The Punch

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"Te l'ho già detto, non stiamo insieme, prendiamo le cose come vengono" Liv sbraitò a Casey, dal bagno al salotto, dov'era l'amica. Casey la stava punzecchiando, perché, in tre settimane dalla gita a Manchester, Liv e Louis avevano continuato a vedersi, trovarsi per colazioni, pranzi e cene, passeggiate e pause sigarette, senza chiarire la situazione, nonostante entrambi fossero piuttosto presi dalla relazione. Ora Liv si stava preparando per tornare con lui a Manchester, allo stadio, come si erano promessi, e aveva i nervi a fior di pelle.

"Va bene va bene, però dico solo: vi cercate quando non siete insieme, se lo siete state appiccicati e ci date dentro a limonare non appena potete. Secondo me questo significa stare insieme" Replicò Casey, certa di aver colpito nel segno, ripetendo gli esercizi che Louis le aveva lasciato da fare da sola. Liv accusò il colpo, rimanendo in silenzio per qualche istante di troppo.

"Prendiamo le cose come vengono" Ripeté, chiudendo la seconda treccia con un elastico. Non era sicura che il suo look andasse bene per un appuntamento, ma per lo meno era comoda, e per lo stadio un top e dei pantaloncini con il cappellino del Manchester e un bomber sarebbero andati benissimo. Si guardò allo specchio soddisfatta, ancora una volta, poi si mostrò all'amica.

"Sei perfetta, perderà la testa" Si complimentò Casey, con un pollice alzato, poi si avvicinò per scompigliare appena le trecce e dare all'acconciatura un aspetto più vissuto. Il telefono di Liv vibrò con un messaggio.

"Va bene – disse leggendolo – Louis sta arrivando. E io non sono per niente nervosa. I biglietti li ho, le chiavi e il portafogli anche... dov'è il mio telefono?"

Casey scoppiò in una risata quasi isterica, indicando la mano di Liv che teneva il cellulare.

"No, non sei nervosa" Riuscì a dire tra le risa, prima che Liv le tirasse una pacca sulla nuca, scuotendo la testa per la sua stessa sbadataggine, poi si avviò verso la porta.

"Buongiorno a te" Salutò Louis non appena Liv aprì la portiera dell'auto. Allungò il collo per trovare le labbra di Liv con le sue, bloccandole in un bacio che, come al solito, svuotò la mente di Liv dai nervi e le ansie, poi soddisfatto riaccese il motore dell'auto.

"Se chiudi lo sportello possiamo anche partire, meglio arrivare presto, che a partita iniziata" Disse, salutando con la mano Casey, che, dalla finestra dell'appartamento, guardava cercando di non farsi vedere. Era allegro, Louis, si vedeva a miglia di distanza, felice di poter passare la giornata intera con Liv, che, seduta al suo fianco, già giocava con le stazioni radio per trovarne una decente. A quanto aveva scoperto in quei giorni, a lei piaceva il pop un po' sdolcinato, che lui non sopportava, ma la lasciava sempre scegliere, perché era divertente vederla trattenersi dal cantare a squarciagola e in ogni caso a lui andava bene anche così.

Quando arrivarono allo stadio, Louis prese Liv sotto braccio, avvicinandola a lui. Aveva un profumo fresco, rifletté Liv, di quelli inebrianti, di cui non ci si può stancare, e portava con disinvoltura la maglia rossa ufficiale, come se fosse nato per indossare una divisa da calciatore. E poi Liv stava generalmente bene a contatto con lui, le piaceva, la faceva sentire coccolata.

"Non credevo potessi davvero cadere così in basso Olivia" cominciò una voce dietro a Liv e Louis, che li fece voltare di scatto. Entrambi la conoscevano bene, ed entrambi avrebbero preferito non sentirla mai più, seppure Liv dovesse lavorare insieme all'uomo. Liv digrignò i denti: sentì Louis irrigidirsi al suo fianco, così chiuse le dita a pugno sulla sua maglia.

"Cosa. Vuoi. Chad." Scandì Liv a denti stretti. Non si erano più parlati, se non per necessità di lavoro, Liv aveva evitato tutto quello che poteva alla lontana avere a che fare con lui. Come si era capovolto il mondo da quando Liv aveva fatto conoscenza con l'uomo con cui era arrivata alla partita.

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora