Capitolo 32

7.3K 315 56
                                    

La parte più bella del mio lavoro è quella burocratica. Sono stata una commercialista, quindi è normale che mi piaccia di più maneggiare documenti da compilare. Schede di notificazione, prenotazioni. Il mio paradiso, in poche e semplici parole.

Ho fatto pace con Henry, questa mattina. Sono entrata in Hotel come se fossi una regina, ben svegliata e piena di vita- che mi ha trasmesso quasi sicuramente Harry. Passare la notte tra le sue braccia, dopo quelli che sembravano anni, è stato confortante. Per la prima volta sono riuscita dormire come si deve, senza girarmi e rigirarmi tra le lenzuola per cercare una posizione che mi facesse dimenticare il pensiero dei suoi capelli lunghi e delle sue fossette angeliche.

Mi ha accompagnata al cottage, dove mi sono lavata e cambiata, per poi lasciarmi qui. Non si è fermato, però, e non mi ha spiegato nemmeno il perché. So che sta andando da lei, perché ha bisogno di averlo accanto adesso, ma vorrei che non fosse vero.

Può sembrare egoistico, ma è la verità. Ieri sera, mentre era con me, sentivo che io e lui fossimo una vera coppia. Ma quando, poco più di due ore fa, mi ha lasciato davanti all'edificio con un bacio in fronte, la mia immagine di coppia felice si è sgretolata nella mia mente. Il mio cuore ha cominciato a soffrire di quel poco, ma poi mi sono ricordata che tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Digitare numeri sulla calcolatrice e cercare nomi sul computer mi fa dimenticare tutto per altre due ore. Il mio cervello lavora da solo, come se fosse una macchina da scrivere che batte da sola le lettere. Fogli sparsi sulla scrivania, la mia penna preferita quasi finita, i miei capelli raccolti per evitare che qualche ciuffo ricada sugli occhi. La mia vecchia vita, insomma. Non quella in cui stavo con i clienti a discutere, ma quella in cui dovevo chiudermi nella mia mente a fare calcoli su calcoli per cercare la soluzione migliore.

Sussulto leggermente quando Henry comincia a sventolare una mano davanti ai miei occhi, ripetendo un paio di volte il mio nome. "Scarlett, dovresti fare una pausa" Afferma, togliendo dalle mie mani la calcolatrice rosa. Lo guardo confusa, cercando il mio telefono per controllare l'ora. "È l'una passata, devi pranzare" I suoi occhi mi stanno severamente rimproverando, così sospiro pesantemente e mi alzo dalla sedia.

L'ufficio in cui mi sono immersa è caldo e accogliente, ma é stato difficile stare senza il mio collega. Almeno, quando sono con lui, parlo un po'- fino a quando dei clienti non arrivano e sbraitano come delle belve perché c'è un insetto nella loro camera, o quando Henry è costretto a rivestire la carica da *concierge- che non gli si addice proprio- e mi lascia da sola.

Prendo il mio cappotto, uscendo dalla stanza e dirigendomi fuori dall'Hotel. "Torno tra poco, vado a mangiare un boccone qui vicino" Avviso il mio collega, ottenendo un cenno del capo come risposta.

Esco velocemente dalla struttura, notando un grande flusso di gente esattamente nella via dell'Hotel. Strano, penso. Faccio spallucce, coprendomi nella mia giacchetta di pelle. Ormai l'inverno sta finendo, anche se lentamente, e si prospetta una primavera- anche se piovosa- abbastanza piacevole.

Il sole è alto, bello visibile grazie alle nuvole bianche che gli svolazzano attorno. Non c'è un grigio triste che le ricopre, ed il cielo non dà alcun segnale di pioggia. Cammino tra la folla, con un grande sorriso stampato in faccia.

Noto un piccolo bar infondo alla strada, abbastanza vuoto all'interno, così decido di dirigermi verso quello. La porta di vetro scricchiola leggermente quando la spingo, attirando l'attenzione delle poche persone che sono sedute sui tavolini bianchi.

Faccio finta di niente, godendomi la vista del bar rustico. È abbastanza strano trovare un bar così nel bel mezzo di Londra, ma io dovrei proprio tacere- dato che vivo in un cottage in mezzo alla città. Mi siedo ad un tavolino, sfogliando le pagine del menù con non molto interesse.

Autostop • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora