Variabile ignota- Raymond

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#Spazioautore

Non chiedetemi perché, ma sta sera mi sentivo ispirata quindi ho deciso di scrivere un capitolo di Ray. Spero vi piaccia e spero apprezziate anche la canzone in sottofondo, Broken dei Lifehouse. Detto ciò, buona lettura e buonanotte. :) P.S. So che è corto ma ho scritto solo quello che sentivo e aggiungere altro mi sembrava "tradire" la mia ispirazione.

Ricordo ancora la mia prima volta.

Forse.

No, okay. Non me la ricordo affatto.

Ricordo solo che lei si chiamava Roxanne ed eravamo a casa sua, vicino a Kensington.

Roxanne aveva due anni più di me ed io ero un diciassettenne arrappato e privo di aspettative per il futuro.

  Matt Domsen non aveva ancora scoperto il mio talento smisurato per la recitazione ed io nemmeno.

Fu Rachel a spingermi a partecipare al gruppo teatrale della scuola. Era sempre lei che mi spronava a fare tutto.

"Perché non prendi lezioni di chitarra?", mi diceva. Oppure: "Perché non studi un po' di più scienze?". O come quando, dopo aver perso il campionato di calcio e aver lasciato la squadra, mi disse: "Olly, che tu vinca o che tu perda, resti comunque uno dei calciatori migliori della scuola. Non mollare così facilmente.".

  Era Rachel a ricordarmi ogni volta quanto fossi speciale, quanto bastasse poco per essere soddisfatti di se stessi e per rendere felici gli altri.

Ed io non volevo deluderla. Volevo mostrarle la parte migliore di me, quella che meritava il suo affetto.

  Per questo facevo tutto quello che mi suggeriva, come se fosse un consiglio venuto dal cielo, da una forza superiore che sapeva esattamente come sarebbero andate le cose. Aveva questo potere su di me: quello di farmi credere che tutto ciò che facevo fosse buono e bello.

  Ma io non ero buono e bello. O meglio, bello sì: lo sono sempre stato. Ma la bontà era qualcosa che andava e veniva, come il vento che va e viene sulle spiagge inglesi. Non era costante, ma una variabile ignota.

  C'erano giorni in cui ero grato per tutto ciò che avevo, nonostante avessi perso mamma e papà. Poi c'erano altri giorni in cui odiavo tutti, in cui maledicevo la mia esistenza convinto che tutta la mia vita fosse un misero scherzo del destino, e allora mi comportavo da stronzo.

  Ma quando rivedevo Rachel e la toccavo con le mie mani, mi sentivo di nuovo fortunato. Dopotutto, per ogni cosa che perdiamo ne troviamo un'altra. Non avevo di certo riavuto indietro i miei genitori, ma avevo trovato un'amica. Una ragazza fantastica che riusciva a tirare fuori il meglio di me e a farmi apprezzare il lato positivo di ogni cosa, anche dove credevo non ci fosse.

  Se solo lo avessi capito prima. Se solo avessi aperto gli occhi in tempo per rendermi conto di ciò che avevo tra le mani, non me lo sarei lasciato scappare.

  Rachel mi scivolò dalle mani lentamente, come un pezzo di stoffa di seta scivola tra le dita.

  Provavo ad essere buono, dico davvero, ma provare ad essere buoni non significa essere buoni. E io non ero buono.

Per quanto tentassi di rendere Rachel fiera di me, spesso mi perdevo in quello che facevo e mi lasciavo coinvolgere da compagnie sbagliate in avventure sconsiderate ed esperienze insignificanti.

  Fu così che conobbi Roxanne, poi Clarissa, Madison, Emery e tutte le altre.

Ho fatto sesso con tutte loro, senza mai rendermi conto di quanto questo ferisse la persona che meno di tutte avrei voluto ferire. Avevo scopato ognuna di loro eppure non avevo mai fatto l'amore con l'unica con cui avrei dovuto. Con l'unica con cui, davvero, avrei voluto.

Non voglio fare lo stesso errore. Non voglio che il passato si ripeta e che le cose belle della mia vita scivolino dalle mie mani ancora e ancora, pensai.

  Il mio corpo abbracciava quello di Ellen, che lo accoglieva nel suo.

Questa era la mia prima volta. Ellen ed io siamo la prima volta di entrambi. Non c'è un prima di noi e forse non ci sarà neanche un dopo, mi dissi.

  Rachel era stata il mio passato e sarebbe stata per sempre parte della mia vita; ma Ellen ora era il mio presente, ed era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Ellen non aveva niente a che vedere con Rachel. Non erano uguali perché non avrei lasciato che si ripetesse ciò che era già accaduto, e non avrei permesso a me stesso di comportarmi come avevo fatto.

Per questo le dissi: <<Non assomigli più a nessuno da quando mi sono innamorato di te.>>: perché era vero.

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