Relapsing

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Dio quanto ti odio.

Fu doloroso, per Louis, leggere quel messaggio di Liv. Certo, avrebbe potuto risponderle, in fin dei conti sapeva che si stava comportando come un bambino. Eppure non riusciva a toccare lo schermo per accontentarla, il motivo non lo capiva. O meglio, non voleva ammetterlo a se stesso: sapeva bene di essere ancora arrabbiato per la storia di Edimburgo, e ancora di più lo era da quando era venuto a sapere che se n'era andata, dopo appena una settimana dalla litigata. Eppure c'era altro, Louis lo sapeva, e aveva a che fare con il fatto che non aveva il coraggio di sentire la voce di Liv, per paura di caderle ai piedi non appena lei pronunciasse il suo nome.

"Vediamo... sigaretta in mano, capelli arruffati alla perfezione, occhi azzurri da sogno, fisico niente male, espressione corrugata da anima inquieta... devi essere tu il dottor Tomlinson di cui mi hanno parlato in segreteria."

La voce, che Louis non riconobbe, proveniva da una donna davanti a lui, che aveva contato le caratteristiche elencate sulla punta delle dita. Non appena Louis annuì, la donna si illuminò con un sorriso a trentadue denti, allungando la mano verso di lui perché la prendesse, nonostante avesse ancora il telefono in una mano e la sigaretta nell'altra.

"Emily Winterbourne, chirurgo plastico, sono qui per l'intervento al braccio del ragazzino del crollo di qualche giorno fa" Si presentò la donna, insistendo perché Louis le prendesse la mano. Ci volle un po' perché Louis si riprendesse. Stava aspettando il chirurgo plastico per quell'intervento, certo, ma non si era informato abbastanza da sapere che era una donna, così era rimasto particolarmente stupito allo scoprire la sua identità.

"Sì, scusa, mi hai colto alla sprovvista. È un piacere conoscerti – si riprese infine, mettendo il telefono in tasca per stringere la mano della donna – ripetimi un attimo come mi hai riconosciuto?"

"Beh è la descrizione che mi hanno dato in segreteria, io ho solo tenuto a mente gli aspetti più salienti"

Louis accennò un sorriso all'imporporarsi delle guance della donna, consapevole dell'effetto che le stava provocando. Spense il mozzicone e lo gettò nel posacenere, per poi prendere in mano le carte che la dottoressa gli stava mostrando.

"So che il ragazzo è stato operato d'urgenza, ma non c'era un chirurgo plastico disponibile, quindi si sono arrangiati un chirurgo ortopedico e un pediatrico, ma la ricostruzione del tessuto muscolare non è andata per il meglio. Hai già cominciato con la terapia?" La donna non perse tempo in chiacchiere, recuperando l'atteggiamento professionale in pochi istanti, mentre il cuore di Louis faceva un balzo al sentire parlare del chirurgo pediatrico; quello di cui la dottoressa Winterbourne parlava era stato l'ultimo intervento di Liv prima che partisse, e l'ultima volta che i due avevano avuto una benché minima interazione.

"No, tra il tessuto muscolare e la parte dell'omero maciullata, volevo aspettare di sentire il parere di uno specialista in chirurgia plastica prima di fare ulteriori danni"

"E non ti aspettavi una nanetta con gli occhi azzurri e lunghi capelli biondi, a quanto posso capire dalla tua reazione di poco fa – assunse la donna, scrollando i capelli con fare drammatico – vogliamo andare dal ragazzino per vedere quanti danni hanno fatto i tuoi colleghi?"

"Sì, beh, i due chirurghi che hanno fatto il primo intervento gli hanno salvato il braccio, ma forse se fosse stato chiamato un chirurgo plastico avremmo potuto rendergli le cose meno complicate fin da subito. Tu li conosci, il dottor Styles e la dottoressa Blake, vero? Me li puoi presentare?"

Erano appena usciti dalla breve visita con il paziente. La dottoressa Winterbourne aveva comunicato ai genitori di voler sottoporre il ragazzo all'intervento il prima possibile, seppur non senza aver parlato anche con i chirurghi che avevano operato la prima volta.

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora