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Aveva faticato ad alzarsi dal letto, quel giorno, non aveva una minima traccia del coraggio che le serviva per affrontare Louis. Magari l'avrebbe passata liscia anche con lui, però. No, non poteva essere così fortunata, Harry e Liv l'avevano graziata, Louis non ci avrebbe riso su con lei come al solito questa volta. Pensò che forse Weber non si sbagliava così tanto, forse Casey non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare a Tokyo, non avrebbe mai potuto dimostrare al mondo di che pasta era fatta. Perché continuare, allora? Perché sprecare energia e forze per qualcosa che non sarebbe arrivato comunque? Fu la vibrazione del cellulare sul comodino a scuoterla dai pensieri negativi.

Fammi sapere come va con Louis, poi... Buona giornata, campionessa xx

Il messaggio di Harry riuscì, nello stesso momento, a farla sorridere ed a spaventarla ancora di più. Dio, Casey, Louis non è un mostro pronto a mangiarti, da quando sei così codarda?L'unico vero stimolo che la fece saltare su dal letto, per modo di dire, però, fu l'orario. Era in ritardo, e aggiungere altre giustificazioni alla sfuriata che sarebbe arrivata di lì a poco non le conveniva per niente.

"Oh finalmente, pensavo fossi già in Giappone, Halliday" La salutò Louis, sorridente.

"Scusa Louis, non ho sentito la sveglia" Borbottò Casey, quando l'unica cosa onesta da dire sarebbe stata "Scusa il ritardo, non volevo venire".

"E' passato Harry prima, per dirmi che ieri sei tornata in palestra ed è stato piuttosto faticoso come rientro – Iniziò Louis, facendo già temere per il peggio alla ragazza – Intanto iniziamo, poi se c'è qualcosa che non va, ci fermiamo e mi spieghi, okay?"

Casey annuì, docile. Entrata nello studio non si era mossa molto, così che Louis non aveva sicuramente ancora notato il suo andare zoppicante, ma raggiungendolo lei aveva potuto constatare benissimo da sola che aveva fatto più danni di quanto le fosse permesso. Comunque, tentare non costava nulla.

Iniziò a seguire le indicazioni di Louis, gli esercizi erano sempre gli stessi, ma vedeva, dalle espressioni di Louis, che non c'era nulla di positivo in ciò che stava facendo. Tentò di ignorare lo sguardo del fisioterapista che si faceva sempre più serio e penetrante, concentrandosi sui suoi arti e su come migliorare la situazione, ma non servì a molto.

"Casey, fermati, per favore" La bloccò Louis.

Non tentò nemmeno di disubbidire, né di terminare l'esercizio, non era il caso.

"Siediti, per favore, e raccontami per filo e per segno cos'è successo ieri sera in palestra" Le chiese Louis, scandendo ogni parola.

Lo aveva sempre visto come una persona rassicurante, Louis, ma per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, le fece paura. Lo sguardo era molto più freddo, il tono distaccato. Non sarebbe stato facile superare quello che le avrebbe detto. Per la terza volta in poche ore, raccontò l'esperienza della sera precedente in palestra, facendo attenzione a non incrociare mai lo sguardo di Louis, che attese fino alla fine per dire la sua.

"Okay" Mormorò.

Chiuse gli occhi un momento, posando gli occhiali sulla scrivania, per poi fissare un punto indefinito fuori dalla finestra e prendere alcuni respiri più lunghi del normale.

"Ora, per favore, dimmi una cosa – Disse, in tono forzatamente calmo – Tu ci vuoi andare davvero a Tokyo? Pensaci bene, prima di rispondere"

"Sì" Dichiarò Casey, ripensando a quanto detto a Weber.

"E allora perché non ci ascolti, porca miseria? Perché fai sempre di testa tua? Cos'è che non capisci delle parole 'situazione precaria'?" Sbottò il fisioterapista, alzando il tono.

The Cure - Harry Styles & Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora