Hard partings and happy places

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Casey entrò nello studio di Louis con il suo miglior sorriso, sperando di trovare il terapista, se non di buon umore, almeno ben disposto nei suoi confronti. Era una di quelle giornate in cui la pigrizia vinceva su tutto, persino sui migliori propositi della ragazza di riconquistarsi il posto in squadra in vista delle Olimpiadi, così che si augurava che la seduta di quel giorno non fosse troppo terribile.

"Bentornato dottor Tomlinson!" Lo salutò, attirando l'attenzione del medico, che fino a quel momento era stata tutta per le cartelle sparse sopra il suo tavolo.

"Oh, ciao Casey, non ti avevo sentita" Rispose, accennando un sorriso.

Gli occhi di Louis studiarono la ragazza alcuni istanti, come in attesa di qualcosa, mentre Casey, allo stesso tempo, tentava di capire quale fosse l'umore del medico, se quel leggero sorriso che le aveva rivolto fosse un buon segno, e cosa volesse dirle con quell'occhiata. Non era ancora giunta a nessuna conclusione buona, che Louis si alzò di scatto dalla sedia per avvicinarsi a lei, pur senza guardarla in faccia.

"No, Casey"

Gli occhi della ragazza si spalancarono per lo stupore, non sapeva proprio a cosa Louis si stesse riferendo. Non credeva che durante le ferie avesse improvvisamente acquisito capacità telepatiche e che quella fosse la risposta ai suoi dubbi, così scosse la testa, confusa.

"Perdonami, Louis – Borbottò – No cosa?"

"No, non ho intenzione di parlarne, e sai bene a cosa mi riferisco" Sbottò il terapista, alzando gli occhi al cielo.

Era chiaro che ora stesse parlando di Liv e della loro lite, giorno dal quale Casey non aveva più visto né parlato con Louis per ovvi motivi. Forse il medico si aspettava, o temeva, che la ragazza potesse avanzare qualche indagine in merito, visti i precedenti e l'amicizia che la legava a Liv.

"Ah – Mormorò, ancora più incerta sul da farsi – No, in realtà mi stavo solo chiedendo se le ferie ti avessero fatto bene, ma credo tu mi abbia appena risposto"

Non riuscì a sostenere l'occhiata di ghiaccio che Louis le lanciò, così si affrettò a posare la borsa a terra ed appendere la giacca al gancio sul muro, tutto pur di evitare un altro contatto con l'espressione tesa del medico davanti a lei.

"Tu lo sapevi?" Le domandò Louis, a metà di un esercizio.

La battaglia interna che stava combattendo tra il suo orgoglio e il bisogno di sapere era chiara agli occhi di Casey che, in un'altra situazione avrebbe probabilmente trattenuto a fatica un sorriso trionfante, ma in quel momento non riuscì a far altro che fermarsi e rivolgere tutta la sua attenzione al medico.

"Sì" Ammise, in un sussurro.

"E non potevi, che so, dirmelo?"

Il tono di Louis non era accusatorio, sembrava piuttosto una richiesta di aiuto.

"Non mi sembrava corretto intromettermi, Louis – Iniziò, ma vedendo il sarcasmo negli occhi del terapista, si corresse – So che l'ho fatto spesso, da quando ci conosciamo e vorrei dirti che mi dispiace, ma non è così. Tu e Liv state davvero bene assieme"

"Stavamo" La interruppe Louis.

"Non ho mai visto Liv così in crisi come in questo periodo, Louis – Insistette la ragazza – Non ero d'accordo nemmeno io, ma è la sua vita, deve decidere lei cosa fare"

"C'ero anche io però, ultimamente" Puntualizzò l'uomo, seccato.

"Lo so, è per questo che non appoggiavo completamente l'opportunità di Edimburgo – Annuì lei – Ma lo sa bene anche lei, che tu ci creda o no"

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora