La vecchietta in rosa- Raymond

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Prima di uscire con Ellen, mi ero ripromesso che non l'avrei mai guardata in quel modo, nel modo in cui ero solito guardare lei. Invece, quella sera, non ero riuscito ad evitarlo.

Senza rendermene immediatamente conto, più volte mi ritrovai ad osservarla non tanto con gli occhi ma con l'anima, cosa di cui Ellen si accorse e che, ahimè, la mise in imbarazzo.

Certo, feci finta di nulla per tutta la sera, ma anche se la mia nuova amica stava facendo la stessa cosa, sapevo che era ancora confusa dai miei comportamenti, specialmente da quando le avevo detto che era bella, lì, a terra.

Avrà sicuramente pensato che volevo baciarla, pensai tra me e me, che stronzo che sono.

Ero sicuro che anche lei pensasse che ero uno stronzo, visto che non si faceva viva da qualche giorno, ma Ellen era troppo gentile ed educata per dire stronzo a qualcuno. Credo che pensasse a me più come ad un mascalzone.

Avevo pensato di andare a trovarla, ma temevo di apparire appiccicoso, dato che ero stato sempre io a cercarla. Pertanto, quando uscii di casa, non andai da Ellen, ma a fare la spesa.

Strada facendo vidi ancora qualche vecchietto non ancora abituato alla mia presenza in quella cittadina guardarmi incuriosito.

Come mi aveva insegnato Ellen, io salutavo tutti.

Ma forse non avrei dovuto farlo, perché all'improvviso una signora anziana con indosso una scamiciata rosa ed una sigaretta in mano, si alzò dalla sedia della veranda e mi venne incontro, con l'aria di chi ha scoperto ogni cosa.

O merda, pensai nella mia testa, Sono fottuto.

<<Giovanotto, finalmente ho capito chi sei!>>. Mise le sua mani rugose sui fianchi e con la sigaretta in bocca mi fissò.

<<Mi scusi, Signora Brooke?>>, risposi con aria innocente leggendo il nome sulla cassetta della posta.

<<Avevo detto a Joe che uno famoso era arrivato da noi.>>. Aspirò un tiro di sigaretta e mi squadrò dalla testa ai piedi.

Cazzo, è possibile che non sono al sicuro da nessuna parte?, pensai, Ora dovrò richiamare Jerry e farmi trasferire altrove.

La signora in rosa continuava a guardarmi.

<<Beh, non mi dici niente?>>.

<<Mi scusi ma non capisco a cosa si riferisce, Signora Brooke.>>. Speravo di apparire sincero, anche se dentro di me non lo ero affatto.

<<Oh, andiamo, Lucas!>>, esplose. Lucas?, pensai tra me e me, <<È possibile che tu non riconosca la vecchia signora Becky?>>. In un impeto di affetto, mi abbracciò. Restai pietrificato per qualche istante, sia per il gesto della signora in rosa, sia, e soprattutto, per il fatto che non aveva scoperto che ero Oliver Baxton, ma mi aveva scambiato per un'altra persona.

Mi sciolse dall'abbraccio, e mi rimise a posto i capelli, almeno secondo lei. Per come la vedevo io me li aveva scompigliati tutti. Intanto io non ero ancora riuscito a proferire parola.

<<Beh, com'è la vita degli avvocati ricchi e famosi della City? E come sta tua madre Carla?>>. Fu sentendo queste parole che mi svegliai.

<<Signora Brooke, credo che lei mi abbia scambiato per qualcun'altro. Io mi chiamo Raymond, e non sono né un avvocato né tantomeno famoso.>>. Che dite, ho esagerato?

La signora Brooke assunse un'aria perplessa, lievemente accigliata e sospettosa.

<<Ne sei certo, ragazzo?>>.

<<Sì, o possa colpirmi un fulmine.>>. Beh, non è che avessi detto una bugia: insomma, Oliver era famoso, Raymond no.

<<Devi scusarmi caro.>>, rispose spegnendo la sigaretta su una pianta. <<Sai com'è, sono vecchia anche io ormai, e la cataratta è una brutta bestia.>>.

Quando riuscii ad arrivare al supermercato, non potevo crederci. Avevo appena rischiato un infarto di fronte a quella vecchietta vestita di rosa. Pertanto, quando entrai e vidi il negozio vuoto, eccetto che per la cassiera, trassi un respiro di sollievo.

Andai a prendere dei biscotti al cioccolato e del latte per prima cosa, poi guidai il carrello verso il reparto frutta e verdura, dove la vidi intenta a tirare su un cocomero.

Ellen non si accorse subito di me, quindi ebbi qualche attimo per osservarla.

Indossava un vestitino estivo, blu, che le arrivava al ginocchio. Aveva ai piedi delle ciabatte da mare arancioni, ed una borsa gialla le pendeva pesantemente dalla spalla. Per completare il tutto, un espressione di sforzo disumano dava al suo volto un'aria buffa e determinata allo stesso tempo.

Interruppi le mie riflessioni e, forse con un po' di ritardo, andai ad aiutarla a sollevare il cocomero.

<<Cavolo, ma quanto pesa?>>, esordii sollevando il cocomero con lei.

<<O mio Dio, Raymond! Vuoi farla finita di spaventarmi a morte quando ho della frutta in mano?>>, e ridendo, mettemmo il cocomero nel carrello.

<<Allora, non ci vediamo da un po'.>>, ebbi il coraggio di dire mentre ci dirigevamo verso il banco salumi. Cercai di guardarla negli occhi, per captare qualche segno rimanente del suo imbarazzo passato, ma non vidi niente se non due iridi scure che mi fissavano ridenti.

<<Sì, lo so, mi dispiace,>>, rispose, <<ma in questi giorni con i miei che stanno per partire e mia nonna che mi chiama almeno tre volte al giorno per sapere se ho visto i video divertenti sui cani sul suo profilo Facebook, e se quando andrò da lei la accompagnerò alla festa della sua amica Chloe, va tutto di fretta.>>.

<<Scusami, hai appena detto che tua nonna Jane ha Facebook?>>. Scoppiai a ridere e mi beccai una sberla sul braccio.

<<Ahi!>>, dissi, <<Devi ammettere che è divertente.>>, e continuando a ridere, schivai un'altra sberla in arrivo.

Poi, come mi succedeva solo con lei, smisi di ridere. Senza accorgermene, di nuovo i miei occhi la fissavano come fissavano lei un tempo . La vidi rabbuiarsi e sospirare. Sapevo a cosa pensava: "Perché continua a guardarmi come se volesse mangiarmi?".

Sta volta fui io a distogliere lo sguardo per primo. L'ultima cosa che volevo era metterla di nuovo in imbarazzo.

Quando arrivammo alla cassa, dopo aver parlato ancora tra noi, notai la Signora Priest fare ad Ellen delle smorfie strane, come di ammiccamenti, ma visto che Ellen poco prima mi aveva detto che quella signora aveva dei tic nervosi di questo tipo, non ci feci più caso.

<<Sta volta ti prometto che mi faccio viva prima di te.>>, disse mentre l'aiutavo a scaricare il cocomero dal bagagliaio dell'auto che aveva appositamente preso per lui.

<<Sei sicuro che non vuoi un passaggio?>>, aggiunse.

<<No, ti ringrazio, faccio due passi.>>.

<<Come vuoi Ray, ci vediamo.>>.

E la vidi scomparire dentro casa con il suo vestitino azzurro.



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