La luce filtrava debolmente dalla finestra della stanza. Piccole schegge di sole colpivano distrattamente i mobili e le pareti. C'erano spazi coperti e spazi esposti.
La fronte di Ray, a contatto con la mia, era uno degli spazi esposti. I raggi toccavano le sue palpebre chiuse, tentando di insinuarsi in esse. Ma Raymond dormiva beatamente, la fronte distesa e il respiro leggero.
Dannazione, pensai. È davvero accanto a me o sto sognando?
Frammenti della sera precedente mi tornarono alla mente, come flash di una vita non mia.
Io sotto la pioggia. Lui sotto la pioggia. Noi sotto la pioggia. Lui che mi bacia ed io che lo abbraccio. Lui che mi spoglia ed io che ci conduco sul letto. Lui che mi stringe come se fossi qualcosa che si ha paura di perdere ed io che lo tocco, lo sento desiderarmi e...
<<Hey, da quanto tempo sei sveglia?>>. Gli occhi erano ancora chiusi mentre parlava, la voce assonnata.
<<Come fai a sapere che sono sveglia?>> chiesi confusa.
Raymond aprì lentamente gli occhi e le iridi subito catturarono i colori del sole, diventando di giada.
<<Perché non dormivo neanche io. Stavo fingendo.>>.
<<Cosa? E perché non me lo hai detto?>> chiesi tirandogli un calcio.
<<Perché mi piace il modo in cui mi guardi quando credi che dorma. Mi ricordi un guardiano che veglia su di me.>>.
Le sue labbra si avvicinarono alle mie e ci incontrammo dolcemente, come vecchi amici. Le sue mani accarezzavano con candore le mie gambe, senza foga, come se il tempo non esistesse.
<<Visto che sei qui, deduco che l'appuntamento con Adam non sia andato un granché.>> chiese staccandosi. Un sorriso spiritoso stampato sul viso. <<Dimmi la verità. Non ti ha fatto sentire nel modo in cui ti ho fatto sentire io ieri quando...>>.
<<Okay, okay. Messaggio ricevuto, Mr. Pervertito.>>, risposi in tutta fretta. Sentivo le guance colorarsi di rosso e farsi calde.
Le sue mani risalirono il mio corpo, entrando nella sua maglietta grigia che indossavo come pigiama.
<<Vuoi fare il bis?>> continuò ridacchiando nel mio orecchio. <<Non devi neanche chiedere, sono estremamente gentile...>>.
<<Ellen! Sono le undici passate. Hai intenzione di alzarti o no?>>.
La voce di mia nonna irruppe brutalmente dal corridoio, facendoci ricordare dove ci trovavamo. Seminudi, in camera dei miei genitori, a casa di mia nonna. Già, davvero fantastico.
Le mani di Ray si allontanarono di scatto da me e si piazzarono sulla sua bocca, per frenare la risata che stava per esplodere.
<<Arrivo subito nonna! Hai già svegliato Ray?>>. Speravo di suonare innocente e depistare mia nonna mentre guardavo il ragazzo con cui avevo dormito e pomiciato rotolarsi sul letto ridendo a crepapelle.
<<No Ellen, ma credo che sia già sveglio, visto che ha dormito con te 'sta notte, no?>>.
Sentii la mandibola cadere a terra mentre mi voltavo sconcertata verso la porta della camera oltre la quale mia nonna parlava. <<Mi sbaglio, Ray?>> continuò.
<<No Jane! Ha perfettamente ragione.>> rispose urlando Raymond. Io ero nel panico e lui era divertito. Non era imbarazzato per essere stato colto sul fatto.
<<Bene, allora sarà meglio che voi mandrilli vi vestiate e scendiate di sotto.>>.
<<Sì nonna, arriviamo subito.>>.
Non riuscivo a capire se la voce di mia nonna fosse tesa o meno, adirata o alterata. Mi sembrava sempre la stessa, ma forse era velata da una lieve preoccupazione.
Quando scesi in cucina e la guardai in faccia, mi ricredetti immediatamente. Gli occhi blu erano sempre amabili e sereni, e il volto ancora disteso, senza rughe di inquietudine.
Presi una tazza di caffè e mi misi a sedere di fronte a lei. Raymond non era ancora sceso.
Non sapevo cosa dire, quindi continuavo a bere caffè per avere un motivo per cui stare zitta. Mia nonna mi scrutava curiosa, cercando di leggere sulla mia faccia dei segni di qualcosa. Quello sguardo, seppur privo di accusa, mi innervosiva particolarmente, tanto che alla fine mi fece esplodere.
<<E va bene.>> dissi. <<Cosa vuoi sapere?>>.
<<Io? Niente.>>. Mia nonna prese un pasticcino e lo inzuppò nel tè.
<<Nonna se è per Ray ed io, sappi che...>>.
<<Finalmente! Era ora che crescessi un po'!>>, mi interruppe lasciando cadere il biscotto nella tazza. <<Sapevo che prima o poi sarebbe successo e sono così felice che sia accaduto tutto qui e con quel meraviglioso ragazzo che è Raymond.>>.
Se la felicità avesse un volto, penso che in quel momento sarebbe stato quello di mia nonna. Gli occhi le brillavano come se fossero stati toccati dalle stelle.
<<No, no, no. Noi non abbiamo fatto niente...o comunque non tutto tutto.>>, dissi diminuendo il suo entusiasmo.
<<E allora cosa avete fatto?>> chiese curiosa.
Diamine, pensai, Come sono arrivata a parlare di sesso con mia nonna di quasi novant'anni?
<<Beh, i preliminari suppongo.>>.
Mi sentivo una completa idiota. Insomma, era una situazione davvero surreale.
<<Di cosa state parlando?>>. Raymond, entrato in cucina con passo felpato, si sedette accanto a me. Mia nonna ora sembrava un poliziotto che stava per interrogare due sospettati di un crimine, che nel nostro caso era aver fatto del petting in casa sua.
<<Stavo giusto dicendo ad Ellen quanto sia fortunata ad aver incontrato te. Voglio dire, guardati: sei un gentiluomo, sei affascinante, carismatico ed intelligente. Se avessi avuto la vostra età, io...>>.
<<Okay nonna, sei stata chiarissima. Ora Ray ed io andiamo un po' fuori. A dopo!>>.
Presi Raymond per il braccio e lo trascinai in spiaggia con il suono delle sue risate che mi entravano in testa e la voce di mia nonna che ci benediceva.
Quando fummo entrambi in costume e distesi a terra sui nostri teli, restammo in silenzio, a guardare il cielo, ora sereno, che ci faceva da tetto.
Raymond prese silenziosamente la mia mano, gli occhi si voltarono verso di me.
<<Sai, tua nonna ha ragione su tutto, ma su una cosa si sbaglia. Sono io fortunato ad aver incontrato te.>> e sollevandosi sulle braccia mi baciò, regalandomi ancora una volta un pezzo di lui.
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Quell'estate
RomanceCon mia sorpresa, il ragazzo che venne ad aprirmi la porta non era affatto come me l'ero aspettato. Al posto del barbuto ragazzo dall'aria sorniona, comparve una folta chioma bruna e disordinata che adornava un volto dallo sguardo sveglio e vivace...