Heal again

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Il viaggio di ritorno era stato tutto sommato tranquillo. Stanca dalla notte precedente, che aveva trascorso con Harry a chiacchierare sottovoce e vegliare su Casey nello studio del medico, Liv si era appisolata e, aperti gli occhi, si trovò a guardare le ultime colline prima di entrare nell'area urbana di Edimburgo. Trovò il dottor Larsen ad attenderla subito fuori dalla stazione, il volto sorridente di tutti i giorni in cui si erano visti: le prese la borsa, nonostante lei si fosse lamentata che non le pesava, poi le chiese come era andato il pur breve ritorno.

"Vuoi la verità? Un disastro" replicò in fretta Liv, incerta se avesse voglia di raccontare oltre.

"Ahia, immagino tu abbia visto il tuo ex"

"Già. Passa le giornate con una biondina insipida adesso, a quanto pare." Fu l'ostilità nel tono di Liv a stupire il dottor Larsen, che cominciò a ridere, salvo poi ricomporsi e chiedere scusa alla donna, vista l'occhiata fulminante che l'aveva trafitto.

"Non è per niente divertente, sai?" Lo riprese infatti Liv, dandogli la scusa per un'altra risatina soffocata. Erano arrivati davanti all'hotel, e Liv aveva tirato fuori l'ormai immancabile sigaretta. Si rendeva conto di aver vertiginosamente aumentato il numero di quelle che fumava, dalla sera dell'anniversario dei suoi genitori, ma non riusciva a farci granché: la nicotina, per lo meno, aveva il potere di calmarla quel tanto da farle tornare un accenno di lucidità, in modo da non prendersela con il mondo intero.

"Avresti riso anche tu se avessi visto la tua faccia, dottoressa Blake – ribatté Larsen sicuro di sé – Posso chiamarti Olivia?"

"Veramente gli amici mi chiamano Liv. Tu invece hai un nome che non sono in grado di pronunciare" Continuò Liv stringendo le spalle, con la mente rivolta all'insieme impossibile di lettere che era scritto prima del cognome del medico.

"Oh Torbjørn? Non c'è problema, sono abituato a sentirlo storpiato, ormai mi giro anche quando dicono Thor" Spiegò il dottor Larsen, alzando le spalle, mentre Liv espelleva il fumo della sigaretta lontano da lui.

"Thor sia allora" batté il pugno sulla spalla dell'uomo, ridacchiando, al che lui gonfiò il petto orgoglioso.

"D'altronde sono biondo, alto e aitante, potrei fare un provino per il prossimo film Marvel, se non riesco a soffiarti il posto di primario."

Larsen sorrise a Liv, che però abbassò lo sguardo, pronta a rispondere, sicura di aver preso la decisione definitiva.

"Ho come il presentimento che non avrai problemi, anche perché io torno a Londra quando finisce il corso" gli raccontò, incerta di quale sarebbe stata la reazione dell'uomo, che sospirò rumorosamente.

"Hai preso la tua decisione?"

Alla risposta positiva di Liv, che aveva annuito sicura, Larsen tornò a sorridere bonario.

"L'incontro con il tuo ex non dev'essere andato poi tanto male allora" insinuò lui, mentre la spingeva piano con la spalla.

"Mmh lui c'entra davvero poco, e non credo gli interessi quello che faccio ormai. Mi ha accusato di essermene andata, e poi come ho detto prima ha trovato da consolarsi" gli rivelò Liv, poi scosse la testa, come per liberarsi del pensiero. Harry le aveva detto che tra i due non c'era stato nulla, ma la reazione di Louis aveva reso palese che non fosse poi così improbabile, che tra i due potesse scoccare la scintilla. Soltanto a quel pensiero, il cuore di Liv sprofondò almeno un paio di metri.

"La prima volta che vengo a trovarti a Londra voglio conoscerlo questo, non mi sembra uno molto arguto"

"Ti assicuro che è tanto intelligente quanto sa fare l'idiota – Liv difese Louis, non poi così sicura del motivo, poi alzò un angolo della bocca verso il medico – però sarai il benvenuto tutte le volte che vorrai, Thor"

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora