Capitolo 30

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Quando siamo piccoli, le nostre paure si intensificano. Il buio diventa un vuoto nero e tenebroso, gli insetti diventano delle bestie orribili. Ma quando siamo bambini, riponiamo tutta la nostra fiducia nelle persone. Non ci facciamo due domande prima di correre tra le braccia dei nostri genitori oppure delle nostre amiche per cercare conforto. Non ci chiediamo chi siano davvero.

Ma la verità è che i bambini, fin da piccoli, devono aver paura delle persone. Paura di quello che potrebbero fare, dei loro pensieri, delle loro idee. Tutto il mondo dovrebbe essere un sospetto, perché solo così si avrebbe la certezza di fidarsi delle persone vere.

Ma io non ho fatto in questo modo. Ho sempre avuto paura delle persone, ma mi sono lasciata andare. Come se la corrente di un fiume violento mi avesse travolta e mi avesse lasciato senza cuore.

Sono passati tanti giorni da quando ho pronunciato quelle parole nel suo ufficio. Sono passati giorni da quando ho potuto sentire la sua pelle sulla mia, seppur per un istante. Non so che cosa siamo, ora, non so nemmeno dove si trovi. Stare seduta vicino ad Henry tutto il giorno, per poi torturarmi la mente finche torno a casa mi sta uccidendo.

Quanto è passato? Due settimane, forse. Ho perso il conto quando alzarmi dal letto cominciava a pesarmi dal petto ed il mio respiro non bastava a soddisfare tutto il mio corpo. Il cottage profuma di lui, in ogni angolo lo vedo.

Nessuna chiamata, nessun messaggio. Solo un vuoto immenso, pieno di domande e di incertezze. Allora l'amava davvero? Perché è scappato da lei?

Non ho mai creduto nell'amore, anche se ho sempre desiderato una storia seria. Il tempo trascorso con Harry mi ha cambiata, mi ha reso debole. Ed ora non riesco a camminare da sola, ho bisogno del mio supporto. Ho paura che questo sentimento che provo ogni giorno si possa chiamare amore, ma che tipo di amore è? Decifrarlo non è per niente semplice, perché attrazione ed affetto si accavallano in una maniera confusionale- non facendomi capire che cos'è quell'emozione che pulsa dentro di me.

Non pensavo di metterci così poco ad innamorarmi, ma è quello che è successo. Gli è bastato un inverno grigio e piovoso per riscaldare il mio cuore.

**

Le foglie secche dell'inverno vengono spostate dall'ennesima folata di vento. La primavera sta arrivando, anche se in leggero ritardo. Ormai è primavera inoltrata, ma sembra ancora inverno. Penso che quest'anno la terra giri più lentamente, perché le stagioni non seguono il loro corso normale.

Ormai sono più di due settimane che ho perso i contatti con Harry. Non viene mai a lavoro, e se lo fa io non ne sono a conoscenza. Non lo vedo più entrare nel suo ufficio con aria spavalda ed uscire con aria stanca e spossata.

Mi manca tutto di lui. Le carezze, la sua voce roca, i suoi capelli morbidi tra le mie dita. Quando la storia con Darren era finita, mi ero ripromessa di non invaghirmi più di nessuno. O meglio, l'ho pensato nella mia anticamera del cervello- ma effettivamente, la voglia di innamorarmi bussava al mio cuore ventiquattro ore su ventiquattro.

Il mozzicone della sigaretta viene pestato dalla suola della mia scarpa, mentre l'aria mi rinfresca i sensi. Il cielo è contornato di stelle, e questo mi da la certezza che per almeno le prossime ore non pioverà. Mi sono inoltrata in un parco, in una zona vicino al centro non molto conosciuta. Ho camminato un sacco per arrivare qui, ma dopo la litigata avvenuta con il mio collega ho deciso di scappare via.

Forse è quello che fanno tutti: scappare quando un problema ci si schiaffeggia in faccia.

Il parco è deserto e spero solo che non chiudano i cancelli. Tiro fuori il mio cellulare dalla mia tasca, scoprendo che sono già le undici e mezza. Ma quanto sono stata qui fuori?

Autostop • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora