The aftermath

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Essere un chirurgo avrebbe dovuto renderle le cose più semplici, per lo meno prepararla a ciò che stava provando, avrebbe dovuto agire come uno scudo contro quello che Liv provava in quel momento. Eppure Liv era come paralizzata, davanti al vetro della sala operatoria, guardava impotente la sua migliore amica agitarsi fino all'inverosimile, stringere la mano del suo collega chirurgo, poi abbandonarla senza più essere cosciente. Era il momento che qualsiasi chirurgo aspettava sempre con ansia, quello, il momento in cui i pazienti smettevano, almeno per un certo tempo, di provare dolore, seppure l'anestesia totale non era mai stata uno dei metodi preferiti da Liv, che era puntualmente terrorizzata che qualcosa andasse storto e il paziente non si svegliasse.

Più vedeva il chirurgo lavorare, aprire un taglio maggiore sulla gamba di Casey e rimuovere le schegge che erano rimaste all'interno, più Liv capiva come dovevano sentirsi i parenti che, non appena usciva dalla sala operatoria, la accerchiavano con migliaia di domande. Vedeva le macchine dimostrare che i battiti e la pressione di Casey procedevano regolari, e vedeva il dottor Styles muoversi con agio tra gli strumenti e la ferita della sua amica, eppure non era tranquilla. Un vortice di preoccupazioni offuscava il suo normalmente nitido flusso di pensieri, non era più razionale come il suo solito.

Casey era stata vittima di un incidente che avrebbe facilmente potuto ucciderla, Casey, la brillante sportiva che sognava di vincere campionati su campionati di Judo, rischiava di non poter mai più rimettere piede su un tatami, e tutto questo per colpa sua, di Liv. Cercava di ripetersi che lei non c'entrasse nulla, ma non riusciva a togliersi dalla testa che se lei avesse fatto tutto come lei e Casey avevano concordato, Casey a quell'ora sarebbe stata con lei al tavolo dell'appartamento che condividevano, non sul tavolo da operazioni di una sala operatoria in ospedale.

Si accorse solo verso la fine dell'operazione, quando ormai si sapeva che era andata piuttosto bene, di non essere sola nell'anticamera. Un altro medico, uno specialista probabilmente, osservava ciò che succedeva dall'altro lato del vetro con ostentata indifferenza, anche se in un altro contesto Liv l'avrebbe chiamata 'oggettività propria del suo lavoro'. Osservava i movimenti del chirurgo con un'attenzione quasi spasmodica, annotando qualcosa di tanto intanto sulla cartella che aveva in mano.

"L'operazione è finita, e io non sono qui per farmi ammirare dottoressa. La paziente sarà nella stanza 37 in ortopedia, la aspetti lì, tanto qui è inutile rimanere" Cominciò il medico, senza nemmeno guardare Liv negli occhi, mentre sistemava gli occhiali sul naso. Liv si guardò intorno, poi abbassò lo sguardo su se stessa, per riportarlo sull'uomo.

"Io... Ma, come.."

"Solo il personale specializzato dell'ospedale può entrare nelle anticamere dottoressa, e la mancanza di attenzione a quello che la circonda mi fa immaginare che sia in qualche modo legata alla paziente. Ora segua il mio consiglio e si avvii verso l'ortopedia, su di due piani e poi a destra" Liv, ancora leggermente scombussolata, si prese altri due secondi per fissare l'uomo, poi sopraffatta da una certa furia, che a mala pena riuscì a trattenere per non sfogarla sullo sgarbato malcapitato, girò i tacchi e se ne andò, promettendosi di ricordare la faccia dello sconosciuto tanto saccente.

Ci è mancato poco che mi tirasse un pugno. Pensò Louis, guardando la sconosciuta dottoressa andarsene, mentre anche Harry usciva dalla sala operatoria. Louis Tomlinson, 26 anni, fisioterapista specializzato in recupero e riabilitazione, sapeva che Harry non avrebbe voluto vedere nessuno subito dopo l'operazione, soprattutto non un membro del personale dell'ospedale come la dottoressa, che l'avrebbe ricoperto di domande a cui, per il momento, era difficile rispondere: Si riprenderà completamente? Quando potrà ricominciare a camminare? Quanto dolore sta sentendo in questo momento? Tante le domande che ovviamente erano poste a entrambi, dato che Louis generalmente seguiva i post operazione di Harry. Quest'operazione in particolare, tra l'altro, era stata piuttosto delicata, data la quantità di schegge che Harry aveva rimosso; non sarebbe bastata una sola operazione, Louis se lo sentiva.

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora