Capitolo 17

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Le sue mani cadono dai miei occhi, facendomi voltare leggermente il viso. Un grande sorriso, contornato da due fossette perfette, mi si palesa davanti. Quella strana sensazione, che ho represso per una settimana nel fondo del mio stomaco, riprende vita.

"Ehi" Sorride lui, lasciandomi un dolce bacio sulla fronte.

"Ehi" Sussurro, appoggiando il mio drink, ancora nelle mie mani, sul bancone davanti a me.

"Non mi aspettavo un tuo messaggio, davvero. Pensavo che non volessi parlarmi più" Ridacchia nervosamente lui, spostando il peso da una gamba all'altra.

"Messaggio?" Chiedo confusa, toccando le tasche del mio giubbino di pelle- in cerca del mio telefono. Porto le mie dita sul ponte del naso, ricordandomi solo ora di averlo lasciato nel mio comodino. "Io non ti ho mandato nessun messaggio.." Dico con voce piccola, sperando che lui non se la prenda. Sono felice anche io di rivederlo, e non vorrei mai che camminasse fuori da questo locale imbronciato- pensando che io non lo volessi vedere.

"Ma.." Balbetta lui, tirando fuori il suo cellulare e toccando lo schermo. "Questo?" Mi mostra il telefono, indicando il messaggio.

Ciao Harry.. Mi sono comportata davvero male, perdonami. Ti va di vederci tra un'ora al Gruk?

La mia bocca tocca letteralmente terra, così sono costretta a prendere il suo cellulare tra le mani per rileggere e rileggere il messaggio. Il mio numero è quello, quindi non può essere stato qualcun altro.

"Phoebe" Sussurro, alzando gli occhi dal telefono e cercandola tra la folla, senza successo.

"Quindi è stata lei a scriverlo?" Chiede, leggermente deluso.

"Si, ma-" balbetto, cercando di trovare le parole giuste per dirglielo. "Volevo vederti" Aggiungo subito dopo, prima che possa ribattere il contrario.

La sua mascella si tende e socchiude gli occhi, respirando profondamente. So a che cosa sta pensando: che io non lo volevo in mezzo ai piedi ancora e ancora, dato che lo sto evitando da una settimana.

"Mi spieghi cosa sta succedendo?" Chiede con tono duro, rompendomi in due parti esatte il cuore. Sono troppo sensibile in questo momento per rispondergli acidamente, come avrei già fatto cinque minuti fa, ma non ci riesco.

"Io-" Non mi lascia finire la frase, che continua.

"Perché mi stai facendo capire che stai benissimo anche senza la mia compagnia. Scarlett, credevo fossimo amici" Marca l'ultima parola, facendo affondare il mio cuore. "Hai spento il cellulare per una settimana ed io non ho smesso di pensarti un secondo" Mi accusa, puntandomi il dito contro.

"Ascolta, lo so che sono stata stronza, ma avevo una ragione valida per farlo" Alzo leggermente la voce, cercando di sovrastare la musica che si è alzata improvvisamente.

"Ah si? Allora illuminami" Ghigna divertito, anche se so che non potrebbe essere più incazzato di così. Anche io lo sarei al posto suo.

"Ho avuto dei problemi" Dico solamente. Sarebbe troppo brutto dirgli 'sai, mi hanno licenziata e stavo prendendo in considerazione l'idea di venire a lavorare per te- così da non ritrovarmi con il culo su una strada schifosa'.

"Così gravi da spegnere il cellulare, e tagliare i rapporti con il resto del mondo? So che Phoebe sta bene" Ringhia, allungandosi dietro di me e rubando il mio bicchiere di vodka. Osservo il suo pomo d'adamo muoversi mentre ingoia tutto il liquido trasparente.

Ovvio che lo sa, era con me il giorno in cui siamo andati a prenderla. Lei si è rimessa quasi due giorni dopo, come avevano detto i medici, e non ci sono state complicazioni. "Devo parlarti" Sbuffo, chiudendo per due secondi gli occhi.

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