Un segreto

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Quando arrivai a casa, i miei erano già rientrati. Mio padre era andato a mettersi la vestaglia e mia madre a mettersi le ciabatte.

<<Mamma perché non mi hai detto che il nostro nuovo affittuario è l'attore Oliver Baxton?>>, dissi non appena la vidi scendere le scale.

<<Ciao anche a te Ellen. Sì, la mia giornata è stata fantastica. Grazie per avermelo chiesto.>> E con un sorriso se ne andò in cucina. Io la seguii ruotando gli occhi al cielo.

<<Mamma, hai intenzione di rispondermi?>> Mi piazzai accanto a lei vicino ai fornelli guardandola intensamente. Lei, invece, iniziò a tagliuzzare una carota.

Aspettai per qualche istante che si interrompesse e mi rispondesse, ma continuava a tagliuzzare quella dannata carota che sembrava infinita, fingendo che io non esistessi.

Stavo perdendo la pazienza e iniziavo ad odiare le carote. Seriamente.

<<Oh, mamma, per favore!>>, e con un gesto teatrale la voltai verso di me.

<<Okay, okay, Ellen. Calmati però.>> Mia madre poggiò il coltello e dopo essersi pulita le mani sul grembiule si mise a sedere intorno al tavolo, e io la seguii.

<<Il contratto che il signor Baxton ha firmato, è a nome Pitt perché quello è il suo vero nome.>> Mia madre mi guardava negli occhi profondamente, come se cercasse di rispondermi solo con lo sguardo piuttosto che con le parole.

<<Oliver Baxton è il nome che gli è stato dato dai suoi genitori adottivi.>> Prese una piccola pausa e spostò lo sguardo verso una vecchia foto di noi tre appesa al muro. Poi riprese:<<I suoi genitori morirono durante un incidente aereo quando lui aveva solo nove anni e non avendo altri parenti da cui andare a stare, fu assegnato dai giudici ad una famiglia che non riusciva ad avere figli. I signori Baxton appunto.>> Un sorriso mesto le comparve sulle labbra, mentre continuava a fissare la foto di noi tre appesa al muro.

Tra noi scese qualche istante di silenzio. Mia madre continuava a guardare quella foto di noi tre in costume da bagno cercando di tornare con la memoria a quando era stata scattata. Io invece cercavo di rivedere lo sguardo di quel ragazzo, i suoi modi un po' rigidi e allo stesso tempo impulsivi; il suo tono caldo e profondo. Il ragazzo con cui avevo parlato quel giorno non era pazzo: era solo malinconicamente perso.

All'improvviso mi ridestai dalle mie riflessioni.

<<Ma perché non volevi dirmelo?>> La mia voce riportò mia madre nel presente.

<<Perché quello che ti ho appena detto è un segreto.>>, disse accarezzandomi una guancia, <<Il suo avvocato ci ha fatto firmare un patto di riservatezza che ci vincola al silenzio sulla vita di Oliver Baxton prima che prendesse questo nome. Neanche i media sanno che lui è stato ed è tornato ad essere Raymond Pitt.>>

Immaginavo la mia espressione in quel momento. La fronte aggrottata e gli occhi fissi su un punto qualunque della cucina.

<<Ma perché è venuto qui? A Trevor Wood?>>, chiesi.

<<Quanti paparazzi credi siano mai venuti a cercare una star a Trevor Wood?>>, ribatté a sua volta mia madre.

Quindi Raymond/ Oliver è qui per nascondersi dai paparazzi. Diamine, pensai, l'idea era geniale. Trevor Wood era davvero il posto giusto per nascondersi. I giovani si contavano praticamente sulla punta delle dita, quindi era poco probabile incontrarne qualcuno che sapesse chi era Oliver Baxton e che spifferasse in giro di averlo incontrato.

I vecchietti, invece, non si interessavano minimamente dello star system attuale. Continuavano a vedere vecchi film con Alain Delon a controllare i gossip sulla famiglia reale. Le altre notizie le ignoravano e basta.

<<Okay, ho capito.>> Guardai mia madre che guardava me <<Ma perché utilizzare il suo primo nome e non Oliver Baxton?>> aggiunsi.

<<Perché ci sono meno probabilità di essere rintracciato in questo modo. E' più facile rintracciare il celebre Oliver Baxton o l'anonimo Raymond Pitt?>>, mi chiese. <<Vedila così: è come se fosse la misura maggiore per tutelare la sua privacy.>>, rispose mia madre. <<Pensa che ha anche gettato via il suo telefono. E' come se Oliver Baxton per ora non esistesse più. Al suo posto c'è un normale ragazzo di ventiquattro anni che ha deciso di fermarsi in un posto qualunque del mondo.>> Sembrava così ovvia e ragionevole la spiegazione di mia mamma che finii per convincermene io stessa.


<<Ma perché l'avvocato non ha fatto firmare anche a me il patto di riservatezza? Non sarebbe stato più sicuro per tutti in questo modo?>> Io se fossi stata in lui avrei fatto così, pensai.

<<Senza dubbio, >>, mi rispose mamma, <<ma il signor Pitt era così determinato a prendere subito la casa che non volle aspettare il tuo rientro da Londra per farti firmare il patto>>. Mia madre tacque per un attimo. Poi riprese:<<Te lo avremmo detto prima o poi che era Oliver Baxton il nostro affittuario, ma sei tornata da neanche tre giorni e non ci abbiamo proprio pensato!>>, Sì, come no, pensai tra me e me.

<<Che cosa avremmo dovuto dirle prima, Rose?>> Mio padre era appena entrato in cucina con indosso la sua vestaglia estiva color cobalto, e sorrideva come un bambino curioso.

Prima che mia madre potesse aprir bocca intervenni io:<<Che Oliver Baxton dorme nella mia camera di quando ero piccola, con le pareti gialle e le foto di Zac Efron attaccate qua e là.>> E con un sorriso mi dileguai, sentendo in lontananza mio padre che rispondeva:<<Quelle gli ho detto di toglierle, Ellen!>> e lo sentii ridacchiare tra sé e sé.

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