, adesso basta non rimanere fregati.

"Ma noi siamo la prova che questo può succedere, no?" Chiedo retorica, lasciandogli un dolce bacio sulle labbra socchiuse. Lui sorride, fiondandosi sulle mie labbra e stringendomi- ancora una volta- tra le sue braccia.

Ti amo, Harry Styles.

**

Riprendere il lavoro dopo questi giorni è una bella sensazione. Finalmente non dovrò più stare seduta sul divano, a guardare qualche stupido programma televisivo insieme a Niall e piangere sul mio avvenire. A proposito del biondo..ho provato a chiamarlo ma non mi ha mai risposto. So che guarda i miei messaggi, ma non mi risponde comunque.

Forse credeva davvero che non avrei scelto Harry? Certo che l'avrei fatto, nonostante tutto. Harry mi ha dato una casa, un lavoro ed un futuro felice che non è per niente condizionato dai soldi, ma dall'amore reciproco. Niall, forse, deve aver pensato che stessi scegliendo Harry per i suoi soldi- ma si sbaglia di grosso.

Il sorriso di Henry appena entro in hotel quasi mi fa scoppiare il cuore. Alza la mano verso di me, mormorando un 'Buongiorno'. Mi affretto a mettere giù la mia giacca, per seguirlo dietro il bancone della reception.

"Allora, stai meglio?" Mi chiede, lasciandomi un bacio sulla guancia. La sua espressione da orso dolce mi è mancata in questi giorni: la barba che gli è cresciuta sulle guance e sul mento lo rendono più dolce, al posto di renderlo più aggressivo- come dovrebbe essere.

Annuisco, portandomi i capelli sulle spalle. Accendo il computer, per poi riprendere a parlare. "Si, scusami davvero se sono mancata. Devi aver avuto molto da fare" Dico con tono dolce. Mi sento davvero in colpa per non averlo aiutato, per aver dato spazio ai miei sentimenti e non all'aiuto che Henry deve aver avuto bisogno.

"Tanto, ma Harry ha fatto i turni notturni. Quindi c'eravamo noi due: io mattina e pomeriggio, lui sera e notte" Spiega, facendo alzare i miei occhi dal computer per portarli fino a lui.

"Avete fatto i turni?" Chiedo quasi sconvolta. "Non c'era quella signora che veniva alla notte?" Io ed Henry abbiamo sempre lavorato insieme, per smaltire la maggior parte del lavoro, e la notte veniva una signora a gestire quei pochi arrivi.

Scuote la testa, chiudendo gli occhi. "Harry l'ha licenziata; l'ha trovata mentre rubava dei soldi dalla cassa" Mi informa lui, zittendosi appena entra un cliente.

Il mio sguardo rimane fisso sul pavimento coperta dal tappeto bianco per qualche istante, ma poco dopo alzo lo sguardo verso il cliente che è appena entrato. Quando mi rendo conto di chi si tratta, per poco non svengo sul posto. "Phoebe!" Esclamo, uscendo dal mio rifugio dietro il bancone e correndo verso di lei.

I miei piedi si incollano al pavimento, però, quando incontro la sua espressione. Delle lacrime salate stanno scorrendo lungo il suo viso, sciogliendo il trucco che era stato ben messo. "Phoebe.. ma cosa?" Sussurro quasi, avvicinandomi a lei ed avvolgendo gentilmente le mie braccia intorno a lei.

Dei piccoli singhiozzi lasciano le sue labbra, mentre le sue lacrime bagnano la mia camicia nera. "Puoi scusarmi un secondo?" Faccio un cenno del capo ad Henry che mi indica il bagno delle donne. Lo raggiungo in pochi secondi, con mia sorella a seguito.

Appena la porta si chiude dietro di noi, la stringo ancora una volta a me. Quando i suoi singhiozzi decidono di calmarsi, l'allontano da me e raggiungo il contenitore dei fazzoletti per asciugarsi le mani. Ne prendo due e glieli passo, facendole soffiare il naso.

"Puoi dirmi che cosa sta succedendo? Sono preoccupata.." Confesso, poggiandole una mano sulla spalla tremolante. Entra così, senza preavviso, in un mare di lacrime. Non ci vediamo da un sacco di tempo, dati i suoi esami, ma non pensavo di trovarla in queste condizioni struggenti.

Lei annuisce lentamente, gettando i fazzoletti nel cestino sotto il lavandino e prendendo un bel respiro. "S-Stavo venendo qui per dirti che i miei esami erano andati bene e che tra due mesi ci sarebbe stata la cerimonia delle consegne delle lauree.." Mormora, balbettando ogni tanto mentre pronuncia la frase.

"Ma..?" Cerco di indurla a finire la frase. L'ansia si sta prendendo possesso di me, della mia mente confusa. Le hanno fatto del male? ha litigato con Greg? Che cosa diamine è successo?

"Ho incontrato la mamma. A dire la verità, lei è venuta a cercarmi" Dice lei, scoppiando di nuovo a piangere. "Era nel parcheggio dell'università. Ha spettato che io finissi i corsi e mi dirigessi verso il campus e mi ha seguita" Spiega, poggiandosi contro le mattonelle bianche della parete che si trova dietro di me.

Non è possibile. Mi ricordo benissimo il giorno in cui presi la macchina di mio padre e scappai con mia sorella. Loro ci odiavano, non ci hanno mai voluto bene. Potevano darci direttamente in adozione: avremo vissuto una vita migliore, più felice e senza preoccupazioni. Delle bambine/ragazzine non dovrebbero vivere in quella situazione familiare che loro ci hanno offerto.

"Che cosa voleva?" La mia voce non si controlla quando parlo, edurlo letteralmente- facendo rimbombare la mia voce per tutto il bagno vuoto

"Papà è morto"

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