Homecoming

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Liv aveva accettato di andare al pub e poi in discoteca con l'equipe pediatrica dell'ospedale scozzese, quella sera. Quando aveva preparato i bagagli, prima di partire, non aveva creduto molto nelle sue capacità di socializzare, visto il periodo che stava attraversando, non si era portata granché capi che andassero bene per un'uscita notturna; così, si era trovata a doversi accontentare di una maglia lunga e gli stivali al ginocchio, sotto al cappotto, ma finì per essere contenta della sua scelta, quando salì in treno per il viaggio di quattro ore abbondanti che la aspettava. Non ci aveva pensato due volte, quando era arrivato il messaggio di Harry, dandosi della stupida per non aver pensato di tornare a Londra per la gara di Casey. Harry non le aveva saputo dire cosa fosse successo a Casey, ma il solo tono del messaggio vocale che aveva ricevuto l'aveva fatta preoccupare a tal punto che il dottor Larsen le aveva preso il braccio per scuoterla, prima di accompagnarla in stazione e assicurarsi che prendesse il biglietto corretto.

"Harry, che è successo?"

Casey sentì la voce di Louis raggiungerli pochi secondi dopo essere entrati in pronto soccorso così che, tutta la maschera di calma forzata che aveva tentato di costruire fino a quel momento, esplose in mille pezzi, costringendola a mettersi seduta sulla barella per vedere dove fossero i due medici.

"Casey, stai giù per l'amor del cielo!" Esclamò Louis, raggiungendola in un attimo per posarle una mano sulla spalla e spingendola di nuovo sul lettino.

"Louis, mi dispiace, non dovevo, io... Ho fatto una cazzata" Ansimò Casey, senza trovare il coraggio di guardare il fisioterapista negli occhi.

"Ma che sta dicendo?" Domandò il medico a Harry, confuso.

"Sono le stesse cose che ha detto a me poco fa, credo sia sotto shock" Balbettò il chirurgo, il tono basso, quasi inudibile.

"Portiamola in ortopedia, per favore" Ordinò Louis ai paramedici che ancora spingevano la barella.

"Louis, se bisogna operare mi cambio" Propose Harry, facendo sbarrare gli occhi a Casey, che riprese ad agitarsi, incapace di trovare la forza ed il coraggio di protestare.

"Per carità, Harry, sei più agitato di lei, nessuno sano di mente ti metterebbe un bisturi in mano in questo momento! – Sbottò il terapista, per poi addolcire il tono – Senza offesa. E comunque, ad una prima occhiata non mi pare ce ne sia bisogno"

Nel frattempo, finalmente, avevano raggiunto l'ortopedia, così che i paramedici estranei lasciarono Casey con Louis ed Harry. La ragazza osservò Louis alzarle il pantalone di felpa per analizzare la gamba, ammonendola a più riprese per farla stare ferma, mentre Harry non si muoveva dal suo fianco, immobile, quasi senza respirare.

"Spiegatemi che cosa è successo, per favore" Domandò Louis, guardando dall'una all'altro.

Casey deglutì, ma, non appena aprì bocca per iniziare a rispondere al terapista, il groppo che le si era formato in gola tornò prepotentemente a salire, impedendole di parlare. Fu scossa da un paio di singhiozzi, poi, incapace di affrontare la situazione si coprì il viso con le mani, scuotendo la testa.

"In ambulanza mi ha detto che ha tentato il tutto per tutto con una tecnica che le riesce raramente, da quanto ho visto io ha perso l'equilibrio e l'avversaria le è planata direttamente sulla gamba" Raccontò Harry, il tono concitato.

"E' finita, vero?" Piagnucolò Casey, ritrovando la voce per un attimo.

Louis sistemò il pantalone coprendo la gamba, poi prese un respiro profondo che fece andare Casey ancora più nel panico.

"Hai preso una bella botta, Casey – Ammise il terapista – Dovrai usare le stampelle per almeno una settimana, così da non appoggiare la gamba a terra e non sforzarla, per sicurezza. Per quanto riguarda gli allenamenti, ne parleremo più avanti, ma sarà meglio portare un tutore quando riprenderai"

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora