Il burraco

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Mentre Ellen e Jane parlavano con Rose e Tim su Skype, andai in camera mia e mi stesi sul letto.

Ellen lo aveva ammesso. Era definitivamente innamorata di me.

Non ci sapevo fare con i sentimenti. Ero delicato come la carta vetrata, ma preferivo essere sincero piuttosto che dire una frottola o illudere qualcuno. Ellen era completamente innamorata di me. Le avevo sbattuto in faccia questa verità probabilmente ancor prima che lei lo avesse ammesso a se stessa, ma era necessario che lo facessi. Era necessario mettere in chiaro che tra noi non ci sarebbe mai stato niente, se non una semplice amicizia.

Non credevo che ci sarebbero state complicazioni. Questo era quello che volevo. Tuttavia, il problema di quando facciamo una scelta, è che subito dopo averla fatta iniziamo a chiederci cosa sarebbe successo se avessimo scelto diversamente, che nel mio caso voleva dire scegliere di baciare Ellen e mandare a quel paese la vocina razionale nella mia testa.

Mi addormentai con questi pensieri confusi per la testa, fin quando non mi svegliai, richiamato alla realtà da voci sconosciute provenienti dal soggiorno. Tutte voci di donne eccetto una.

Adam.

Non appena arrivai in salotto trovai davanti a me una sfilza di ringalluzzite vecchiette dall'aria bellicosa pronte a giocare ad un'altra sanguinosa partita di burraco. Erano così tante che per un attimo credetti di trovarmi in una casa di riposo. Ma poi sentii la voce di Ellen salutare una delle signore (la signora Claire, per esattezza) e mi resi conto di essere solo a casa di Jane.

<<Tu devi essere Raymond.>>. Mi voltai per capire di chi fosse la voce alle mie spalle, anche se sapevo già la risposta.

Un ragazzo dall'aria garbata e perbene mi si parò davanti. I suoi capelli di paglia contrastavano con la pelle abbronzata, che faceva risaltare ancora di più i suoi occhi azzurri. Iniziavo a capire perché Ellen avesse avuto una cotta per lui. Insomma, pur essendo io completamente etero, devo ammettere per correttezza che era un bel ragazzo.

<<Sì, sono io.>>, risposi tendendogli la mano.

Una stretta poderosa, pensai.

<<O mio Dio,>> disse improvvisamente, gli occhi strabuzzati, <<ma tu sei tale quale ad Oliver Baxton! No, tu sei Oliver Baxton!>>

Merda, pensai. Ellen, che doveva aver sentito quelle parole, lasciò educatamente la signora Claire e si precipitò accanto a me, con il panico negli occhi.

<<Adam! Vedo che hai conosciuto Ray.>> disse. <<Non è sorprendete quanto assomigli ad Oliv...>>.

<<I giornali dicono che sei stato avvistato alle Hawaii con una top model brasiliana e invece sei esattamente sotto il loro naso!>>, intervenne Adam senza dare ad Ellen la possibilità di completare la scusa.

A quanto pare la copertura era saltata. Almeno con lui. Ora dovevo preoccuparmi che stesse zitto e mantenesse il segreto, il bel principino del cazzo.

<<Okay, beccato. Sono proprio io, ma se lo dici a qualcuno ti strangolo con le tue stesse mani. Chiaro? E comunque, devi chiamarmi Raymond.>>. Forse avevo esagerato.

Ellen guardava Adam e poi me, me e poi Adam. Il timore l'aveva messa a tacere.

<<Ehi, amico,>>, rispose Adam mettendomi una mano sulla spalla, <<con me il tuo segreto è al sicuro. Volevo solo farti i complimenti per il tuo ultimo film, Cuoio, davvero un capolavoro.>>.

<<Beh, in tal caso grazie. Ma la minaccia è ancora valida!>>, lo avvertii, più blandamente però sta volta.

Ellen riprese a respirare. Fece uscire la preoccupazione dalle sue narici e tornò a sorridere.

<<Credevo che sarebbe successo un disastro.>>, disse.

Notai che Adam la guardava in un certo modo. I suoi occhi blu si posavano su di lei indugiando sul suo corpo morbido. Ellen neanche se ne accorgeva. Continuava a parlare inconsapevole del fatto che questo damerino dall'aria regale probabilmente la immaginava insieme a lui a fare...cosacce, e che io immaginavo nella mia testa i potenziali modi in cui farlo fuori senza lasciare tracce.

Ad un tratto un tocco leggero sulla schiena mi fece voltare.

<<Vedo che hai conosciuto mio nipote Adam. Tu devi essere Raymond, il ragazzo di Ellen, giusto? Io sono Chloe.>>.

Vidi Ellen arrossire velocemente e Adam guardarla allarmato.

<<Oh, no, Chloe. Raymond non è affatto il mio ragazzo. Siamo solo amici.>>. Adam si rilassò. Stupido stronzetto.

<<Perdonami, è che visto che sta con te qui ho creduto che...beh, lasciamo stare. Sei davvero un bel ragazzo, caro. Scommetto che ci sono tante fanciulle che ti ronzano intorno.>>.

Mi grattai la testa, un po' imbarazzato. <<La ringrazio signora Chloe, ed è un piacere conoscerla.>>. Tentai di usare il mio charme per fare colpo su di lei. Mi piaceva suscitare l'interesse delle vecchiette.

<<Voglio sperare di vedere anche te domani sera alla mia festa di compleanno. Insomma, non succede a tutti di arrivare ai novanta e poter festeggiare. Ma io lo farò! E in grande stile.>>. Il suo entusiasmo era incontenibile. Era così viva che sembrava avesse vent'anni invece di novanta. <<Ho chiamato un dj e mi sono fatta consigliare un po' da Adam quale musica va di moda oggi.>>, e fece un occhiolino al nipote, <<Non sono ancora convinta di Wiz Khalifa, ma Ed Sheeran mi piace molto!>>.

Ellen scoppiò a ridere. Una risata genuina e felice. <<Non vorrà dirmi che ha rinunciato al suo amato Fred Astaire, Chloe?>>.

<<No, niente affatto cara!>>, rispose Chloe prendendole una mano, <<Ma ho pensato di aggiornare un po' il mio repertorio.>>.

Quando Chloe ci lasciò, restammo Ellen, Adam ed io.

Ellen era visibilmente imbarazzata. Come non capirla? Era tra il ragazzo di cui era innamorata e quello per cui aveva provato una cotta. Anche io sarei stato imbarazzato al posto suo.

Ad un tratto, mentre sedevamo sul divano a guardare le vecchiette farsi a pezzi mentre giocavano a carte, Adam parlò.

<<Ellen?>>.

<<Sì?>>. Ellen si voltò a guardarlo. Non sapeva cosa gli avrebbe chiesto, ma io già lo sospettavo.

<<Ti andrebbe di uscire con me uno di questi giorni? Se ne hai voglia e non hai niente di meglio da fare, naturalmente.>>.

Era esattamente come pensavo. I ruoli si erano invertiti. Quel brutto fesso che non aveva mai provato niente per Ellen, ora, appena tornato dal suo master in Vattelappesca, pensava che le cose fossero rimaste come quando se n'era andato, con Ellen cotta di lui.

Povero idiota, ti sei accorto troppo tardi di quanto Ellen sia speciale, pensai.

<<Certo, con piacere.>>.

Cosa?!

Mi voltai di scatto a guardare Ellen. Le sue sopracciglia si alzarono come a dire Che c'è?.

Adam notò il nostro scambio di sguardi e intervenne.

<<Ovviamente se non mi intrometto in qualcosa tra voi.>>. Fingeva di chiedere umilmente il mio permesso, ma in realtà lo faceva per dare ad Ellen l'impressione di essere davvero un bravo ragazzo. Lo so come funziona. Anche io l'ho fatto.

<<No, tra noi non c'è niente e non ci sarà mai niente, quindi non c'è niente in cui intromettersi.>>. Ellen mi guardava mentre pronunciava queste parole. Occhi fieri e tristi al tempo stesso mi pugnalavano a fondo, creando un dolore che non sentivo da una vita. Lo stesso dolore che avevo sentito quando avevo perso Rachel.



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