Rio bound

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Casey osservò Harry sistemare alla meglio i bagagli a mano negli appositi scomparti sopra le loro teste, poi lanciò un'occhiata anche a Liv e Louis, seduti all'altro lato dello stretto corridoio, ridacchiando mentre Louis dirigeva Harry nelle operazioni senza muovere un dito per aiutarlo e Liv lo guardava scuotendo la testa, quasi affranta.

"Rio, ragazzi, ma ci credete?" Esclamò, senza riuscire a trattenersi e guadagnandosi sorrisi entusiasti dai compagni di viaggio.

Era circa la milionesima volta che se ne usciva con una constatazione del genere, ed era grata ai tre amici per non aver ancora perso l'entusiasmo, né averla guardata esasperati, ma Casey era così emozionata all'idea di prendere parte ad uno stage così importante, e per giunta nella terra in cui si erano tenute le ultime Olimpiadi prima di Tokyo. Non vedeva l'ora di atterrare.

"Quanto felice sei da uno a dieci?" Le domandò Harry, sedendosi accanto a lei.

"Dieci... mila!!" Replicò lei, facendolo sorridere.

Ma erano felici anche loro, si vedeva dalle loro espressioni rilassate e dai mezzi discorsi che nascevano e morivano sulle loro labbra a proposito di tutte le cose che avrebbero trovato da fare e vedere in quella nuova città. Sarebbe stata una bella avventura, rifletteva Casey, soddisfatta; non sarebbe stato facile, sicuramente, ma aveva grinta ed entusiasmo da vendere in lei, non si sarebbe fatta abbattere un'altra volta, da nessuno. Rio sarebbe stata solo la dimostrazione che lei aveva tutte le carte in regola per riprendersi il suo posto nella squadra olimpica.

"Buongiorno e benvenuti a tutti, siamo felici di potervi accogliere nella nostra bella città e siamo soprattutto orgogliosi di poter ospitare un evento così importante proprio nella nostra palestra"

Mentre il padrone di casa teneva un breve discorso di benvenuto per tutti i judoka, Casey non poté fare a meno di guardarsi attorno, di osservare le diverse facce di tutte le persone lì presenti, alcune conosciute, altre completamente nuove, e di sentirsi finalmente al proprio posto, dopo tanto tempo. Respirò a fondo, sorridendo in risposta all'occhiata apprensiva di Johnny al suo fianco. Erano stati tutti più o meno carini, quando avevano saputo che avrebbe partecipato anche lei allo stage, ma non le importava granché che la sua presenza potesse dare fastidio a qualcuno: quella era casa sua, aveva tutto il diritto di esserci.

"Bene, vi lascio a Rafaela per il riscaldamento – Annunciò Victor, il responsabile dello stage – Buon lavoro!"

"Okay" Sbuffò Casey, annuendo a se stessa.

Si voltò verso gli spalti per alzare i pollici in direzione di Harry, che già la stava aspettando; la fissò per un momento, poi avvicinò l'indice alla tempia tamburellando un paio di volte. Casey annuì, poi partì di corsa con gli altri. Le aveva dato un semplice consiglio, Harry: provare a fare tutto, ma con la testa. Se ci riusciva bene, altrimenti inutile sforzare il fisico e rischiare di farsi male. Era decisa ad ascoltarlo questa volta.

Iniziarono con la corsa, come d'abitudine, poi passarono agli esercizi fisici per sciogliere i muscoli, e successivamente a qualche elemento di acrobatica; Casey rimase indietro solamente al momento della ribaltata, non era sicura che la gamba reggesse del tutto all'atterraggio, ma riunendosi al gruppo subito dopo per la fine del riscaldamento.

Nei pochi istanti in cui rimase ferma, chiuse gli occhi, respirando a fondo e godendosi la sensazione del fisico che rispondeva nuovamente agli sforzi, dell'aria che entrava e usciva velocemente dai polmoni, delle piccole gocce di sudore che sentiva scendere di tanto in tanto sulla fronte, e sorrise. Era finalmente tornata in pista, o meglio, sul tatami. Amava ogni singola reazione del suo corpo, sentire la fatica, ma soprattutto sentire di farcela.

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora